Ente Porto e punto franco: lo sfogo di Massaro

Ente Porto e punto franco: lo sfogo di Massaro

Redazione

Ente Porto e punto franco: lo sfogo di Massaro

venerdì 07 Settembre 2007 - 13:08

Il consigliere dell'Ente critica il dimissionario Santalco e chi definisce l'istituzione un “inutile carrozzone-

Le dimissioni del consigliere Benito Santalco dall’Ente Porto, e in particolare alcune sue dichiarazioni, che definivano inutile e “con compiti adombrati da non ben definiti conflitti di competenza- l’ente regionale, non sono andate giù a Mariano Massaro, altro consigliere dell’Ente Porto, che ha voluto dire la sua e rispondere, seppur indirettamente, allo stesso Santalco.

La vena “polemica- è subito palese, quando Massaro commenta la frase con la quale Santalco ha chiuso la sua lettera di dimissioni, definendo la sua esperienza “breve ma intensa-. «Breve lo è stata certamente – riflette Massaro – ma non riesco a comprenderne l’intensità». E poi spiega: «Da circa un anno il Cda si riunisce periodicamente con l’intento di sbrogliare l’intrigata matassa ereditata da quattro gestioni commissariate; durante i lavori, più che notare “l’intenso- impegno di Santalco ho potuto solo annotare le sue reiterate assenze». Una stilettata forte e precisa, accompagnata da una considerazione, anche questa piuttosto tagliente: «Mi perdoni l’ex consigliere se ho avuto la sensazione di un suo coinvolgimento solo in occasione della propria candidatura alla carica di vice presidente dell’Ente che solo oggi, stranamente, giudica superfluo». Massaro si chiede perché mai Santalco abbia accettato l’incarico, se secondo lui l’Ente porto era qualcosa di inutile. Così come ritiene paradossale motivare le proprie dimissioni per una mancata risposta del presidente Madaudo ad una lettera dello stesso Santalco, una modalità, quella di comunicare le proprie perplessità a mezzo posta, ritenuta da Massaro poco rispettosa verso gli altri consiglieri. Ci sarebbe poca coerenza, secondo il consigliere, nell’operato di Santalco, che prima riteneva priorità il Punto Franco, e poi invitava ad allinearsi ai dettami dell’Autorità Portuale, nel cui Piano regolatore il Punto Franco non c’è.

Massaro se la prende anche con la stampa, in quanto a suo dire il consiglio di amministrazione dell’Ente «sta lavorando bene, ma, sottoposto al massacro di certo potentato mediatico, non riesce a chiarire i propri intenti all’opinione pubblica».

«Il Punto Franco – continua Massaro, affrontando quello che è lo scopo naturale per il quale è nato l’Ente Porto – è uno stimolo al commercio, consente la realizzazione di un’area a “deposito franco-, dove la merce e i prodotti affluiscono dall’estero liberi da dogana. Diverrebbe fisiologica l’esigenza di imprese di trasformazione, lavorazione, di prodotti e materie prime in completa libertà da ogni tributo doganale». Secondo il consigliere è trascurata la grande opportunità che potrebbe offrire un Punto Franco a Messina, prendendo esempio dal grande indotto che si è creato a Trieste.

«Messina, porta della Sicilia – prosegue Massaro – dovrebbe ottenere il massimo rendimento dalla condizione privilegiata di percorso obbligato, invece ci si presenta con un piano regolatore senza un Punto Franco e che ridimensiona, da sei a due, i binari destinati al traghettamento dei treni. Qualcuno mi spieghi dove stanno le prospettive di sviluppo».

L’ultimo pensiero di Mariano Massaro va a tutti coloro i quali definiscono l’Ente Porto uno dei tanti, inutili carrozzoni di questa città: «Prima di parlare di “carrozzone Ente Porto- qualcuno si faccia carico di realizzare le citate priorità o, in alternativa, spiegare ai cittadini perché a Messina spariscono i binari e si cancella il Punto Franco. Risolto il caso, sarò ben felice d’impiegare energie in altre direzioni».

Uno sfogo vero e proprio, dunque, quello del consigliere dell’Ente Porto. Un Ente nato con una precisa finalità, quella proprio del Punto Franco, una finalità bellamente ignorata da buona parte delle istituzioni locali, per non parlare di quelle nazionali. Qui il punto non è se l’Ente Porto è un carrozzone o meno, ma un altro: se il Punto Franco “s’ha da fare-, l’Ente Porto dovrà esserne il fautore e coordinatore, altrimenti non avrà più ragione d’esistere, ma che si chiarisca una volta per tutte l’equivoco e si dica la verità ai messinesi.

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