Fiera: s.p.a.? No, Grazia

Fiera: s.p.a.? No, Grazia

Redazione

Fiera: s.p.a.? No, Grazia

lunedì 20 Agosto 2007 - 10:55

È tempo di fare i conti in Fiera. Finita la Campionaria 2007, si fa il bilancio in termini di successo e di gradimento. Il commissario straordinario Giuseppe Grazia (nella foto) è soddisfatto ma non esulta: «Ancora è presto per fare un bilancio, voglio valutare tutti gli aspetti con calma. Ai primi di settembre renderemo pubblici i numeri. Posso già dire, però, che quest’anno è stato il migliore degli ultimi quattro, sia per affluenza di pubblico, sia per soddisfazione degli espositori. Non a caso tutte le aziende hanno confermato la loro presenza per il 2008».

Quali sono gli obiettivi futuri della Fiera?

– Intanto bisogna dire che quest’anno la Fiera ha avuto lo stile e la pulizia che le si addicono. Lo si può considerare un punto di partenza per il rilancio. Bisogna capire che questo evento si può modellare secondo le esigenze e gli obiettivi. Io credo che la giusta dimensione sia quella con più visitatori e meno espositori di maggiore qualità. Alcuni cittadini hanno notato che in Fiera c’erano meno aziende del solito, ma dobbiamo metterci d’accordo: vogliamo fare un mercatino o un’esposizione con un certo stile? Comunque in generale sia gli operatori economici che i visitatori sono stati contenti.

Il futuro della Fiera passa anche dal ritorno alla gestione ordinaria, con la nomina di un presidente e un Cda.

– La gestione ordinaria non si minaccia, si fa. Ma non so cosa dovrebbe fare un intero Consiglio d’amministrazione, visto che ho varato la Campionaria da solo in qualche mese. 11 membri a cosa servono? Dobbiamo creare un nuovo stipendificio? Il commissariamento non è un capriccio, ma una necessità dettata dalla situazione finanziaria dell’ente. Prima di tutto i soci paghino i debiti, poi si potrà parlare di gestione ordinaria. Da quando sono commissario non ho creato debiti, li ho ridotti di circa 400.000 euro. Sto creando un sistema oculato e rigoroso.

E per quanto riguarda la trasformazione in s.p.a.?

– Non è praticabile. Almeno finché ci sono i debiti. Risaniamo il bilancio, creiamo una fiera moderna e poi privatizziamola. Chi dovrebbero essere i soci adesso? Quali privati entrano in un’azienda in perdita? La Camera di Commercio non è interessata, Comune e Provincia li devo rincorrere per i finanziamenti. I privati entrano quando non ci sono debiti, quando la Fiera potrà offrire manifestazioni specialistiche, business to business, strutturate in tre, quattro giorni, senza biglietteria. Attualmente siamo troppo antiquati per porci questi problemi.

Ma dove sono finiti i progetti di privatizzazione per i quali era stato nominato persino un secondo commissario [Gaetano Tirrito]?

– Abbiamo speso decine di migliaia di euro in studi di trasformazione di s.p.a. senza trovare soluzioni. Bisogna innanzitutto fare un piano industriale serio, che deve essere approntato dai vertici dell’ente, con proiezione a cinque, a sei anni. Ma ricordiamo che finché la Fiera è un ente può contare sulla vigilanza della Regione e sui finanziamenti. Per esempio i 28 milioni da dividere con Palermo che arriveranno da Bruxelles attraverso i P.o.r.

E per quanto riguarda lo spostamento in altra sede?

– Se vivo da solo non mi compro una casa di 500 mq. Le fiere per avere una base devono avere una storia. Se io domani mattina prendo l’ex Sanderson e faccio una fiera specialistica, ma non ho una storia alle spalle, ho buttato i soldi. Bisogna fare girare il nome per attirare gli espositori. Siamo su questa strada: pensate che quest’anno, a fiera iniziata sette espositori hanno chiesto di entrare a prezzo pieno, perché avevano sentito parlare dell’evento.

C’è in cantiere l’allargamento delle attività fieristiche al Mediterraneo?

– Il mio sogno sarebbe fare una Fiera mondiale. Ma per ora l’obiettivo è tornare all’internazionalità. Già la Campionaria quella di quest’anno mi hanno dato grande soddisfazione. Ho ricevuto complimenti da gente di fuori, entusiasti per la pulizia e la cura della manifestazione. Ma neanche i messinesi si sono lamentati. Dal prossimo anno mi muoverò al livello internazionale. Ho come referenti tutte le Camere di Commercio del mondo, a cui mostrerò con il consuntivo di quest’anno.

E per quanto riguarda il raccordo con il territorio? La Fiera si pone l’obiettivo di essere sempre più vetrina per le aziende locali?

– Sarebbe il mio sogno, ma la realtà è che non abbiamo molte aziende nel territorio. Pensate che ad “Arte in Fiera- abbiamo avuto le ceramiche di Caltagirone, ma non quelle di Santo Stefano di Camastra, perché non avevano i duecento euro per affittare lo stand. Le aziende sarebbero venute se fosse stato gratis. Alla fine abbiamo raccolto molte meno adesioni di quante ce ne aspettavamo. Per questo motivo ho deciso che per quanto mi riguarda l’artigianato non metterà più piede in Fiera. Piuttosto inserirò una sezione di artigianato nell’ambito della Campionaria.

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