Grioli (Pd): «Un nuovo Prg non sarà la panacea di tutti i mali»

Grioli (Pd): «Un nuovo Prg non sarà la panacea di tutti i mali»

Grioli (Pd): «Un nuovo Prg non sarà la panacea di tutti i mali»

giovedì 21 Gennaio 2010 - 08:55

Secondo il segretario comunale del Pd non basta pensare ad un nuovo Piano regolatore: «Ci vuole un atteggiamento più pragmatico: iniziamo col perimetrare tutte le aree a dissesto idrogeologico. E poi le tentazione è sempre in agguato»

Che l’amministrazione Buzzanca abbia deciso di dar via all’iter per un nuovo Piano regolatore è cosa nota. Sulle modalità con cui questo dovrà avvenire non sempre c’è stato accordo (vedi il caso delle linee guida dell’assessore Corvaja), ma tant’è: “domani”, un domani chiaramente ancora indefinito, la Messina del sacco edilizio avrà un nuovo Prg. Ma è dell’oggi che si preoccupa, riguardo le politiche del territorio, il segretario comunale del Pd Giuseppe Grioli. «Ai messinesi – scrive in una nota – interessa del presente, e pertanto è opportuno che nessuno faccia pensare che un nuovo Prg risolverà i problemi dell’edilizia selvaggia o tanto meno quelli del dissesto idrogeologico. Il presente è il problema di cui dobbiamo occuparci con priorità assoluta. Allora dovremmo forse dire che troppe parole si sono sprecate in questi mesi soprattutto da parte di coloro che hanno responsabilità dirette nel controllo e nella verifica dei requisiti per poter rilasciare concessioni o autorizzazioni ad edificare».

«Possiamo dire – aggiunge Grioli – che non c’è bisogno di bloccare il Prg per negare una concessione edilizia? E’ proprio così, la semplice previsione nel Prg di una destinazione urbanistica che prevede l’edificabilità non è di per se sufficiente a far sorgere nel proprietario del terreno un diritto assoluto ad edificare. Infatti se la costruzione per la quale il privato presenta progetto non ha i requisiti compatibili con le caratteristiche geomorfologiche del terreno o l’insediamento che si prevede comporta un flusso di veicoli che le opere di urbanizzazione primarie esistenti non possono sopportare, è dovere degli organi preposti non autorizzare l’edificazione. Nel primo caso sarà il Genio Civile a non rilasciare parere favorevole, nel secondo caso dovrà essere il Comune a non rilasciare concessione senza con ciò violare un diritto del cittadino che si scontra con un interesse generale. Se prendiamo poi il caso dei Piani di Lottizzazione sarà il consiglio comunale a verificare le condizioni per l’approvazione del Piano così come è presentato dai privati. Il terreno su cui ci si muove è scivoloso e di questo dobbiamo prenderne atto, ma l’approccio al problema deve essere serio e concreto scevro da incrostazioni propagandistiche. Posto che l’Amministrazione comunale sia convinta di procedere alla redazione di un nuovo Prg, non può non prevedere un confronto a tutto campo con tutte le forze politiche e sociali della città. Partire dal presupposto che il PRG attuale è stato stravolto con la variante del 2002 ad opera dei numerosi emendamenti in consiglio comunale che hanno trasformato moltissime aree non edificabili in zone B ed hanno determinato i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Un Piano che è diventato un programma di fabbricazione e non di sviluppo della nostra città».

Grioli fa notare che «se partiamo da questo dato dovremmo dire pure che del Prg attuale non è stata attuata proprio la parte relativa ai Piani Particolareggiati delle zone costiere e dei villaggi che avrebbero potuto rilanciare l’economia con iniziative economiche non più rivolte alla costruzione di case ma di infrastrutture di utilità sociale, turistica, e di servizi. Bisogna sempre tenere alta l’attenzione sulle speculazioni perché nessuno oggi ci può garantire che con l’avvio dell’iter del nuovo Prg il consiglio comunale non si lanci nuovamente in emendamenti tendenti a trasformare zone non edificabili in edificabili. La tentazione è sempre in agguato. Per ritornare al presente, bisogna avere un approccio pragmatico e realistico». Il Pd, in questo senso, la sua proposta l’ha fatta, attraverso un ordine del giorno in cui si chiede all’Amministrazione di «procedere immediatamente a perimetrare tutte le aree del territorio comunale che secondo l’analisi del geologo configurano un rischio idrogeologico R4. Una volta perimetrale tali aree si potrebbe sovrapporre sul Prg attuale tali perimetrazioni ed inserire nelle norme di attuazione del Prg una norma che prevede per tali aree un vincolo di non edificabilità. Questo è il primo passo. Certamente più rapido ed efficace di un nuovo Prg che se tutto andrà bene giungerà a conclusione tra cinque anni».

«La sfida è anche culturale – conclude Grioli – perché bisogna cominciare a indirizzare gli imprenditori edili a puntare su un edilizia delle infrastrutture e dei servizi e non più all’edilizia delle palazzine. Oggi il primo passo lo deve fare la politica consapevole che in gioco c’è la sopravvivenza della città che continuando così rischia di implodere».

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