Incendi, immigrazione, racket: dalle parole si passi ai fatti

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Redazione

Incendi, immigrazione, racket: dalle parole si passi ai fatti

lunedì 03 Settembre 2007 - 14:04

Il deputato regionale Ballistreri invoca risposte concrete da parte della politica

Contro la criminalità le parole non bastano. Questo il messaggio lanciato dall’on. Maurizio Ballistreri, capogruppo di Uniti per la Sicilia all’ARS. Il deputato regionale constata con amarezza che anche l’estate che sta per concludersi è stata caratterizzata da immigrazione, incendi, racket, tutti punti sui quali la politica e le istituzioni devono concentrare la propria attenzione, problematiche che non hanno bisogno di «una risposta parolaia». Secondo Ballistreri «non servono risposte legate al protagonismo d’immagine per problemi che, invece, vanno affrontati alla radice». L’ex segretario provinciale della Uil riserva una frecciata ad uno degli argomenti che più hanno fatto discutere negli ultimi giorni. «Non servono i divieti per i lavavetri» ha detto «ma severe azioni contro l’immigrazione clandestina e la delinquenza che la gestisce sulle spalle dei disperati». Inevitabile un cenno agli incendi. Secondo Ballistreri sono inutili «proclami contro gli incendiari ma, in Sicilia, una seria riorganizzazione della Forestale che deve divenire un Corpo per la

protezione civile nell’isola; non serve invocare l’esercito o misure contro l’associazionismo di imprenditori» e qui si apre il tema racket «che, non lo si dimentichi, sono vittime della mafia. Su questo terreno la classe politica, senza inutili chiacchiericci o, peggio, parate pubbliche con nuovi dibattiti nelle sedi istituzionali, ha il dovere di reperire immediatamente risorse, a partire dalla Regione siciliana, che sostengano le aziende che rifiutano il racket, individuandole dai tagli ai costi della politica, in primo luogo gli enti inutili. Sono queste – conclude Ballistreri – le riposte che la società civile si attende dalle istituzioni, proprio perché la lotta per la legalità, contro la mafia e per la sicurezza dei cittadini riguarda in primo luogo la classe politica».

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