Messinambiente, arrivano gli stipendi. Ma Santalco attacca: «La società venga sciolta e Dalmazio si dimetta»

Messinambiente, arrivano gli stipendi. Ma Santalco attacca: «La società venga sciolta e Dalmazio si dimetta»

Redazione

Messinambiente, arrivano gli stipendi. Ma Santalco attacca: «La società venga sciolta e Dalmazio si dimetta»

lunedì 19 Novembre 2007 - 11:33

Anticipato a domani l'incontro in prefettura, oggi riprenderà il servizio di raccolta. L'ex capogruppo comunale Udc: «Messinambiente produce solo sprechi». Lettera aperta della Cisl

Si è sbloccato il caso Messinambiente, almeno per il momento. A confermarlo c’è la convocazione da parte del Prefetto di tutte le parti chiamate in causa. Domani si terrà un incontro, in anticipo rispetto alle previsioni, nel quale si avranno maggiori chiarimenti, e nelle prossime 48 ore verranno pagati gli stipendi di ottobre, dopo che l’Ato3 ha accreditato 2,4 milioni di euro. Già da oggi il prefetto Francesco Alecci ha chiesto ai dipendenti di riprendere il servizio di raccolta, per evitare ulteriori disagi alla città.

Ciò nonostante, non si spegne il fuoco delle polemiche sulla questione rifiuti, alimentato dall’emergenza nel quale versa la città da un paio di giorni. Carmelo Santalco (nella foto), ex capogruppo consiliare Udc a Palazzo Zanca, ha fatto del caso Messinambiente una battaglia personale al Comune, una battaglia che oggi prosegue, chiedendo, come già fatto in passato, le dimissioni del presidente della società Antonino Dalmazio e lo scioglimento di Messinambiente stessa, una società che, secondo Santalco, «produce sprechi, accavallamento di competenze, scarsa qualità del servizio, disfunzioni e inefficienze nel sistema di raccolta dei RSU».

Quanto accaduto in questi giorni sarebbe solo un sintomo di una malattia già denunciata mesi fa (si ricordi il dossier presentato dallo stesso Santalco, dai deputati nazionale e regionale D’Alia e Ardizzone e dal senatore Libè).

Santalco ricorda come già nel maggio 2007 il Cda di Messinambiente prendeva atto di una «grave situazione finanziaria nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria e dei debitori (che nel frattempo avevano notificato anche decreti ingiuntivi), ingiunzioni di pagamento dell’Agenzie delle Entrate pari a 570.000 euro, accantonamenti di TFR da effettuare per circa 600.000 euro», quantificando una perdita di bilancio di oltre 2,5 milioni di euro. E in quello stesso Cda, aggiunge Santalco, «si parlava di concrete difficoltà nel pagamento dei futuri stipendi ai dipendenti. Tutto era dunque ben noto».

L’esponente Udc si chiede: «cosa hanno fatto da allora ad oggi il Presidente Dalmazio e l’intero Consiglio di Amministrazione per porre rimedio a quello che oggi è sfociato nella vergognosa emergenza rifiuti che è sotto gli occhi di tutti? Perché si è aspettato di arrivare ad una situazione di emergenza ambientale per porre con forza il problema del pagamento degli stipendi ? Era questo quello a cui si voleva arrivare?».

Secondo Santalco sarebbe stato un atto di responsabilità denunciare per tempo lo stato finanziario della società e rassegnare le dimissioni, anche perché «le spese per il personale sono costi fissi e pluriennali che vengono iscritti per primi nei bilanci delle società e sono dunque somme facilmente prevedibili, non comprimibili e non differibili». Dunque le ipotesi sono due: «o il bilancio di previsione 2007 è stato redatto male o chi doveva trasferire le somme non lo ha fatto (il Comune, l’ATO3 ?) omettendo di compiere un atto d’ufficio ed assumendosene tutte le responsabilità». C’è una terza ipotesi che Santalco fa: la mancanza totale di dialogo tra Messinambiente e Ato3, aggravata dal fatto che il Comune trasferisce a quest’ultima 40 milioni di euro.

Sarebbe un grave errore se il Comune e per esso il Commissario decidesse di ripianare la perdita di circa 2.500.000,00 di euro (magari cedendo “gratis et amore dei– l’immobile di Via Salandra) per prorogare l’agonia gestionale di Messinambiente. Considerato anche che la legge «pone l’obbligo per le Autorità d’Ambito di affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani mediante gara; in particolare al comma 6 dello stesso articolo (il 202 del Dlgs 152/2006)la Legge disciplina anche i meccanismi di salvaguardia dei posti di lavoro e delle condizioni contrattuali degli attuali dipendenti», Santalco si chiede: «La convenzione tra Messinambiente e il Comune di Messina che scade nel 2010, può superare l’obbligo imposto dalla Legge di affidare il servizio mediante gara?».

Dopo aver sottolineato come sia fondamentale che Messina abbia una propria discarica, come sia stato un errore non aver fornito la città di un termovalorizzatore e quanto sia cruciale la raccolta differenziata per questo settore, sia in termini di costi che di qualità dei servizi, la richiesta di Santalco è netta: «Dalmazio e i componenti del CDA si dimettano e non ostacolino più il processo di messa in liquidazione di una società che oggi non ha più le condizioni gestionali e le caratteristiche qualitative per svolgere quel servizio pubblico per il quale era stata costituita».

E sulla questione è intervenuto anche Lillo Oceano della Cgil, affermando che: -Il pagamento dello stipendio di ottobre risolve il problema più urgente dei lavoratori ma lascia sul tavolo tutti i nodi sul futuro della Messinamebiente. La Cgil, pertanto, ritiene doveroso e urgente affrontare la questione a 360° per risolvere complessivamente e definitivamente il caso Messinambiente-.

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