I misteri del Piano regolatore: quanti intrecci intorno alle colline di Pace

I misteri del Piano regolatore: quanti intrecci intorno alle colline di Pace

I misteri del Piano regolatore: quanti intrecci intorno alle colline di Pace

venerdì 27 Marzo 2009 - 10:43

Un -errore- trasforma un'area agricola in edificabile e l'assessore Corvaja chiede di rimediare. Ma la ditta proprietaria aveva già chiesto concessione edilizia presentando ricorso al Tar. E secondo il Prusst in quella zona dovrà nascere un complesso alberghiero

Il piano regolatore di Messina non risponde a scienze esatte. Ce lo ricordano ogni giorno i colossi di cemento e mattone che sovrastano le nostre colline, anche lì dove avremmo detto: -Qui nessuno costruirebbe mai!-. Capita, così, che una porzione di territorio classificata come -E1-, dunque agricola, diventi -per errore- edificabile, zona B4d per l’esattezza. Un errore a cui il consiglio comunale, secondo una delibera proposta dall’assessore all’Urbanistica Pippo Corvaja (nella foto), dovrà porre rimedio. Il caso in questione riguarda la contrada Ortoloco, in località Porticatello di villaggio Pace, piccola area sulle colline di sabbia che secondo le originarie previsioni era destinata a -zona di interesse naturale paesistico-. Nel 2002, però, la Regione approvava il nuovo piano regolatore generale, adottato dal consiglio comunale nell’aprile ’98, nel quale l’area di cui sopra veniva riportata come B4d, dunque edificabile.

Dell’errore ci si accorge solo nel 2005, quando il dirigente alle Politiche del territorio Manlio Minutoli suggerisce di procedere «con estrema urgenza al fine di rettificare l’errore rilevato», che in soldoni consiste nell’aver riportato nelle tavole un’area edificabile di maggiore estensione rispetto a quella prevista. Il 22 settembre 2005 il consiglio comunale esegue gli ordini, e con la delibera 72/C adotta la variante parziale al Prg riportando la contrada Ortoloco da B4d a E1. Tutto risolto, dunque? Nemmeno per idea. Pochi mesi fa, nell’ottobre scorso per l’esattezza, l’assessorato regionale Territorio e Ambiente, sentito il parere del Consiglio Regionale Urbanistica, notifica al Comune che la variante non è approvata per «carenza di congrua motivazione». Qui interviene Corvaja con la sua delibera, giunta in consiglio comunale mercoledì scorso e rimandata in commissione: l’assessore propone di «pronunciare in autotutela la dichiarazione di nullità della previsione di porzione della zona -B4d-», in breve di ritrasformare la contrada Ortoloco in località Porticatello da edificabile in agricola.

Sorge spontanea una domanda: a chi appartiene quel terreno? E i proprietari saranno -contenti- di questo cambio di destinazione d’uso, considerato che il tutto ha origine da un errore piuttosto clamoroso degli uffici comunali? Il terreno appartiene alla ditta Agriverde s.r.l., che aveva acquistato quella porzione agricola di quasi diecimila metri quadri nel 1990, contando probabilmente sul fatto che nella prima bozza del piano regolatore, non approvata a Palermo, era prevista la rimozione del vincolo paesaggistico da quella zona. Una volta poi passata la versione definitiva del Prg con tanto di -errore- incluso, la Agriverde ha presentato istanza di concessione edilizia per il progetto relativo alla costruzione di un complesso edilizio residenziale (cinque palazzi da quattro piani l’uno). La delibera 72/C del consiglio comunale manda a monte il progetto, ma la Agriverde, ovviamente, non ci sta e presenta ricorso al Tar, contro il quale il Comune si oppone. Anche secondo il legale dalla Agriverde la decisione del Comune è priva di adeguata motivazione, alla quale si aggiunge «l’assoluta illogicità ed irrazionalità di una scelta urbanistica difforme dalla situazione di fatto esistente».

Così mentre questo ricorso viaggia sui binari del Tar, il Comune ne ha proposto un altro, il 3 dicembre scorso, contro la decisione della Regione di bocciare la variante adottata dal consiglio comunale. Ma c’è un altro aspetto che rende ancor più interessante e intricata la vicenda. La località Porticatello di villaggio Pace, infatti, la ritroviamo al punto 14 dei progetti relativi al P.R.U.S.S.T. (Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile), -figlio- dell’attuale assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio. In quell’area si prevede la realizzazione di un complesso agri-mare-turismo, con tanto di residence alberghiero, spazi ristoro, ricreativi e per lo sport. Il tutto nonostante l’area di intervento, si legge nella documentazione del Prusst, «ricade in zona omogenea E con destinazione d’uso agricola». Indovinate quale ditta ha proposto il progetto? Proprio la Agriverde s.r.l. di cui sopra. Sembra l’intreccio di un romanzo, parliamo invece di quella che ormai si può considerare ordinaria amministrazione in questo -pazzo- Comune di Messina.

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