Pippo Rao: -Dopo sei mesi vogliamo capire qual'è la reale volontà operativa dell'amministrazione per supportare gli ex dipendenti-
Dopo l’ennesimo appello arrivato ieri dagli ex lavoratori della Molini Gazzi, attraverso il quale è stata denunciata la latitanza politica, la sete di giustizia e soprattutto la voglia di tornare a lavorare, oggi un prima risposta sembra essere arrivata dalla Provincia, nella speranza che porti a qualcosa di concreto. Gli assessori provinciali a Lavoro ed all’Industria Renato Fichera e Pietro Petrella infatti, incontreranno venerdì 21 novembre alle ore 10, presso la sede dell’assessorato provinciale al Lavoro in viale San Martino, il neocommissario straordinario dell’Area di Sviluppo Industriale, Calogero Beringheli ed un gruppo degli ex dipendenti dell’azienda. Secondo quanto emerge da palazzo Dei Leoni, nel corso dell’incontro si verificherà la possibilità di reperire una struttura che possa permettere ai ventisette lavotori di avviare la cooperativa di produzione di farinacei.
L’ennesima vana speranza? E’ quello che vuole sapere anche il gruppo del Pd alla Provincia, che oggi è tornato a chiedere risposte certe per il futuro di questi uomini e delle loro famiglie. -E’ vero che i due assessori hanno sempre dimostrato massima disponibilità al dialogo e al confronto, impegnandosi, anche in quelle riunioni in cui noi eravamo presenti, a trovare una soluzione – ci spiega il segretario provinciale del partito Pippo Rao. Ma dopo sei mesi vogliamo capire qual’è la reale volontà operativa dell’amministrazione-.
Opposizione che nel corso della seduta straordinaria del Consiglio Provincia tenutasi in piena estate, il 13 agosto scorso, aveva presentato una mozione poi approvata dall’aula proprio sulla vertenza -Molini Gazzi-. Dunque convergenza sostanziale di tutti i gruppi consiliari sul testo che impegnava il Presidente della Provincia affinchè -promuovesse un incontro tra la proprietà dell’Azienda ed i rappresentanti dei lavoratori al fine di trovare la composizione della vertenza nell’interesse primario dei lavoratori e nell’ipotesi in cui l’Azienda non intenda accogliere la richiesta dei lavoratori di proseguire la produzione, accompagni con strumenti e risorse il progetto di costituzione di una società cooperativa composta dai lavoratori al fine di dare continuità all’attività industriale, magari mettendo a disposizione un’area ASI ove allocare i macchinari ed istituire il ciclo di produzione-.
Adesso sembra più che maturo il tempo per ottenere delle risposte.
(foto Dino Sturiale)
