L'Mpa e D'Amore fanno sul serio: «Andremo fino in fondo». De Luca: «Il Pdl fuori dal governo regionale»

L’Mpa e D’Amore fanno sul serio: «Andremo fino in fondo». De Luca: «Il Pdl fuori dal governo regionale»

Redazione

L’Mpa e D’Amore fanno sul serio: «Andremo fino in fondo». De Luca: «Il Pdl fuori dal governo regionale»

venerdì 09 Maggio 2008 - 13:16

Lo Monte sfida Ricevuto e Siracusano alla Provincia: «Il ballottaggio? Un problema che dovranno porsi gli altri». Il candidato sindaco di Risorgimento messinese: «Siamo qui per vincere»

Fino all’altro ieri quella delle prossime amministrative era stata una campagna elettorale morbida, quasi “addormentata-, animata solo ogni tanto da alcuni “fuochi- di sinistra. Si è accesa improvvisamente, con quella che è stata polemicamente definita “fuga in avanti- del Pdl e dell’Udc che hanno candidato Buzzanca e Ricevuto tirandosi fuori da questo fantomatico tavolo regionale e soprattutto mettendo ai margini l’Mpa. Che non ci ha pensato due volte, e dopo una prima riunione notturna tra mercoledì e giovedì, un summit a Catania col presidente della Regione Lombardo nel pomeriggio di ieri e un’affollata assemblea di partito protrattasi fino alle tre di questa mattina, ha rotto gli indugi provocano un vero terremoto politico, che rischia di creare scossoni in tutta la Regione: Fabio D’Amore, co-fondatore insieme a Carmelo Briguglio di “Risorgimento messinese-, è il candidato sindaco anche dell’Mpa e di altri movimenti e partiti cosiddetti “minori-, come “Progetto per Messina-, la Dc e la Rosa bianca; Carmelo Lo Monte, invece, numero uno messinese dell’Mpa, sfida Ricevuto e Siracusano per lo “scettro- di Palazzo dei Leoni. Ma quello che emerge dalla due giorni di fuoco dell’Mpa è una volontà di battere i pugni sul tavolo anche a Palermo, dove in questi giorni Lombardo dovrà definire il quadro del nuovo governo regionale. La famosa “fuga in avanti- di Messina rischia di creare più problemi di quanto ci si potesse aspettare, e non a caso ieri sono arrivate più o meno convinte prese di distanze dai leader regionali di An e Udc, Pippo Scalia e Saverio Romano, i quali hanno ribadito l’importanza del tavolo regionale.

Ma anche oggi, dopo aver espresso questi concetti sia a Lombardo che all’assemblea del partito, il deputato regionale Cateno De Luca è tornato con forza su questo argomento. Sottolineato come «ancora una volta le scelte per Messina sono state fatte al bar Giolitti (noto locale di Roma dove si ritrovano alcuni esponenti politici, ndr)», il “soldato dell’Autonomia- di Fiumedinisi ha affermato: «Il problema non riguarda solo Messina, questa è la punta di un iceberg che coinvolge tutte le province siciliane. Certo, qui si sono rispolverati personaggi che rappresentano forse l’Abruzzo o Barcellona, non Messina (chiaro riferimento a Ricevuto e Buzzanca, ndr). Se dunque l’Mpa è costretto a prendere certe decisioni, allora il presidente Lombardo dovrà fare altre scelte anche a livello regionale. Non si capisce, e la gente non capirebbe, perché la prossima giunta debba avere rappresentanti del Pdl. Ci vuole una chiarezza generale, perché alla fine non rimanga solo una questione messinese. Certo, poi esistono faide interne che hanno consentito a piccoli leader locali di fare le proprie fortune. Ma se c’è un progetto alternativo nelle province, allora dovrà esserci anche alla Regione». Ma come immaginare, alla luce delle elezioni vinte con una determinata coalizione e con una ben precisa maggioranza all’Ars, un governo regionale senza Pdl e, a questo punto, Udc? «Le maggioranze possono cambiare – risponde sereno De Luca – non vedo dove sia il problema». Si apre un fronte, in ogni caso, che inevitabilmente si sposterà, questa volta in maniera seria ed inevitabile, su un infuocato tavolo regionale.

E mentre Fortunato Romano, anche lui deputato regionale, si dice «indignato da quanto avvenuto in questi giorni, mi sono candidato e continuo a impegnarmi per dare un’anima alla politica e restituirle un po’ di etica», i candidati alla Provincia e al Comune lanciano il guanto di sfida.

«La nostra non è una reazione – chiarisce subito Lo Monte – non presentiamo un progetto contro qualcuno, semplicemente facciamo una scelta in coerenza con le ragioni della nascita del Movimento per l’Autonomia. Una scelta che non vuole creare contrapposizioni, non vuole essere una strategia per i giochino di potere. Portiamo avanti un programma che è in itinere, pronto ad accettare il contributo della gente, degli amministratori locali ai quali rivolgo il mio invito. Basta con le scelte salottiere, vogliamo interpretare l’esigenza di quanti vogliono voltare pagina. Vogliamo dare la possibilità ai cittadini di scegliersi i propri amministratori. Siamo aperti al contributo di quanti non vogliono più subire le scelte dei propri partiti e le vivono con disagio, anche di centrodestra. Siamo attenti ai piccoli partiti, senza superbia di potere. Noi facciamo sul serio, non ci aspettiamo prebende né regalie. Siamo stanchi dei parrucconi, vogliamo freschezza e coraggio». Il ballottaggio? «Penso che sia un problema che dovrebbero porsi gli altri. Ad ogni modo noi andremo fino in fondo, e sono convinto che saremo protagonisti anche dopo le elezioni».

Fabio D’Amore, che in pochi giorni si è ritrovato alla guida di un vero terzo polo, si dichiara «onorato di questo apparentamento. E’ il coronamento di un progetto nato a ottobre, quando in tempi non sospetti lasciai il partito di cui facevo parte. Non condividevo la logica partitica, le scelte calate dall’alto, l’assenza di un progetto valido. Sono convinto che adesso può succedere quanto accaduto con l’Mpa nel 2005. Allora era una piccola realtà, oggi ha il presidente della Regione. L’Mpa esce da questa logica del bipartitismo e lavora ad un programma con la gente. Noi siamo qui per vincere – conclude – ed eventualmente dire la nostra al ballottaggio».

(foto Dino Sturiale)

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