La parola al candidato: Genovese dice la sua su Atm, rifiuti e la corsa a Palazzo Zanca

La parola al candidato: Genovese dice la sua su Atm, rifiuti e la corsa a Palazzo Zanca

Redazione

La parola al candidato: Genovese dice la sua su Atm, rifiuti e la corsa a Palazzo Zanca

lunedì 04 Febbraio 2008 - 15:22

Intervista al segretario regionale del Pd: «Ci sono le condizioni politiche per una alleanza di centrosinistra. Sinatra? Rischia di fare troppa politica»

«Prima di tutto Messina» è lo slogan con il quale Francantonio Genovese si è presentato agli elettori messinesi per la seconda campagna elettorale in poco più di due anni (la terza se consideriamo quella delle primarie del Pd). Il modo più diretto per rispondere a quanti avrebbero scommesso tutte le proprie fiches sul fatto che le mire dell’ex sindaco sarebbero state dirottate altrove, a Palermo per prendere il posto di Cuffaro, o addirittura a Roma dove si rimescoleranno le carte in Parlamento e in Consiglio dei ministri.

«L’interesse principale – ci conferma il segretario regionale del Pd – è Messina, e quello slogan vuole essere chiaramente una risposta a quanti sostenevano che non mi sarei candidato. E’ un atto dovuto, avendo speso tutte le energie nella prima fase della mia amministrazione, prima di essere mandato a casa per motivi che nulla hanno a che vedere con la politica. Penso di avere soluzioni che adesso sono più agevoli rispetto a due anni fa, conosco meglio la macchina amministrativa, sono più in condizioni di formulare proposte per proseguire quel discorso bruscamente interrotto».

Ci sono dunque i presupposti per parlare di una prosecuzione anziché di un nuovo inizio, qualora dovesse vincere le elezioni?

«Chiaramente ho inquadrato molte cose, e per certi aspetti l’impostazione che daremo sarà diversa. Ci sono stati degli errori che dovremo rettificare, magari affidandoci a tutti quei collaboratori e a quelle professionalità che possono darci una mano».

Se fra qualche mese dovesse tornare sindaco, si ritroverebbe con quei famosi poteri speciali che ottenne faticosamente in mano al prefetto, dunque una figura non politica.

«Il prefetto è garante di una realtà per la quale abbiamo lottato parecchio. Una figura autorevole che sta mettendo la città nelle condizioni di colmare questo vuoto amministrativo. All’insediamento del prossimo sindaco si vedrà come conciliare le due cose».

Qualcosa è cambiato in questi mesi, da quando lei non è più sindaco. Adesso c’è il Pd, e non si sa con quale coalizione andrete alle urne.

«Il partito a livello nazionale ha deciso di correre da solo. Credo che qui si possa superare questo discorso, se gli alleati lo vorranno, ma ripeto, penso che a Messina ci siano le condizioni politiche che consentano un’alleanza di centrosinistra».

In tanti chiedono un suo parere sulla vicenda Atm.

«La situazione è gravissima, ma lo era già quando ci insediammo. Bisogna lavorare a una soluzione che metta al riparo l’azienda, i servizi e i lavoratori. Attualmente è un carrozzone, ma la trasformazione in Spa, con il successivo ingresso di un partner privato, credo possa rappresentare l’elemento finale di sfogo di questa vicenda. E’ inutile negare che qualche errore c’è stato nella gestione dell’Atm, e bisogna provvedere a correggerlo, anche con l’aiuto dei sindacati che sono stati molto attenti. Certo è che c’è l’assoluta necessità di un vero e proprio rilancio dell’azienda».

Perché il contratto di servizio tra Comune e Atm è rimasto chiuso in un cassetto?

«Lo avevamo tirato fuori dal cassetto e portato in Consiglio comunale. Poi per quello che è successo non ci sono stati più i tempi per procedere».

L’Atm è solo una delle partecipate del Comune, che ancora una volta sono finite nell’occhio del ciclone. Tra queste l’Istituzione dei Servizi sociali e Messinambiente, per le quali qualcuno chiede la chiusura. Come bisogna agire con le municipalizzate?

«Penso innanzitutto che il commissario non può e non dovrebbe fare nulla, perché non può prendere un’iniziativa esclusivamente politica e democraticamente riconosciuta. Detto questo, è vero che ci sono posizioni contrastanti, soprattutto sull’Istituzione, sulla quale ho visto che anche i sindacati si sono espressi. Per quanto riguarda Messinambiente non abbiamo mai proceduto con la chiusura perché non si sa che fine faranno gli Ato, per via di una decisione del governo Cuffaro per fortuna “defunto-. Aspettiamo che ci sia chiarezza a livello regionale sulle società d’ambito, prima di prendere qualsiasi decisione».

Non c’è dubbio, però, che la gestione dei rifiuti vada rivista e sia uno dei problemi principali di questa città, pur non arrivando ai livelli drammatici di Napoli. La raccolta differenziata è a percentuali bassissime e rimane il nodo della discarica.

«Come raccolta differenziata siamo al livello zero. E’ vero, poi, che non siamo ai livelli di Napoli, ma rischiamo di arrivarci nel giro di pochi anni. E’ necessario che il nuovo governo regionale attui un programma serio e concreto».

A proposito di Regione, il Pd ha deciso il suo candidato?

«Ci vedremo questo mercoledì per decidere se correre da soli o meno, ed è probabile che possa venir fuori qualche nome».

Tornando a Messina, quando lei si insediò ci fu subito il dubbio se dichiarare il dissesto o meno. Oggi aleggia ancora questo spettro, eppure quando si dimise il professor Centorrino da assessore al Bilancio parò di un “risanamento finanziario avviato-. Oggi non parrebbe essere così.

«Il risanamento era stato avviato, e sono tuttora convinto che ci siano le condizioni per mettere i conti a posto, ad esempio con la dismissione degli immobili o con la costituzione della nuova società per la raccolta dei tributi. La situazione rimane grave, ma il meccanismo deve essere oliato, ed è normale che quando si arriva “affogati- si rischia il collasso».

In conclusione, cosa ne pensa dell’operato del commissario Sinatra?

«Preferisco non giudicare chi è, appunto, un commissario e starà qui per pochi mesi. Forse, però, rischia di fare troppa politica…».

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