Piattaforma logistica: Stradiotto chiede accordo istituzionale

Piattaforma logistica: Stradiotto chiede accordo istituzionale

Redazione

Piattaforma logistica: Stradiotto chiede accordo istituzionale

lunedì 03 Settembre 2007 - 12:01

il sottosegretario allo Sviluppo economico: «Governo disponibile a finanziare un progetto condiviso e innovativo»

Bando ai particolarismi. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Marco Stradiotto, stamattina a Messina per una riunione aperta sul progetto di piattaforma logistica integrata (nella foto il nutrito tavolo dei lavori, con il presidente dell’Autorità portuale Enzo Garofalo, il presidente di Confindustria Ivo Blandina, i due organizzatori Giovanni Mollica e Pippo Trimarchi, il sottosegretario Marco Stradiotto, il segretario provinciale della Cisl Maurizio Bernava, il comandante della Capitaneria di Porto Antonio Samiani, l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Giuseppe Laface, il professor Michele Limosani), richiama gli enti locali ad una politica comune. «Se ogni ente presenta un progettino senza respiro non ci saranno finanziamenti per nessuno – ha spiegato l’onorevole –. Se invece si crea un accordo su un unico progetto, caratterizzato da forte innovatività, sul piano tecnologico e strategico, avrà l’attenzione che merita». E i fondi ci sono, stanziabili attraverso Industria 2015, il disegno di legge sulla nuova politica industriale varato dal Governo il 22 settembre 2006, le cui previsioni sono state recepite dalla Legge Finanziaria 2007. Addirittura nel disegno c’è un capitolo riservato alla logistica e ai trasporti. «Ma non ci saranno finanziamenti a pioggia. Se vogliamo diminuire le tasse dobbiamo cominciare a tagliare le spese».

Un progetto attualmente esiste, lo ha elaborato l’ufficio “Grandi opere ed infrastrutture strategiche- del Comune, diretto dall’ingegner Mario Pizzino. Il sottosegretario non lo ha ancora visto e non ha potuto dare un giudizio, e poi bisogna ancora registrare la convergenza delle varie istituzioni. Se l’Autorità portuale sembra avere accolto l’idea, la Provincia punta piuttosto sull’aeroporto nella valle del Mela. Ma è anche una questione di spazi. Come ha ricordato il segretario generale dell’Autorità portuale di Gioia Tauro Carmelo Maccarone: «Le piattaforme moderne si misurano non in chilometri quadrati ma in ettari. Quando si dice logistica si pensa a servizi ad alto valore aggiunto, da fornire nelle stesse aree di attracco delle navi. Vale a dire gestione del terminal, stoccaggio, dogana, controlli di qualità, etichettature, operazioni amministrative». E perché no, ha aggiunto il professor Michele Limosani: «Si potrebbe immaginare aree destinate all’assemblaggio di materiali provenienti da diverse parti del mondo per la realizzazione di prodotti finiti pronti per essere immessi sul mercato».

Lo stesso professore ha poi ricordato che nel progettare simili opere bisogna anche guardare al contesto geopolitico e economico generale: «In questo sforzo non siamo soli. Non possiamo farci concorrenza all’interno dello stesso sistema Paese, questo tipo di progettazione rientra in una strategia di Governo». Mentre al livello locale lo sforzo maggiore dovrebbe essere diretto allo sfruttamento della grossa vivacità produttiva ed economica rappresentata dalla provincia. «Attualmente le provincia di Messina ha come riferimenti logistici Palermo e Catania. Messina deve ripensare sé stessa per inserirsi come cerniera tra queste realtà forti e divenire lo sbocco della produttività della propria provincia».

L’integrazione, ovvero l’intermodalità, che rappresenta un aspetto cruciale di una simile opera, consiste nella compresenza nella stessa area di più vettori, gommato, su binari, aereo, navale interno (fluviale), al fine di garantire lo smistamento delle merci in arrivo nel terminal verso i mercati locali. Una caratteristica che potrebbe ulteriormente aumentare l’apporto dell’opera all’economia cittadina in termini di occupazione. Lo ha ribadito il segretario provinciale Cisl Maurizio Bernava, mettendo in guardia, nello stesso tempo, sul rischio che la progettazione possa sbagliare direzione, puntando a obiettivi inattuali, visto il tramonto del progetto Ponte, che ha sancito la rottura del corridoio Uno europeo Berlino – Palermo.

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