Provincia. Il Piano Strade lascia strascichi nel Mpa. Calabrò (Autonomisti di base): dimissioni dalla giunta degli assessori Duca e Bruno

Provincia. Il Piano Strade lascia strascichi nel Mpa. Calabrò (Autonomisti di base): dimissioni dalla giunta degli assessori Duca e Bruno

Provincia. Il Piano Strade lascia strascichi nel Mpa. Calabrò (Autonomisti di base): dimissioni dalla giunta degli assessori Duca e Bruno

mercoledì 20 Gennaio 2010 - 01:49

Il capogruppo ritiene sbagliata la -guerra di religione- dei leader del partito in contrapposizione alla maggioranza. Cerreti: «La dirigenza chiarisca se c'è ancora condivisione del percorso politico intrapreso con Ricevuto»

Come previsto -esplodono- le reazioni politiche dopo l’approvazione del Piano Strade sulla viabilità secondaria in consiglio provinciale. A prendere la parola è il consigliere del Mpa Tonino Calabrò, capogruppo -Autonomisti di Base-, che lancia una provocazione forte: le dimissioni dalla giunta degli assessori autonomisti Daniele Bruno e Gaetano Duca. Una posizione senza mezzi termini, critica nei confronti dei suoi stessi compagni di partito che hanno votato contrariamente all’approvazione della delibera (lui si è astenuto).

«L’approvazione del Piano si è tramutata in una battaglia campanilistica per la difesa di alcune aree geografiche – afferma Calabrò -, speculando anche sulla presenza ai lavori del Consiglio di parecchi Sindaci giustamente interessati alle risposte che la provincia regionale ha il dovere di dare ai territori devastati dagli eventi alluvionali, sia sul versante ionico (con i tragici eventi luttuosi) che su quello tirrenico (con i danni subiti già alla fine del 2008). Ciò con conseguente disagio per quei consiglieri, che come il sottoscritto, hanno ritenuto che tale -Piano della Viabilità-, già approvato da tutte le forze politiche di maggioranza, fosse necessario per non perdere la prima tranche di risorse già assegnate per le strade della nostra provincia. Documento che è stato poi approvato anche con voti favorevoli da parte di alcuni consiglieri di opposizione».

In relazione a quanto accaduto, Calabrò sottolinea l’anomalia politica rappresentata dal comportamento in aula del gruppo di maggioranza del Mpa (il gruppo ufficiale, che come detto ha espresso un voto finale negativo): «Pur prendendo atto della difficoltà politica espressa dal Capogruppo Cerreti, il quale abbandonando l’aula in dissenso con le indicazioni politiche dei vertici provinciali del suo partito ha inteso evitare di apparire come -parte interessata- all’approvazione del -Piano Strade- e pur rispettando la scelta di campo -onorevole- dei colleghi consiglieri autonomisti, non posso non considerare seriamente ciò che è accaduto – continua -. L’aver portato avanti una -guerra di religione- (poi persa in aula) da parte dei leader del Movimento per l’Autonomia, facendo esporre i propri consiglieri in totale contrapposizione con la maggioranza consiliare e con l’Amministrazione Ricevuto, non è stata, alla luce del risultato finale, cosa saggia e giusta. Ci hanno insegnato che i comportamenti politico-amministrativi devono avere una propria logica ed una propria coerenza. Se tutto ciò è vero, gli assessori provinciali Gaetano Duca e Daniela Bruno, rappresentanti del Mpa nella Giunta Ricevuto, devono necessariamente prendere atto di ciò che e’ accaduto e trarne, di fronte all’opinione pubblica, le dovute conseguenze».

Sulla posizione di Calabrò è intervenuto il capogruppo del Mpa Roberto Cerreti, uscito dall’aula al momento della votazione: «Era stata stabilita una linea del partito: sollecitare il ritiro della delibera o votare contro senza i necessari chiarimenti dell’Amministrazione – ci ha rivelato -. Abbiamo fatto il passo di andare in contro all’Amministrazione, chiedendo i chiarimenti che non sono però arrivati. Da lì la spaccatura interna con diverse prese di posizione rispetto alla votazione». Ma ci sono i margini per una rottura tra il Movimento per l’Autonomia e la maggioranza, così come provocatoriamente proposto da Calabrò? «Dopo quanto accaduto è arrivato il momento che la dirigenza del nostro partito chiarisca la propria posizione, confrontandosi con il Presidente Ricevuto per capire se c’è ancora sintonia e condivisione del percorso politico intrapreso». Una situazione che sembra avere le proprie radici alle origini dell’avventura dell’attuale governo di Palazzo dei Leoni, nella fase elettorale, quando Lo Monte sarebbe stato pronto a scendere in campo proponendo un’ulteriore polo con Risorgimento Messinese, lanciando la sfida a Ricevuto. Nonostante il passo indietro, l’amore non sembra mai essere sbocciato al di là dei rapporti con i singoli consiglieri provinciali. Consiglieri spesso -incitati- ad opporsi al resto del centrodestra, facendo venire meno gli equilibri e divenendo spesso una spina nel fianco del loro stesso schieramento. La dimostrazione è rappresentata dai tanti -pruriti- che nel corso di questi due anni si sono manifestati da una parte e dall’altra, amplificati probabilmente dall’esclusione in ambito regionale dei -lealisti- del PdL dalla giunta di Lombardo (vedi articoli correlati in basso).

Tra i consiglieri che hanno votato contro la delibera abbiamo ascoltato Roberto Gulotta, che glissando sulle questioni politiche ha ribadito il le motivazioni dell’opposizione al Piano: «Non siamo contrari all’intervento sulla strada a scorrimento veloce Patti – San Piero Patti, ma non capiamo perché l’Amminitrazione si sia intestardita su un’opera che ha ricevuto per tre volte parere negativo da parte dell’apposita commissione regionale. Mi auguro che le somme vengano spese e che il Piano venga accettato senza ulteriori osservazioni. Se così non dovesse essere, ci sarebbero serie responsabilità da parte dell’esecutivo, del dirigente che ha proposto il piano e del consiglio che ha ritenuto di approvarlo. La nostra richiesta era quella di rimodularlo eliminando l’intervento suddetto e facendo scorrere la graduatoria in modo da effettuare interventi su strade che avevano progettazioni pronte ad essere inserite, senza problemi». (Foto Sturiale)

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