La sinistra non demorde e rilancia con il sindaco di Gela Crocetta
Non sarà una semplice corsa a due a caratterizzare le prossime elezioni regionali di aprile. Se da un lato il Partito democratico sembra ormai aver rotto gli indugi su Anna Finocchiaro, presidente del Pd al Senato, la quale scioglierà ogni riserva tra oggi e domani, sul fronte del centrodestra c’è da registrare la discesa in campo di Gianfranco Micciché, presidente dell?Ars nell’ultima legislatura, candidato direttamente da Forza Italia e dal suo coordinatore regionale Angelino Alfano. Ma non tutti sono d’accordo su questi nomi, a cominciare dall’Udc e dall’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, il quale rompe il silenzio seguito alle sue dimissioni e spara a zero su Micciché, con il quale si era scontrato anche negli ultimi giorni della sua presidenza: «Contrasterò fino alla fine la sua elezione». Ed ecco che si rafforza la candidatura di Raffaele Lombardo, leader del Mpa, considerato l’erede naturale di Cuffaro stesso. «Non sopporto che a decidere tutto siano Berlusconi e Veltroni» ha dichiarato il presidente della Provincia di Catania, che dunque farà da terzo incomodo, spostando equilibri determinanti che potrebbero finire per favorire la stessa Finocchiaro.
Ma anche nel centrosinistra le acque non sono proprio piatte. La cosiddetta “cosa rossa-, infatti, continua a non gradire le decisioni autonome del Pd, e pur considerando la Finocchiaro una candidata all’altezza della situazione, rilancia il nome di Rosario Crocetta, sindaco di Gela, che proprio nei giorni scorsi è stato al centro delle cronache per un attentato di mafia ai suoi danni sventato dalle forze dell’ordine. Il nome di Crocetta, il quale si è detto disponibile ad una candidatura che sia, però, unitaria, fa riporre definitivamente nel cassetto quello di Rita Borsellino. I Comunisti italiani vorrebbero le primarie, ma da Roma il leader del Pd Veltroni ha già fatto sapere che non c’è tempo, mentre il segretario regionale Francantonio Genovese attende tra stasera e domani la risposta definitiva della Finocchiaro.
(nelle foto, Finocchiaro, Miccichè e Lombardo)
