Si ricomincia a parlare del Mezzogiorno, ma non per merito dei nostri parlamentari

Si ricomincia a parlare del Mezzogiorno, ma non per merito dei nostri parlamentari

Redazione

Si ricomincia a parlare del Mezzogiorno, ma non per merito dei nostri parlamentari

martedì 03 Febbraio 2009 - 21:08

Chi ricorda i tempi in cui il Meridione era una priorità per i Governi del Paese?

Sta diventando un coro. Politica e stampa economica nazionale, con il trasformismo simoniaco che le distingue da anni, proclamano che la ripresa italiana deve avere origine a valle della Linea Gustav, nelle arretrate del Mezzogiorno, fino a pochi giorni fa totalmente ignorate.

Sarà un fuoco di paglia?

O è l’applicazione della collaudata tattica secondo la quale basta annunziare una serie di provvedimenti, ben sapendo che non verranno mai realizzati, per mettere la sordina alle legittime aspettative della gente?

Ma, al di là delle affermazioni di principio, quali sono le iniziative che possono favorire la crescita socio-economica del Meridione e, con esso, di tutto il Paese?

Come descritto nell’articolo del 30 gennaio, titolato con le parole di Tremonti a favore del Sud, il Ministero delle Infrastrutture propone di ammodernare la gloriosa “Ferrovia Tirrenica Meridionale” – cioè la tratta Battipaglia-Reggio Calabria realizzata tra il 1883 e il 1895 – per far sì che assolva al ruolo di drenaggio dei colossali flussi di merci che passano nel Mediterraneo, provenienti dall’Asia. Ammodernamento che non vuol dire Alta Velocità (A/V, molto costosa), bensì velocizzazione e Alta Capacità (A/C).

Un progetto di massima delle Ferrovie afferma che, per ridurre di 50’ il tempo di percorrenza della tratta e raddoppiarne la capacità (numero di treni al giorno), “bastano” 3,730 miliardi di euro, ai prezzi 2004.

La somma necessaria è certamente notevole, ma se la confrontiamo con altre grandi opere, quali il Mose di Venezia (4,272 miliardi), il Terzo Valico dei Giovi (Genova-Milano, oltre 5 miliardi secondo i calcoli più aggiornati), i Sistemi Integrati di trasporto di Roma (6,250 miliardi) e di Napoli (3,886 miliardi) o il megatunnel del Brennero (6 miliardi) appare evidente che vale la pena spenderli, tanto rilevanti sono i vantaggi che ne potrebbe trarre l’Italia intera, Padania inclusa.

Sempre volendo dar credito ai … Ministri delle Infrastrutture degli ultimi lustri.

Se a quanto sopra aggiungiamo che lungo tutto percorso, dall’estremo Sud fino alle Alpi, potrebbero nascere nuclei di sviluppo locale nei quali incentivare – in base alle peculiarità del territorio – “diffusi ed equilibrati processi di sviluppo sostenibile” ammettiamo che apparirebbe incomprensibile la scelta di un Governo che attribuisce priorità, che so … alla Cecina-Civitavecchia (1,9 miliardi) e rinvia ancora una volta un’opera che darebbe respiro a un terzo d’Italia, con con riflessi positivi sull’intera penisola.

Intendiamoci bene, siamo lieti che le opere prima elencate siano in fase avanzata di realizzazione o pronte per essere avviate. E siamo orgogliosi di contribuire, attraverso le imposte che paghiamo, a salvare Venezia dall’acqua alta o a ridurre il caotico traffico automobilistico delle strade di Roma mediante la costruione della Linea C della Metropolitana; ma vorremmo che il Meridione progredisca insieme all’intero Paese, senza attendere improbabili risorse lasciateci da coloro ai quali è stata assegnata l’ennesima, incomprensibile priorità.

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