Trasferimenti, incarichi, precari: quanti malumori tra gli uffici di Palazzo Zanca

Trasferimenti, incarichi, precari: quanti malumori tra gli uffici di Palazzo Zanca

Trasferimenti, incarichi, precari: quanti malumori tra gli uffici di Palazzo Zanca

mercoledì 18 Marzo 2009 - 14:01

Quattro consiglieri del Pd chiedono spiegazioni su alcuni movimenti, i sindacati pressano per il fondo salario accessorio, i precari non ottengono risposte. Chiuso il caso Alibrandi: redigerà il nuovo regolamento degli uffici

Non si c’è un gran bel clima a Palazzo Zanca. L’insoddisfazione di molti dei dipendenti che ogni giorno, con varie qualifiche, timbrano il cartellino al Comune è diffusa, e si può riscontrare dai precari fino ai dirigenti. E per un caso che sembra essere rientrato, quello dell’ex dirigente al Personale Natale Alibrandi, trasferito a pochi mesi dalla pensione alla Sanità in barba alle regole sindacali, altri sembrano all’orizzonte.

Partiamo proprio da Alibrandi. La determina con la quale il sindaco Buzzanca, il 16 gennaio scorso, aveva effettuato il rimpasto dirigenziale è stata revocata il 20 febbraio “in autotutela”, a causa del contenzioso sollevato da Cgil e Uil. Il sindaco ha così redatto una nuova determina, rassegnando gli incarichi dirigenziali previsti in quella originaria ma con due differenze. Alibrandi, sostituito al Personale da Diane Litrico, già dirigente dell’Avvocatura, ha ricevuto l’incarico di redigere la nuova stesura del Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Dipartimenti, seguendo le direttive dell’amministrazione (si parla di un accorpamento dei vari dipartimenti in tre macroaree). Il tutto entro il 31 maggio, data nella quale Alibrandi andrà in pensione.

L’incarico di dirigente ad interim del dipartimento Sanità, Ambiente, Tutela pubblica e privata incolumità va a Vincenzo Schiera, che però già si ritrova a dirigere un dipartimento piuttosto impegnativo come quello Patrimonio e Demanio. Un doppio mandato che non sembrerebbe essere stato gradito più di tanto.

Dirigenti a parte, anche altri trasferimenti sono stati mal digeriti a Palazzo Zanca, tanto che oggi quattro consiglieri comunali del Pd, Nicola Cucinotta, Paolo David, Benedetto Vaccarino e Tani Isaja, hanno diffuso una nota con la quale chiedono al sindaco e all’assessore competente «di rendere note le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a trasferire impiegati comunali, da anni in servizio presso reparti strategici per i servizi offerti alla cittadinanza, presso altri uffici. Considerata la professionalità e la competenza maturate negli anni da questi dipendenti, si ritiene che il loro allontanamento cagioni in primo luogo un danno agli utenti, principali beneficiari dei servizi della pubblica amministrazione».

Nei giorni scorsi erano state le organizzazioni sindacali della funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil e Csa a farsi sentire, respingendo la proposta, definita «inaccettabile», formulata dall’amministrazione in merito al Fondo Salario Accessorio 2008 (una sorta di fondo per la produttività), costituito secondo la proposta presentata a febbraio da 11milioni 248mila 158euro, circa 800mila euro meno del 2007. Proposta che nella riunione del 2 marzo è lievitata a 11.850.000 euro, una cifra comunque lontana dagli oltre 13 milioni chiesti dai sindacati «considerati gli aumenti previsti nel nuovo contratto di lavoro». I sindacati continuano ad essere sul piede di guerra, mentre sembra che dal prossimo mese la somma lorda forfetaria mensile pari a 100 euro verrà mantenuta.

Infine i precari. Sono tanti, a Palazzo Zanca, anche se non si direbbe vista la scarsa affluenza registrata all’assemblea tenutasi oggi al Salone delle Bandiere e convocata dai segretari di Rdb e Cub Roberto Laudini (nella foto) e Filippo Sutera. «Si verificano strani corti circuiti nell’invio e nella ricezione dei fax – spiega un deluso Laudini – mentre ad alcuni non è proprio concesso venire in assemblea. Succede solo a noi, però, strano. Eppure il 30 giugno si avvicina, da quel giorno sarà in vigore la nuova Finanziaria e speranze di stabilizzazione non ce ne saranno più».

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