REGGIO CALABRIA – Con la pubblicazione degli esiti delle Parlamentarie si chiude, quantomeno rispetto ai ‘listini bloccati’ proporzionali per Camera e Senato, la partita della definizione delle liste di Cinquestelle in vista del voto del 25 settembre.
A votare, il 16 agosto scorso, sono stati poco più di 50mila iscritti pentastellati (50.014, per la precisione), ossia il 37,42% dei 133.664 aventi diritto.
In Calabria, dei 35 autocandidati per Montecitorio, soltanto in dodici hanno conseguito almeno 100 suffragi.
Con 607 voti, la più votata in assoluto per la Camera è la 34enne deputata uscente (non di collegio, però: era stata eletta, sempre nel proporzionale, nel collegio Lazio-1) Vittoria Baldino, di CoriglianoRossano. Alle sue spalle, a quota-513 un’altra donna, l’ex sottosegretaria alla Cultura Anna Laura Orrico. Sono 460 le preferenze per un altro deputato uscente, Riccardo Tucci, incalzato a sole 5 lunghezze (455 voti) da Alessandro Melicchio, uscente pure lui.
A proposito di uscenti, 385 suffragi per Elisa Scutellà. A seguire, con 291 preferenze Maria Laface; Tiziana Costa con 183 e quasi appiccicata, a 182, Maristella La Manna; 158 i suffragi per Guglielmo Minervino, 154 per Dariush Assadi, incamera 145 voti Rocco Panetta, chiude la “top twelve” Viola Leone a quota-108.
Quanto alle Parlamentarie per Palazzo Madama, 22 i candidati propostisi all’attenzione degli iscritti al M5S , 14 dei quali hanno ricevuto almeno 100 suffragi.
Il più votato in assoluto per il Senato è stato il senatore uscente di Polistena Giuseppe Auddino, che con 779 preferenze è risultato anche il candidato più votato in assoluto in Calabria alle Parlamentarie considerando entrambi i rami del Parlamento. Lo segue a 688 suffragi l’uscente Elisabetta Barbuto (a sua volta, la seconda più votata in assoluto).
Staccatissimi tutti gli altri contendenti. Non va oltre i 292 voti Teresa Sicoli, tallonata a 289 da Giuseppe Nunziato Belcastro; Fabio Gambino si aggiudica 270 suffragi; 236 voti ex-aequo per Rosa Bevilacqua e per un attivista storico reggino come l’ex candidato sindaco pentastellato Fabio Foti; 204 per Monica Riccio. Oltre cento preferenze anche per Filippo Zavaglia (195), Maria Saladino (189), Vittorio Bruno (177), Giusymanuela Ciciarello (131), Luigi Antonio Stranieri (130) e Paolo Francesco Belsito (113).
All’esito incrociato della votazione con cui gli iscritti al movimento hanno ratificato plebiscitariamente (con l’86,54% dei suffragi a favore) il “listino” del capo politico Giuseppe Conte e poi delle Parlamentarie del 16 agosto scorso, queste le liste proporzionali in Calabria.
Alla Camera, capolista è l’ex procuratore distrettuale di Reggio Calabria e poi procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho (inserito nell’ “elenco bloccato” contiano, è capolista anche nel collegio Emilia Romagna-3).
Seconda postazione per Vittoria Baldino; terzo candidato in lista l’uscente Riccardo Tucci; solo in quarta posizione l’ex sottosegretaria alla Cultura e deputata uscente Anna Laura Orrico.
Candidati supplenti, l’uscente Alessandro Melicchio e l’altra uscente Elisa Scutellà, Guglielmo Minervino e Maria Laface.
Per il Senato, capolista è l’ex procuratore generale presso la Corte d’appello di Palermo Roberto Scarpinato (vedi foto grande), a sua volta di provenienza-Conte (andato in pensione nel gennaio scorso, fu uno storico membro del pool antimafia palermitano guidato da Antonino Caponnetto) e capolista anche nel collegio Sicilia-1.
Alle sue spalle, per via dell’alternanza uomo-donna, non il candidato più votato ma la donna più votata, l’uscente Elisabetta Barbuto; terzo posto in lista per l’altro uscente Giuseppe Auddino; a seguire, Teresa Sicoli.
Candidati supplenti Giuseppe Nunziato Belcastro, Rosa Bevilacqua, Fabio Gambino e Monica Riccio.
Il risultato finale, in definitiva, è la “blindatura” legalitaria delle liste del Movimento Cinquestelle in Calabria, con due “stelle” della magistratura antimafia, entrambe peraltro non-calabresi (napoletano Cafiero de Raho, nisseno Scarpinato), benché Federico Cafiero de Raho sia fortemente legato a Reggio Calabria per i motivi già ricordati.
L’altro elemento è che per gli uscenti – anche per quelli in qualche modo in “posizione utile” – sarà molto, molto dura tornare in Parlamento.