Ponte. Espropri e indennità, i proprietari: "Vogliamo il massimo possibile"

Ponte. Espropri e indennità, i proprietari: “Vogliamo il massimo possibile”

Giuseppe Fontana

Ponte. Espropri e indennità, i proprietari: “Vogliamo il massimo possibile”

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mercoledì 31 Gennaio 2024 - 19:00

Gli avvocati Correnti e Ruggeri, che rappresentano due associazioni di proprietari, in Commissione comunale

MESSINA – Nella terza seduta in altrettanti giorni consecutivi della commissione Ponte, i consiglieri hanno parlato di espropri insieme ai presidenti di due categorie che rappresentano gli interessi di diverse centinaia di abitanti dell’area di Torre Faro, di quelle zone in cui dovrebbero sorgere i cantieri e l’opera. A guidare la seduta è stato il vicepresidente Giuseppe Schepis e si è parlato soprattutto del contenuto delle bozze, non ancora firmate, rispetto all’accordo siglato nel 2011 e mai portato avanti.

Correnti: “Il nostro obiettivo è avere il massimo possibile”

A cominciare è stato l’avvocato Antonio Correnti, presidente Unione Piccoli Proprietari Immobiliari: “Dobbiamo avere chiaro il punto di partenza. Il nostro obiettivo come associazione di proprietari, non tutti quelli di Messina ma i nostri iscritti che sono diverse centinaia, è di ricevere indennità calcolate nel massimo possibile relativamente a un esproprio da parte dell’amministrazione pubblica. Questo perché i proprietari hanno fatto diversi sacrifici, mutui, lavori. Chiaro è che l’indennità deve non risarcire tutto questo iter personale ma consentire ai proprietari di poter andarsene da casa loro e acquistare un’altra casa. Nel testo unico degli espropri ci sono delle modalità di calcolo, di margine per così dire, che mi possono consentire di aumentare l’indennità. Faccio un esempio: nella bozza dei nuovi accordi che abbiamo già inviato per renderci conto dei lavori che si stanno portando avanti, viene prevista una indennità forfettaria in base alle spese, come utenze, il trasloco, e via dicendo. Si parla di una cifra fino a 20 mila euro in più rispetto all’immobile vero e proprio, che potrebbero aiutare i proprietari in questo percorso. Mi astengo dal dare dei pareri personali sulla opportunità o meno della costruzione dell’opera, ma ci dobbiamo preoccupare di capire e correggere questa procedura per far sì che sia chiaro che i proprietari stanno ottenendo il massimo possibile previsto dal testo unico. Il compito che ci riserviamo è questo”.

E ancora: “Quando si dovrà determinare il valore di un immobile si dovrà capire quali saranno le modalità per cui si sta dando quel valore o un altro. Una nostra proposta è di fare riferimento a dei dati certi, o utilizzati oggi, ad esempio quelli dell’osservatorio immobiliare, dove si danno già indicazioni di valore, che vengono stabiliti in funzione delle compravendite verificatesi sul territorio. Questi sono dati che possono aiutare”. E infine: “Non è una discussione astratta ma molto pratica, l’idea è semplice: datemi i soldi per comprarmi una casa. Opporsi all’opera non si può fare, oggi siamo coinvolti solo per questo, per cercare di ottenere ciò che è giusto che sia per i proprietari. Dobbiamo capire la procedura corretta per ottenere il massimo possibile”.

Ruggeri: “Le firme? Non diremo sì tanto per avere un manifesto”

E così anche l’avvocato Pietro Ruggeri, presidente dell’Associazione Sindacale Piccola Proprietà Immobiliare: “Non possiamo chiedere cose che non si possono chiedere. Dovremo confrontarci con le posizioni già prese, ma se ci deve essere una firma di un’associazione di categoria come la nostra ci deve essere un senso. I protocolli non vanno firmati tanto per dire che tutto procede, lo faremo solo se avrà senso. Nella bozza nuova ci sono aspetti che stiamo studiando e che abbiamo anche discusso fino a stamattina, e che devono essere rivisti o modificati. Faccio un esempio su tutti: ci sono delle zone di rettifica delle superfici espropriate, cioè quelle che inizialmente vengono espropriate e che poi, invece, non vengono utilizzate. In quel caso si prevede una compensazione, ma deve esserci anche un indennizzo secondo me per il proprietario. Non puoi espropriare una parte del terreno che poi non serve e compensare solamente, parliamo di periodi di anni, che siano 5 o 100 metri parliamo sempre di disagi e di terreni che non posso utilizzare per lungo tempo. I proprietari subiranno uno shock e disagi non indifferenti, per questo stiamo aprendo anche degli sportelli nelle nostre associazioni per ricevere questi nostri associati e le loro istanze che possiamo tramutare in richieste”.

E parlando delle firme del protocollo, Ruggeri ha poi concluso: “La firma entro la prima settimana di febbraio? Non è fattibile, dopo che se ne parla da così tanto. Abbiamo la necessità di confrontarci e capire, non firmeremo un protocollo per avere un manifesto, non siamo disponibili”.

3 commenti

  1. Avranno quattro soldi per lasciare ciò che hanno costruito in una vita

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  2. E dopo gli espropri aspetteremo 30 anni

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  3. Rosario Inferrera 1 Febbraio 2024 13:16

    “VOGLIAMO IL MASSIMO POSSIBILE”….forse una parte di loro dimentica che erano degli abusi sanati da amici di amici…

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