Ponte sullo Stretto, per Villa e Reggio "la delibera Iropi va annullata"

Ponte sullo Stretto, per Villa e Reggio “la delibera Iropi va annullata”

Marco Olivieri

Ponte sullo Stretto, per Villa e Reggio “la delibera Iropi va annullata”

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martedì 27 Maggio 2025 - 07:24

Per Città metrolitana e Giunta Caminiti, "nel nome della sicurezza nazionale si vuole saltare l'autorizzazione europea. E senza analisi delle alternative"

Ponte sullo Stretto. È stato notificato nei giorni scorsi il ricorso per motivi aggiunti, nell’interesse del Comune di Villa San Giovanni e della Città metropolitana di Reggio Calabria, per l’annullamento della delibera Iropi. Delibera della presidenza del Consiglio dei ministri del 9 aprile scorso che fa riferimento a “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico” a sostegno del ponte. Una relazione approfondita, per Tempostretto, dall’avvocato Nicola Bozzo. In sostanza, facendo ricorso alla sicurezza nazionale e alla salute pubblica, secondo le amministrazioni calabresi, si vuole evitare il passaggio all’autorizzazione della commissione europea. E la strada delle soluzioni alternative alla grande opera non è stata percorsa. L’idea è quella di stoppare il progetto in attesa di verifiche maggiori.

Così viene sintetizzata la posizione dall’amministrazione guidata dalla sindaca Giusy Caminiti, con la Giunta e il gruppo “Città in movimento”: “A essere eccepiti sono motivi di violazione di legge, eccesso e sviamento di potere. Si tratta di un ricorso per motivi aggiunti, presentato alla seconda sezione ter del Tar Lazio, innanzi al quale pende il ricorso principale che ha ad oggetto la richiesta di annullamento del parere reso dalla commissione Via Vas (Valutazione d’impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica)”.
Continua la sintesi: “Una decisione giuridica che si fonda su quanto da sempre è stato sostenuto (anche nella scelta politica) da quest’amministrazione comunale. Dopo che per cinquant’anni ci è stato raccontato che il ponte unisce dal punto di vista trasportistico l’Europa alla Sicilia, adesso si assiste ad un cambio di prospettiva e l’interesse pubblico del ponte viene legato a imperativi motivi di salute dell’uomo e di sicurezza pubblica che giustificano la deroga alle direttive comunitarie. Sin dall’approvazione del parere della commissione Via Vas avevamo chiesto a gran voce che, davanti a a una valutazione di impatto appropriata negativa, si seguisse l’iter di legge per la remissione degli atti alla commissione europea e la successiva autorizzazione a tutela degli habitat protetti dalla direttiva Natura 2000 (zone a protezione speciali e zone di conservazione speciale)”.

“Nel nome della salute e della sicurezza nazionale si vuole saltare l’autorizzazione della commissione europea”

E ancora: “Scegliere come interesse prioritario pubblico quello legato alla salute dell’uomo e alla sicurezza nazionale permetterebbe al governo di bypassare la richiesta di autorizzazione alla commissione europea e, quindi, di violare – uno tra tutti – il principio di precauzione. Non solo: la commissione Via Vas dà il via al progetto sulla base della mancanza di soluzioni alternative. Ma il procedimento di valutazione delle soluzioni alternative è declinato in maniera stringente e rigorosa dalla direttiva comunitaria e dalle linee guida nazionali per la valutazione di incidenza e quelle norme non sono state rispettate. E infatti, nella valutazione fatta dalla commissione Via Vas e presa a presupposto nella delibera della presidenza del Consiglio dei ministri, non c’è alcuna analisi specifica della cosiddetta alternativa zero. E le alternative possibili non sono state neppure menzionate come tali, perché ciò avrebbe comportato un aggravio di tempo al procedimento ma anche maggiori tutele per le comunità locali, per il paesaggio e l’ambiente dello Stretto”.

“Tutte le possibili soluzioni alternative al progetto ponte devono essere esaminate”

Sostiene la sindaca Caminiti: “È compito della politica e delle istituzioni assicurare che tutte le possibili soluzioni alternative al progetto siano esaminate allo stesso livello di dettaglio del progetto medesimo, con riferimento anche soprattutto alle specie e agli habitat per i quali il sito è stato designato e con riguardo agli obiettivi di conservazione degli esiti stessi. Eppure nel 2021, agli atti del ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, è stata depositata una relazione in cui vengono prospettate alcune soluzioni alternative che tra l’altro hanno come obiettivo quello di ridurre in modo significativo l’impatto del ponte sulla rete natura 2000, l’incidenza sulla conservazione, l’impatto visivo e ambientale, ma anche e soprattutto un livello maggiore di conoscenza scientifica sulla fattibilità dell’opera”.

Si legge sempre nel documento aggiuntivo rispetto al ricorso: “Quella relazione indica espressamente come “la soluzione aerea a più campate sia potenzialmente più conveniente di quella a campata unica“ ritenendo che il ponte a più campate avrebbe potuto avere una maggiore estensione e una lunghezza similare a quella di altri ponti già realizzati e quindi frutto di esperienze consolidate empiriche anche dal punto di vista di tempi e costi di realizzazione. L’esame sin qui svolto non tiene conto neppure degli atti ufficiali di cui il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture non può che essere a conoscenza ma che, evidentemente, non sono stati trasmessi alla commissione ViaVas perché potesse assumere una decisione in piena conoscenza di tutti gli studi e le proposte fin qui condotti. Sembrerebbero mere disquisizioni giuridiche ma così non sono se il fine è quello di dimostrare che è questa procedura viola le garanzie che la legge pone a tutela principalmente delle comunità locali”.

“La mancanza della valutazione dell’alternativa zero e la necessità di un’analisi scientifica sulla fattibilità dell’opera”

Per la Giunta Caminiti, “la mancanza della valutazione dell’alternativa zero, così come la mancata prospettazione e valutazione delle altre soluzioni alternative (a priori scartate) compromette la decisione resa. Gli atti del progetto devono essere rimessi alla Commissione europea, l’unica titolata ad autorizzare mitigazione e compensazioni, dal momento che la commissione Via Vas non ha escluso effetti negativi sui siti natura 2000. Continuiamo a sostenere con forza che l’approccio corretto al progetto ponte deve essere quello tecnico-scientifico, per cui sia fugato ogni dubbio sulla fattibilità dell’opera, sulla sua sostenibilità economica, sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio quale valore costituzionalmente garantito”.

“Villa farà fino in fondo la sua parte per avere certezze del progetto ed evitare incompiute e devastazioni”

Conclude l’amministrazione di Villa: “Continuiamo a ritenere che sia tempo di fermarsi per approfondire tutti quei rilievi e quegli studi che sono emersi in questi ultimi venti anni e che non sono stati ripresi e adeguatamente valutati in ragione di un imperativo rilevante interesse pubblico che oggi si tenta di associare a salute pubblica e sicurezza nazionale. La città di Villa San Giovanni farà fino in fondo la sua parte per avere certezze del progetto, del cambiamento del territorio, per avere la certezza che non si dia il via all’ennesima incompiuta che per i villesi vorrà dire devastazione e incerta possibilità di sopravvivenza della città stessa”.

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8 commenti

  1. Questo si chiama parlare e tutelare la propria comunità!!! Vero Sig. Basile?

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  2. Forza sindaca!

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  3. Maurizio Gatto 27 Maggio 2025 13:37

    Onore alla Sindaca di Villa San Giovanni e all’Amministrazione di Reggio Calabria, almeno ci sono loro a difendere il nostro prezioso e meraviglioso Stretto, che gente che non è mai stata qui e non ama questo posto meraviglioso vuole distruggere per fare un’opera inutile, mostruosa e sproporzionata, in un posto dove le forze della natura si sprigionano al massimo livello di potenza, e il sindaco Basile si occupa delle compensazioni, seguito dalla maggior parte dei messinesi che non stanno per niente difendendo la loro meraviglia e si faranno stravolgere ancora una volta la loro città. Concetto sbagliatissimo e fuori tempo quello delle compensazioni, infatti compensare significa ammettere che si sta sacrificando qualcosa, e che cosa!!!. Andate a vedere cosa fu fatto nel 2016 quando fu approvato il nuovo progetto della TAV torino lione, totalmente rifatto dopo le proteste del 2005, quel concetto è stato abolito da anni, ma evidentemente per il ponte si seguono vecchie logiche, come stiamo vedendo. Ma Salvini e Ciucci fanno finta di non saperlo.
    Facciamo sentire la nostra voce messinesi!

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  4. Partendo dal presupposto che i timori per quanto concerne ambiente , costi , disagi logistici, priorità infrastrutturali e via dicendo sono comprensibili.
    È assurdo leggere sempre i soliti commenti buttati li come sllogan spiccioli, privi di veridicità e da pagina Facebook.
    Il progetto attuale include studi ambientali approfonditi e misure di compensazione. Non è più il ponte degli anni ‘80. Oggi qualsiasi grande opera in Europa deve rispettare normative stringenti.
    Il ponte sarebbe progettato per resistere a sismi di alta magnitudo. Il Giappone e la California hanno già realizzato strutture simili in zone più a rischio.
    Ogni grande opera costa. Ma il ponte genererebbe migliaia di posti di lavoro, aumenterebbe il PIL locale e avrebbe un effetto moltiplicatore su turismo, logistica e industria. Non è una spesa: è un investimento.
    Infrastrutture e ponte non sono alternativi ma integrati.
    Opera inutile mostruosa e sproporzionata.. pfff.
    @Massimo Gatto , argomenti anziché sentenziare .
    Saluti

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  5. RASSEGNATEVI!!! Il Ponte si farà

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  6. Non capisco l’atteggiamento del sindaco di RC perché Reggio avrebbe tutto da guadagnare dal ponte non essendo molto coinvolto dai lavori. Evidentemente essendo del PD deve seguire la scia degli altri sinistrorsi. Atteggiamento nettamente ideologico .

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  7. Egr. Sig Luca , vorrebbe cortesemente indicare quali sono le opere che Giappone e California hanno già realizzato ,come Lei dice “Simili” al ponte sullo Stretto, mi dica una solo opera al mondo di un ponte che consente il traffico di gommato pesante e ferroviario con campata di 3000 metri. E’ sempre bene dare sostanza a quanto affermato con nomi ed esempi reali!!!

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  8. Caro @SALVO, gli esempi SIMILI sono già noti, e più volte citati in questi anni.
    Si tratra di ponti a campata unica e in aree ad altissimo rischio sismico con lunghezza totale superiore ai 3 km.
    Campata centrale che non raggiunge
    3000 metri di lunghezza ,quindi ho usato il termine “simili” (in Giappone si avvicina ai 2km ), tra l’altro costruiti decenni fa .
    Chiaro il concetto strutturale?
    Lunghezza totale / campata unica/
    Area sismica??
    Poi continuando a leggere il suo messaggio ho capito che fondamentale a lei sfugge il concetto di “simile ” :(.
    La prego di non offendersi io ho dato sostanza a quanto affermato , ma le devo anhe dire che se “simile” e “uguale” fossero la stessa cosa, la lingua italiana non avrebbe bisogno di due parole…

    Saluti

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