Primo giorno di scuola. “L’emozione più grande? Sentire il suono della campanella”

Primo giorno di scuola. “L’emozione più grande? Sentire il suono della campanella”

Francesca Stornante

Primo giorno di scuola. “L’emozione più grande? Sentire il suono della campanella”

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lunedì 14 Settembre 2020 - 15:12

Il primo giorno di scuola raccontato da Sofia, Salvina e Dalila che oggi hanno iniziato al Liceo Ainis. Emozioni e sensazioni dopo mesi senza aule, banchi e compagni

Il primo giorno di scuola. Un primo giorno diverso, ma proprio per questo ancora più carico di emozioni. Oggi il primo giorno di primo anno alle superiori per moltissimi studenti messinesi oggi. Per rispettare le misure anti-Covid praticamente tutti gli istituti superiori di Messina hanno riaperto i cancelli solo alle prime classi, organizzando ingressi scaglionati per tutta la settimana. E dunque oggi è toccato ai più “piccoli”. A chi inizia il lungo viaggio delle scuole superiori.

A raccontarci le sensazioni di un giorno così intenso sono state Sofia Frisone, Dalila Corica e Salvina Rinaldo. Da oggi frequentano la prima A del Liceo Ainis. Hanno scelto l’indirizzo musicale. Le abbiamo incontrare dopo il primo giorno di lezioni, con lo zaino ancora in spalla, i pantaloni nuovi acquistati per questo inizio e tanto entusiasmo. Tre giovanissime messinesi che non vedevamo l’ora di tornare in classe.

É stato un inizio un po’ complicato, diverso da come lo avevamo immaginato. Non avremmo mai pensato di iniziare le superiori così, ma è stato comunque bellissimo tornare a scuola dopo tanti mesi” raccontano.

Sono compagne di classe e raccontano con foga i momenti di questo primo giorno. Per loro non c’è stata l’attesa di gruppo nel cortile prima del suono della campanella, non ci sono stati baci e abbracci con i compagni, anche all’uscita dicono che è stato strano non sentire gli schiamazzi e le risate a cui erano abituate prima del Covid.

Ci hanno fatto rispettare tutte le regole, professori e personale Ata sono stati sempre molto attenti. In classe è un po’ triste non avere il compagno di banco, ci è mancata un po’ quell’abitudine di scambiare due chiacchiere. Ci si può alzare e uscire solo per andare in bagno, l’uscita è stata scaglionata e si esce dalla classe uno per volta, si indossa la mascherina ogni volta che ci si deve muovere dal banco. Inoltre non possiamo prestare ai compagni penne o altro, non si potrà più dividere i libri con i compagni, insomma quelle abitudini che erano state normalità non ci potranno essere più ma sarà un nuovo modo di fare scuola. Il semplice fatto di aver sentito suonare la campana oggi è stata un’emozione che non ci aspettavamo”.

Sofia, Dalila e Salvina non vedevano l’ora di ricominciare. “Prima della quarantena di solito mi lamentavo della scuola. Invece ho capito quanto è importante. Tutti i nostri amici sono a scuola, anche la preoccupazione per un’interrogazione o un compito in classe sono cose di cui ho sentito la mancanza. Anche i professori erano emozionati, anche per loro è stato bello tornare dietro la cattedra”.

La cosa più emozionante di questo primo giorno? Rispondono senza neanche pensarci: tornare a comprare libri e quaderni, preparare lo zaino ieri sera dopo mesi in cui era rimasto vuoto, percorrere oggi il corridoio verso la classe e soprattutto sentire la campanella suonare alla fine della prima ora. Come a scandire un tempo che torna ad avere un senso dopo i mesi di didattica a distanza.

E poi c’è anche un altro aspetto che la scuola regala: “Tornare in classe oggi non mi ha più fatto un pensare ad alcune cose tristi che mi sono accadute in questi mesi”. Lo dice una di loro, ma è una sensazione condivisa anche dalle compagne. Perché la scuola è anche questo, è un piccolo rifugio che regala senso di protezione. Speriamo che possano ricominciare preso a parlare con i compagni, ad abbracciarsi, a condividere un libro o anche solo una preoccupazione mentre il prof decide chi interrogare. Intanto però era importante tornare in classe. Lo hanno detto Sofia, Dalila e Salvina non solo con le loro parole ma soprattutto con l’entusiasmo dei loro occhi.

Francesca Stornante

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