Cancellata la condanna per un 60enne denunciato da una compaesana
Messina – Era infermo di mente, deve essere assolto e non avrà più l’obbligo di firma. Ha deciso così la Corte d’appello di Messina (presidente Blatti) alla fine del processo ad un sessantenne del comprensorio nebroideo accusato di stalking nei confronti di una compaesana di 50 anni.
La sentenza

La Corte, accogliendo la richiesta del difensore, l’avvocato Massimiliano Fabio, ha disposto la perizia psichiatrica per accertare le condizioni psichiatriche dell’imputato, concludendo per l’incapacità di intendere e di volere e disponendo quindi il verdetto liberatorio.
Nel 2024 il Tribunale di Patti lo aveva invece condannato ad un anno. Già durante il dibattimento di primo grado i giudici avevano incaricato un consulente di analizzare le condizioni dell’imputato. Il perito aveva parlato di capacità grandemente scemata e la Corte aveva deciso una pena ridotta proprio in ragione della conclusione del CTU. In appello la perizia è stata rinnovata e il consulente ha stavolta escluso del tutto la capacità di intendere e volere.
Il processo nasceva dalla denuncia della donna secondo la quale il rapporto di frequentazione tra i due, nel 2023, si era tramutato in una vera e propria persecuzione ai suoi danni. Il sessantenne aveva infatti cominciato a minacciarla, ingiuriarla, intimidirla e appostarsi sotto casa e davanti al luogo di lavoro.
Verdetto ribaltato
In appello, l’avvocato Fabio ha sottolineato il rilievo sul dolo, nel reato, del vizio di mente, che è stato accertato dallo specialista incaricato dalla Corte d’Appello di esaminare le condizioni del 60enne.
Alla fine la sentenza è stata: assoluzione perché incapace di intendere e di volere all’epoca dei fatti.
