Da ottobre i servizi sociali rischiano di fermarsi per mancanza di risorse. Il sindacato è preoccupato per il comportamento dell’amministrazione che non riesce a dare risposte ai lavoratori. L'intervento del segretario generale di Cisl Fp, Calogero Emanuele. GALLERY DI SERENA CAPPARELLI
Una mobilitazione quasi annunciata quella dei lavoratori del settore dei Servizi Sociali dopo il taglio dei fondi deciso dal Consiglio comunale. Questa mattina i lavoratori iscritti alla Cisl Fp hanno effettuato un sit-in a Palazzo Zanca per evidenziare la grave crisi occupazionale che si verrebbe a creare dal prossimo 1 ottobre. Una delegazione del sindacato, con a capo il segretario generale Calogero Emanuele, è stata quindi ricevuta dal vicesindaco Guido Signorino.
“Il problema resta – afferma al termine dell’incontro Calogero Emanuele – ma non si può pensare di interrompere i servizi sociali e quindi bisogna accelerare e velocizzare tutto l’iter per definire e approvare il bilancio di previsione trovando le necessarie risorse per la copertura di tutti i servizi. Bisogna raschiare il barile e su questo il vicesindaco si è impegnato personalmente a fare nell’arco di una settimana chiedendo a tutti i dirigenti di conoscere i residui disponibili e non utilizzati rispetto al Peg per rimpinguare le risorse per i servizi sociali”.
Una settimana, quindi, per capire come si dovrà risolvere il problema. “Intanto – dichiara il Coordinatore dei servizi sociali Saro Contestabile – la mobilitazione dei lavoratori continua, così come la Cisl continuerà a lavorare con proposte e soluzioni per evitare il peggio”.
“Bisogna che tutti lavorino nella stessa direzione – aggiunge Calogero Emanuele – e lavorare in sinergia per la tutela degli utenti e dei lavoratori mettendo da parte i tatticismi politici dell’esecutivo e del Consiglio. L’impegno è per recuperare le risorse e assicurare i servizi. Entro venerdì bisogna conoscere l’esito ed evitare l’interruzione dei servizi. Dopo, bisogna celebrare le gare e avviare i servizi previsti dalla Legge 328. Il non fare e gli ulteriori ritardi – conclude Emanuele – complicano le cose più di quanto sono oggi complicate”.
