Zona Falcata. L’accordo tra Regione e Autorità Portuale sarà firmato il 31 ottobre

Zona Falcata. L’accordo tra Regione e Autorità Portuale sarà firmato il 31 ottobre

Marco Ipsale

Zona Falcata. L’accordo tra Regione e Autorità Portuale sarà firmato il 31 ottobre

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venerdì 18 Ottobre 2013 - 08:36

C’è una data per la sottoscrizione della convenzione tra le parti. L’obiettivo è il rilancio e lo sviluppo della zona falcata, a prescindere dall’esito dei contenziosi legali in corso, tramite l’attuazione del piano regolatore portuale. Priorità agli abbattimenti dell’ex inceneritore e dell’ex degassifica Smeb

Ad aspettare la fine dei contenziosi sulle aree tra Autorità Portuale e Regione, col suo braccio Ente Porto, si sarebbe perso ancora del tempo prezioso. L’accordo istituzionale era un passo che andava fatto anni fa, ma meglio tardi che mai. Verrà sottoscritto il prossimo 31 ottobre, a Palermo, con l’obiettivo di “rilancio e sviluppo della zona falcata”.

Ai messinesi, che a gestire l’area sia un ente chiamato Autorità Portuale, piuttosto che uno chiamato Ente Porto, piuttosto ancora che la Regione, importa poco. Quello che importa è che si ponga fine ad anni di abbandono, degrado e insulti alla storia di una città che della “falce” ha sempre fatto nei secoli la sua zona più importante. Non adesso, però, tutt’altro.

Certo, la fiducia è riposta sull’Autorità Portuale, un ente con bilancio in attivo che gestisce il porto storico, il crocerismo, l’approdo di Tremestieri e che ha approvato un piano regolatore portuale con la previsione della riqualificazione dell’intera area falcata, affiancando al bacino di carenaggio ed alla cantieristica navale, il recupero del fronte mare con attività turistiche e storico-culturali.

Dall’altro lato, l’Ente Porto, nato nel 1953 con lo scopo di provvedere all’amministrazione ed alla gestione del punto franco istituito nel 1951, e mai realmente attuato. Attuazione che, nello stesso protocollo d’intesa, viene sancita come “ardua” all’interno del porto storico, “alla luce del vigente quadro normativo nazionale e comunitario”. E negli anni scorsi, si era pensato di trasferire il punto franco in aree del Comune di San Filippo del Mela, intento poi rimasto solo sulla carta.

La Regione, legittimamente, non vuole “regalare” le proprie aree. Ma quale proprietario di un terreno dall’alto valore lo abbandona invece di farlo fruttare? Se la Regione ritiene importante mantenere la propria titolarità sulle aree della zona falcata, per quale motivo non si è mai occupata di abbattere l’ex inceneritore? Per quale motivo non è stata portata avanti la gara di demolizione dell’ex degassifica Smeb e di bonifica dei terreni inquinati?

Inutile piangere sul latte versato, meglio proiettarsi al 31 ottobre, data che dovrà rappresentare l’inizio di un nuovo corso per la zona falcata. Il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, lo auspicava da mesi. L’assessore regionale Nino Bartolotta lo aveva preannunciato martedì scorso in occasione della giunta regionale in città. E adesso c’è una data ufficiale.

Stato e Regione sono finalmente d’accordo per riqualificare la zona falcata, tramite il piano regolatore portuale, a prescindere dall’esito dei contenziosi legali sulla titolarità delle aree. Si creerà un comitato di gestione composto da Autorità Portuale, Ente Porto, assessorato regionale ai beni culturali e Soprintendenza ai beni culturali e ambientali.

Un nuovo accordo che fa seguito a quello firmato lo scorso 1 giugno, per la costruzione della strada di collegamento tra via don Blasco e viale Gazzi. Su questo fronte, si spera di arrivare alla gara d’appalto in tempi brevi. Intanto, Autorità Portuale e Regione stanno gettando le basi per un futuro di incremento infrastrutturale e valorizzazione del territorio. Mai le istituzioni erano state così vicine per il bene della città. Alle intese, adesso, dovranno seguire i fatti.

(Marco Ipsale)

2 commenti

  1. SOLO PAROLE E CARTA STAMPATA.
    Occorrono fatti concreti per una situazione di pericolo che non riguarda solo la Smeb con la zona falcata, ma anche la vecchia discarica di Portella Arena, bomba ecologica sulla testa dei Messinesi.
    Le amministrazioni Messinesi si sono spese solo in progetti costosi mai realizzati, fiumi di parole in un mare di liquami, si, proprio come i liquami cittadini che giornalmente si versano in mare per via di inadeguati impianti di depurazione.
    Questa è la realtà della città di Messina, ai Messinesi spetta il compito di svegliarsi e capire come uscire da questo campo minato.

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  2. Salvatore Vernaci 18 Ottobre 2013 16:01

    CITTADINANZATTIVA E PUNTO FRANCO DI MESSINA.- La Città di Messina rischia di essere depredata di un bene prezioso: la ZONA FALCATA e deturpata, come lo è stata, con la costruzione del TRAM. CITTADINANZATTIVA chiede agli Organi Istituzionali di illustrare ai Messinesi i vantaggi per la Città, se ce ne sono, dell’abbandono della idea di realizzazione del Punto Franco, che le disposizioni normative allocano nella Zona Falcata. Si parla già di un accordo fra Regione ed Autorità Portuale, da sottoscrivere il 31 ottobre, avente quale obiettivo “il rilancio e lo sviluppo della zona falcata, a prescindere dall’esito dei contenziosi legali in corso, tramite l’attuazione del piano regolatore portuale”.- Il Piano regolatore del porto prevede, per la zona falcata.” Un parco archeologico, un parco scientifico ed un polo turistico alberghiero…”, quindi, soggetto a speculazioni private di qualsiasi genere. Nella Zona Falcata doveva, invece, sorgere il Punto Franco, istituito con legge n. 191 del 15/03/1951, la cui gestione ed amministrazione venivano affidate con D.P.R.S. n. 270/A del 10/03/1953, ad un Ente Regionale EAPM (Ente Autonomo Portuale di Messina), il quale aveva anche “il compito di assumere qualsiasi servizio che avesse attinenza con traffici commerciali e con attività industriali, che interessassero direttamente ed indirettamente il Porto di Messina”. Ma che cosa sarebbe questo PUNTO FRANCO e cosa rappresenterebbe per Messina se fosse realizzato?…Fino ad oggi è stata una grande occasione mancata per la Città. In Italia “Punti Franchi” ve ne sono quattro: Venezia, Trieste, Genova, Gioia Tauro, riconosciuti dall’Unione Europea, il quinto dovrebbe essere quello di Messina, istituito con legge n. 191 del 15/03/1951, confermato e ritenuto indispensabile con D. Lgs. n. 179/2009. I regimi doganali speciali garantiti ai PuntiFranchi , oggi, giocano un ruolo non secondario, nel favorire l’interscambio con la sponda sud del Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia, e con l’oltre Suez e l’oltre Gibilterra. Il punto Franco di Messina rappresenterebbe per la Città Peloritana un moltiplicatore d’impresa, un’opportunità unica ed irripetibile, soprattutto in questo periodo di grave congiuntura economica, in quanto sarebbe l’unico (poiché, secondo la normativa europea, non se ne potranno realizzare altri in tutta Europa) PUNTO FRANCO al centro del Mediterraneo e quindi sarebbe il naturale punto di incontro dell’economia di tre continenti e sicuro riferimento dell’economia mondiale. La città di Messina è da tempo destinataria di una chance che è giunto il momento di cogliere, perché gode di una posizione strategica nello scacchiere dei traffici nel Mediterraneo che agevolerebbe uno sviluppo degli scambi commerciali tra i paesi dell’Unione che si affacciano sul mar Mediterraneo ed i paesi del Nord Africa:- “La collocazione geografica di Messina è posta a sei giorni di navigazione in meno dalla Cina rispetto ad Amburgo e a Rotterdam, nei cui porti approda la stragrande maggioranza di merci cinesi dirette in Europa e vi si svolgono le prime lavorazioni. La necessità di spacchettare, controllare, etichettare e imballare le merci provenienti da Paesi esterni alla Comunità Europea, renderebbe il Punto Franco di Messina la prima obbligatoria “PORTA D’ACCESSO” al mercato europeo”. Da qui l’interesse manifestato dalle Camere di commercio di numerosi paesi stranieri e di imprese per la lavorazione delle materie prime.” (Minniti). CITTADINANZATTIVA ha in programma il progetto di illustrare ai Cittadini, anche con l’avvento di Autorità Responsabili di qualche Punto Franco attivo, dei grandi vantaggi ECONOMICI, di SVILUPPO ed OCCUPAZIONALI che apporterebbe il Punto Franco alla Città di Messina ed ai Messinesi. In ultima analisi, invita l’Amministrazione a dare voce ai Messinesi, mediante un REFERENDUM CONSULTIVO sulla destinazione che si vuole dare alla ZONA FALCATA. Nelle more sarebbe opportuno che il Consiglio Comunale, Organo di indirizzo e di controllo, si attivi perchè siano posti dei vincoli urbanistici e/o paesaggistici sulla Zona Falcata per evitare qualsiasi paventato sfruttamento speculativo della Zona.

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