Per molti senza tetto i torrenti sotto i ponti rappresentano un’alternativa valida dove abitare. L’inverno si avvicina, in caso di forti temporali per loro il rischio è alto

Sono in tre, hanno moglie e figli in Romania, abitano da circa tre anni in Italia e vivono nell’alveo del torrente Pagliara sulla sponda sinistra. La loro casa è uno spazio tra due mura, il letto è il greto, non ci sono materassi, la cucina è una griglia su cui poggiano delle pentole e dei piatti. Hanno allestito una sorta di “dispensa” con delle tavole trovate nei dintorni per conservare le poche cose che hanno. Tutt’intorno a loro sporcizia e niente acqua per lavarsi. Un accampamento alla meno peggio neanche degno di essere definito tale. Non lavorano, chiedono soldi per il pane, “noi brava gente, non avere paura, vieni, vieni a vedere” dice uno dei tre che forse mastica meglio l’italiano. Gli altri stanno zitti, parla solo lui. Mi chiede se sono del comune di Roccalumera perché, dice, loro lo sanno che abitano lì. “No televisione, perché mi vergogno si mia moglie mi vede, noi brava gente, Dio mi è martor” che in rumeno significa testimone. Non hanno un altro posto dove andare perché, è ovvio, non possono permetterselo e non dicono come si guadagnino il minimo per sopravvivere. L’unica cosa certa è che vivono nel torrente. Quando nei giorni scorsi la provincia è stata colpita dal forte maltempo loro erano lì. Per dormire facevano i turni, uno rimaneva sveglio a controllare che la situazione non si aggravasse. Gli dico che non è sicuro per loro rimanere lì e mi ringrazia, ma non se ne possono andare perché non saprebbero dove, per molti senza tetto i torrenti sotto i ponti rappresentano un’alternativa valida dove abitare. L’inverno si avvicina, in caso di forti temporali per loro il rischio è alto.

Giusy Briguglio