Parlano le dipendenti dei servizi sociali: «Il sindaco ci denuncia? Noi ci costituiamo, in carcere non si pagano bollette»

Parlano le dipendenti dei servizi sociali: «Il sindaco ci denuncia? Noi ci costituiamo, in carcere non si pagano bollette»

Parlano le dipendenti dei servizi sociali: «Il sindaco ci denuncia? Noi ci costituiamo, in carcere non si pagano bollette»

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martedì 15 Maggio 2012 - 01:55

Provocatoria risposta delle lavoratrici alla minaccia di denuncia avanzata dal primo cittadino: «vitto e alloggio sono gratis»

Lo sciopero, dei servizi sociali che si terrà giovedì 17, sarà solo l’ “antipasto” del presidio permanente che verrà organizzato di fronte i cancelli di palazzo Zanca. La protesta è quella dei dipendenti del settore servizi sociali, intenzionati ad andare avanti fin dove possibile per far valere il loro diritto al lavoro e allo stipendio. Il caos scatenatosi nelle ultime giornate a seguito del fuori programma inscenato al Palacultura (vedi correlato), non ha intimorito le lavoratrici, intenzionate ad andare avanti. Proprio ieri le dipendenti, non solo quelle ex-Futura ma anche coloro impiegate nelle altre cooperative, riunite in assemblea, si sono fatte portatrici di una proposta ironica e provocatrice, che purtroppo però nasconde un pizzico di amara verità. Di fronte alla minaccia di denuncia del sindaco Buzzanca, le donne si sono dette pronte ad auto costituirsi a Gazzi. Il motivo? Non certo perché si ritengano colpevoli, ma più semplicemente perché in questo modo potranno contare su vitto e alloggio gratis e soprattutto « non avremo – affermano – il pensiero di dove pagare le bollette della luce e del gas. Ci hanno ridotto a queste condizioni e ci accusano anche di fare “teatrini”, quando invece non siamo noi ad avere esagerato». Parole forti quelle pronunciate dalle dipendenti, che fanno ben capire come della saga servizi sociali verranno scritte ancora tante pagine. (ELENA DE PASQUALE)

4 commenti

  1. E si permette di denunciare? Non ha capito niente, dovrebbe ringraziare l’imbecillità di noi messinesi, che dovremmo prenderlo a calci dal Municipio a Barcellona…

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  2. liliana parisi 15 Maggio 2012 14:45

    Si capisce l’esasperazione delle lavoratrici,aggravata dalla mancanza di “tatto” di Buzzanca,ma stiano bene attente a non lasciarsi strumentalizzare contro il sindaco da chi è contro di lui e ama pescare nel torbido per colpirlo,invece di cercare il dialogo per risolvere i problemi, almeno quelli risolvibili in questo tempo di crisi.Se si metteranno dalla parte del torto,non ci sara poi nessuno ad aiutarle!

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  3. indignato speciale 15 Maggio 2012 16:29

    Propongo di radunarci e prendere a pernacchie il sindaco in ogni occasione pubblica, vediamo se denuncia tutti i cittadini……Non dico come ha la faccia perche’ sono educato, parla lui di stalking…….ci perseguita da 20 anni con quella risatina beffarda!!!!!

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  4. Il signor Buzzanca non è stato obbligato da alcuno a candidarsi a sindaco. Lo ha fatto di sua spontanea volontà ed è stato premiato dalla maggioranza dei cittadini messinesi. Quello che non ha capito, o meglio finge di non capire, è che lui è anche il sindaco della minoranza dei cittadini che non lo ha votato, nonchè di coloro che non si sono recati alle urne perchè si schifano di questa politica e dei suoi rappresentanti. Ma è ancora più grave il fatto che il signor Buzzanca finge di non capire che il sindaco di una città dev’essere al servizio dei cittadini ai quali non può negare udienza nè risposte. Nessuno pretende che il signor Buzzanca faccia dei miracoli, a maggior ragione in un periodo così critico, questo però non lo esime dall’assumersi le responsabilità proprie di un sindaco. Quanto al turbamento dei figli dei dipendenti comunali,a suo dire conseguenza della protesta al Palacultura, sono sicuro che gli stessi sono molto più turbati dalle condizioni in cui versano le strade e le scuole di questa città, dalla mancanza di spazi e luoghi di aggregazione, nonchè dalla microcriminalità che impera e che li condiziona nel loro quotidiano. “Bontempu e malutempu non dura sempri un tempu” ed a Barcellona se ne stanno accorgendo il signor Buzzanca e suo compare il senatore. La prossima sarà Messina. Di sicuro.

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