Partiti, comitati e Cgil: hanno vinto i cittadini

Partiti, comitati e Cgil: hanno vinto i cittadini

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martedì 14 Giugno 2011 - 22:45

Una conferenza stampa congiunta per valutare il risultato delle urne: al centro la risposta dei cittadini e l’esigenza di guardare al futuro

Tutti insieme intorno allo stesso tavolo per brindare ad un successo che non è dei partiti, ma della gente. Compatte, le forze che hanno promosso la campagna referendaria per il sì, nel sottolineare come il risultato delle urne abbia solo parzialmente un significato politico. C’è Italia dei Valori, il Pd, SeL, i Verdi, i Radicali, Fli, la Cgil e i comitati a commentare, soddisfatti e orgogliosi, l’esito delle urne.

Parla per primo Antonino Alessi, segretario provinciale dell’Idv, accompagnato dal segretario cittadino Salvatore Mammola, dal consigliere provinciale Maurizio Palermo e dal responsabile del giovanile, Gianluca Libro. «L’importanza di aver vinto questa battaglia è rappresentata dalla risposta della gente – dichiara il dipietrista -. Questo referendum ha dimostrato che i cittadini sono pronti a riprendersi uno spazio democratico che gli appartiene. I partiti devono solo metterli nelle condizioni di potere partecipare. Il segnale è stato evidente, anche in città e in provincia». Già, Messina. Il 47,98% dei votanti, seppur il quorum non è stato raggiunto, evidenzia come la città, con oltre 93mila persone al voto, ha saputo rispondere presente. E così anche la Provincia, dove addirittura a Capo D’Orlando chi ha votato per il referendum ha superato in termini numerici chi ha votato per il ballottaggio tra Sindoni e Librizzi per la poltrona di sindaco.

«Peccato non essere riusciti a superare il 50% anche a Messina – commenta Alessandro Russo, presidente del V quartiere ed esponente del Pd -. Sarebbe bastato davvero poco. Comunque soddisfatti, ma sarebbe un errore “politicizzare” più di tanto il voto». Gli fa eco Ciccio Quero, presidente della quarta circoscrizione e rappresentante del Circolo “Libertà”, che evidenzia l’importanza di continuare a vigilare sull’operato di chi governa, anche sul locale. Per il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, l’affluenza ha replicato anche a chi «chiedeva di non esprimersi andando a mare». Un invito che, secondo il sindacalista, «porta male», tant’è che tutte le volte in cui è stato richiamato da chi stava al governo non ha comportato risultati positivi per questi ultimi. Oceano guarda anche ai risvolti diretti: «Adesso è chiaro che la legge deve essere uguale per tutti, anche a Messina. E’ inconcepibile ad esempio che Buzzanca possa decidere a chi concedere l’autorizzazione per l’utilizzo di sale comunali o addirittura di piazze. I luoghi sono della città, non suoi. Poi il segnale sull’acqua che può ampliarsi ad altri campi come i rifiuti o il trasporto pubblico, che devono rimanere pubblici».

Dei quattro punti quello che forse più da vicino ha riguardato Berlusconi e il suo Governo è quello riguardante il legittimo impedimento. Palmira Mancuso dei Radicali: «La speranza è che i buoni segnali provenienti dal voto vengano confermati e non disattesi». Intanto nuove richieste piovono dai comitati provinciali per bocca di Anna Spanò, rappresentante del Comitato per l’acqua pubblica. Al governo regionale si chiede: che venga approvata al più presto la legge regionale di iniziativa popolare e consiliare; la rescissione dei contratti dei 6 ATO privatizzati in Sicilia dando applicazione all'art. 49 della legge finanziaria regionale 2010; di rendere disponibili per i comuni gli 800 milioni di euro dei fondi APQ (Accordo programmazione quadro) attraverso una norma transitoria.

Sul nucleare si sposta invece Raffaella Spadaro dei Verdi: «Non abbiamo salvato solo noi, ma i nostri figli». Particolarmente interessante l’intervento di Alberto De Luca, di Futuro e Libertà: «Ho apprezzato molto l’abnegazione di partiti, associazioni e sindacato nel coinvolgimento diretto dei cittadini, mentre altri continuano a stare nei palazzi. In questo momento l’esigenza è migliorare l’attuale situazione, lasciando alle spalle i recinti politici e pensando ad esempio a liberare l’Amam dai partiti». Un commento anche sul sì espresso da alcuni esponenti della Destra, come Storace: «Vengono da determinati ambienti politici, hanno condotto note battaglie, anche se tappandosi il naso per il posto in cui si trovano adesso, hanno sentito il dovere di votare favorevolmente all’abrogazione in merito a materie come quelle riguardanti l’acqua». Infine la posizione di Andrea Carbone di Sinistra e Libertà: «La gente ha capito e ha votato consapevolmente. Una presa di coscienza importante, forse un risveglio del Paese».

(Emanuele Rigano)

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