Atm vicina al fallimento, troppi debiti e nessuna prospettiva

Atm vicina al fallimento, troppi debiti e nessuna prospettiva

Francesca Stornante

Atm vicina al fallimento, troppi debiti e nessuna prospettiva

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mercoledì 23 Gennaio 2013 - 14:21

Il Collegio dei Revisori dei Conti haespresso parere negativo al bilancio di esercizio 2011 dell'Azienda Trasporti elencando una serie di irregolarità non più sostenibili. Insorgono i sindacati che nei mesi scorsi hanno più volte denunciato tutto questo.

L’Atm naviga in acque sempre più in tempesta. E come se non bastasse una situazione già ampiamente nera appurata da tutte le parti, è arrivato anche il parere negativo del Collegio dei Revisori dei Conti al bilancio di esercizio 2011 che rappresenta un’ulteriore mazzata anche se in realtà non svela poi molto di nuovo rispetto a ciò che in questi mesi è stato denunciato. Debiti per oltre venti milioni di euro, salgo negativo del patrimonio netto, nessun piano di rilancio, nessun contratto di servizio, parco mezzi ridotto all’osso e Comune che negli anni sembra essersi dimenticato di dover provvedere a garantire il servizio di trasporto pubblico, sono ingredienti che condiscono la ricetta del disastro Atm e che i Revisori dei Conti hanno elencato punto per punto in una dettagliata relazione.

Immediate e inevitabili le reazioni dei sindacati. Per Michele Barresi, segretario Orsa Trasporti, “era prevedibile che i tanti nodi accumulati nel tempo venissero prima o poi al pettine. Non era pensabile che dopo anni in cui non era mai stato approvato un bilancio, in assenza di un contratto di servizio con una "gestione finanziaria creativa", si potesse con la bacchetta magica trovare i conti in regola in un'azienda che è in evidente stato di fallimento conclamato e in cui abbiamo riscontrato tante e tali anomalie economiche, finanziarie e gestionali nei rapporti con Comune e Regione che ci hanno spinto – come Orsa Ugl e Cub – a coinvolgere la Magistratura a fare la dovuta chiarezza”.
Il sindacalista alza i toni e dichiara “Il commissario Croce abbia il coraggio di fare per Atm scelte radicali e di emulare il Presidente Crocetta che oggi ha azzerato tutti i funzionari che si sono occupati dell’Assessorato alla Formazione. Si usi lo stesso metodo di pulizia facendo tabula rasa di tutti quei burocrati e dirigenti che hanno responsabilità del fallimento della partecipata e che ancora oggi restano comodamente seduti sulle loro poltrone”. Inevitabile pensare alle dimissioni di due giorni fa del Commissario Atm Santi Alligo che a Palazzo Zanca è anche Segretario Generale. Ma Barresi sottolinea che “ci sono precise responsabilità che vanno oltre le dimissioni di Alligo e che sono da ricercarsi nell'inadeguatezza delle precedenti amministrazioni comunali e in chi a vario titolo, aziendale e sindacale, ha partecipato a scelte e gestionali rivelatesi negli anni fallimentari”.

Duri anche i commenti dei segretari di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Pino Foti, Enzo Testa e Silvio Lasagni, che non si stupiscono di quanto appreso dalla relazione dei Revisori dei Conti. “L'impietosa analisi descrive come un copia e incolla, rispetto agli anni precedenti, di chi sono le responsabilità del disastro della partecipata e conferma, punto per punto, i rilievi già mossi dalla Corte dei Conti nella dettagliata relazione inviata lo scorso 27 novembre anche alla Procura della Repubblica” dicono i sindacalisti che non risparmiano un pesante attacco al modo in cui a Palazzo Zanca è stata gestita la questione Atm. “L’Azienda è al disastro perché, invece di adoperare le poche risorse che ha a disposizione per il servizio di trasporto urbano, è obbligata a pagare i conti del Comune mentre quest’ultimo non adempie ai propri doveri e non esercita il dovuto controllo. E' chiaro da tempo di chi è la colpa della mancanza di autobus in circolazione e del perché non vengono pagati gli stipendi, ma amministrazione e consiglio comunale finora hanno preferito pensare che fosse sufficiente non approvare i bilanci e rinviare il problema. Adesso il re è nudo, quindi si rivolti l'azienda come un calzino, si individuino le responsabilità, si predisponga un nuovo bilancio e lo si approvi così come impone la legge”.

Tutti i sindacati pensano al futuro dei 600 dipendenti e del servizio di trasporto pubblico in città. Chiedono al commissario Croce di avviare subito il percorso di trasformazione dell’azienda, di individuare una gestione capace e qualificata e di battere i pugni a Palermo per ottenere le somme che a Messina non sono mai state riconosciute. (Francesca Stornante)

10 commenti

  1. I SINDACATA INVECE DI INSORGERE PERCHè NON FANNO IL MEA CULPA,PERCHè SE DISASTRO Cè LORO HANNO IL MAGGIOR PESO NELL’AVERLO CREATO.

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  2. Dispiace sopratutto per i 600 dipendenti che vedono il loro futuro non roseo.
    Ma rifletto:
    per quanti dipendenti pubblici dobbiamo dispiacerci quando proprio costoro sono stati assunti in barba a qualsiasi logica concorsuale e ridevano quando il padrino di turno li “aveva sistemati”
    alla faccia di tutti quelli che non avevano santi in paradiso ?

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  3. 600/700 dipendenti per 15 autobus. Questa è Messina. Trasformandola in spa fioccheranno i licenziamenti. Il pubblico assume senza sosta, il privato taglia

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  4. CastorinaCarmelo 23 Gennaio 2013 15:51

    Obiettivo raggiunto!
    Chi voleva portare alla sconquasso l’azienda per fini reconditi finalmente ci è riuscito. Un lavoro certosino operato per diverso tempo l’equazione di base? Sempre la stessa: Demotivare le Maestranze rendere il servizio inefficiente fino a farlo collassare e il gioco è fatto: Si acquista l’azienda per pochi soldi e poi si licenzia e poi si ristruttura, si aumenta il prezzo del biglietto ecc.
    Per nostra fortuna c’è la MAGISTRATURA che vigila e se venissero riscontrati ipotesi di reato: Bene qualcuno pagherà almeno con la galera, il torto e i disagi economici perpetrati verso tanti padri di famiglia.
    Buon viaggio a tutti.

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  5. Salvatore Vernaci 23 Gennaio 2013 15:59

    Ma a chi si aspetta per la LIQUIDAZIONE VOLONTARIA DELL’AZIENDA ATM e la trasformazione in A.T.M. S.p.A.? L’art. 114 del TUEL 267/2000 disciplina la normativa sulle Aziende Speciali ed afferma testualmente che l’azienda speciale e l’istituzione informano la loro attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità ed hanno l’obbligo del pareggio di bilancio da perseguire attraverso l’equilibrio dei costi e dei ricavi, compresi i trasferimenti. Purtroppo l’ATM è in una situazione di grave criticità, perché è passiva sotto tutti punti di vista, considerando la sua situazione economica. E’ pacifico che i risultati economici dell’ATM sono estranei ad un’idea di efficienza, efficacia ed economicità della gestione aziendale. Le risultanze economiche, desunte dai bilanci dell’Azienda, visto il legame di strumentalità fra l’A.T.M. ed il Comune, rappresentano dei pericoli non circoscritti solo all’Azienda, ma estendibili alla “tenuta finanziaria” dell’Ente nella sua interezza, in quanto, lo stesso, come previsto dalla norma, è chiamato a ripianare le perdite di bilancio dell’Azienda Speciale. Se a ciò si aggiunge che, per i vincoli di ordine finanziario ai quali il Comune, Ente proprietario, è sottoposto, oggi, più di prima, non consentono né il trasferimento di risorse, come in passato, né eventualmente, l’azione di ripianamento delle perdite aziendali (Patto di Stabilità art. 114 c.5 bis Tuel). Sarebbe opportuno, se non è stato già avviata, che l’ATM venga oggi dismessa attraverso l’apertura della fase di liquidazione volontaria, ai sensi dell’art. 2484 e ss. del cod. civ. con regolare delibera del Consiglio Comunale. Purtroppo, non esiste una normativa specifica in materia di liquidazione delle aziende speciali, pertanto il quadro normativo di riferimento è quello offerto dal codice civile in materia ( Corte dei Conti Sez. Emila Romagna, deliberazione n.9/2012/PAR del 13.2.2012). La delibera consiliare di apertura della fase della liquidazione dell’ATM. da parte del Consiglio, deve prevedere criteri, termini e priorità da seguire nella fase della liquidazione sia nell’interesse generale della collettività che in quello particolare dei terzi. Con la stessa delibera dovrà essere data all’ATM la possibilità di continuare, in modo provvisorio e limitato nel tempo, l’attività ordinaria per il periodo necessario alla trasformazione dell’Azienda in S.p.A. Tale affidamento provvisorio alla stessa ATM preserva il personale a tempo indeterminato in dotazione all’azienda in termini di garanzie occupazionali

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  6. Come l’ex Commissario Alligo, anche i sinfacati affermano che ” Non era pensabile che dopo anni in cui non era mai stato approvato un bilancio, in assenza di un contratto di servizio con una “gestione finanziaria creativa”. attribuendo alla mancanza del “Contratto di servizio” la causa principale del dissesto dell’Atm. Si è sempre sostenuto che il “contratto di servizio” è un documento di programmazione e non presenta aspetti finanziari dato, che questi ultimi vengono evidenziati, annualmente, nel “Piano programma” redatto in ordine alla tipologia dei servizi da rendere ai cittadini esplicitati nel “contratto dei servizi” evidenziandone i relativi costi, che vengono, a loro volta, riportati nel “bilancio economico annuale e pluriennale di previsione”, documenti contabili questi previsti dall’articolo 114 del decreto legislativo 267/2000. Infatti l’ottavo comma del citata articolo definisce “atto fondamentale” delle Aziende speciali il “Piano programma, comprendente il contratto di servizio che regola i rapporti tra ente locale ed azienda speciale” Trattandosi di un “atti fondamentale” detto “piano programma”, risulta allegato a tutti i “bilanci economici di previsione” approvati, negli anni, dall’At,, anche in assenza del relativo “Contratto di servizio”. Quindi nessuna incidenza, a mio parere della mancata sottoscrizione del “contratto di servizio” sulla attuale situazione finanziaria dell’Azienda. Le cause sono diverse e sono state, sia pure parzialmente, menzionate nelle innumerevoli relazioni presentate agli organi competenti che hanno indotto a sostenere la non attendibilità dei bilanci approvati dall’azienda riferiti agli esercizi 2002 e successivi, l’utilizzo dio un sistema contabile tipico per le aziende provate e non per quelle pubbliche, la redazione, conseguentemente di “bilanci di esercizio ” definiti “da rottamare” in quanto redatti in violano delle disposizioni legislative in materia di finanza locale ed in violano degli schemi di “conto economico” e di “Stato del patrimonio” previsti dal Decreto del Ministero del tesoro del 25/04/1995. E’ stato., anche detto che la gestione contabile non era rispettosa dei vincoli imposti dalla legge in materia di finanza pubblica. Tutto questo è stato detto e scritto nel 2009, periodo in cui era possibile correre ai ripari dato che i problemi del Comune di Messina, anche se in forma camuffata, erano ritenuti sostenibili sotto il profilo finanziario. Avete perso troppo tempo in chiacchiere senza tener conto che la nave stava affondando e con il rischio sempre attuale di una “ciclone in arrivo

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  7. o si fa sto discorso per tutti : COMUNE costi e servizi che eroga, partecipate e servizi che erogano ed i rapporti con il comune. Così il comune inadempiente se la prende con ATM, che come un calzino è stata rivoltata più volte, e la porta in queste condizioni. NOn fatevi ingannare , non concentratevi solo sui vertici di ATM, ma anche nei responsabili di questo che stanno e penso che staranno a lungo comodamente, e che anche se disgraziatamente il comune dovesse dissestare continueranno a fare i dirigenti ed a prendere lo stipnedio, la liquidazione, la pensione.

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  8. orazio tringali 23 Gennaio 2013 20:29

    Negli anni 60 c’erano i privati che facevano il CINQUANTINO, ora c’è L’EURINO. Stamane c’erano macchine private che lo facevano da Provinciale a Cairoli, siamo tornati al dopo guerra.

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  9. P.s. Sarebbe interessante, visti i risultati, conoscere il compenso richiesto dai due “esperti” nominati IN CONTEMPORANEA dal dott Lacorte per consentire di non arrivare a scrivere un bilancio mezzo buono. Ma immagino che sia coperto dalla privacy, giusto?

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  10. appunto, a me non dispiace proprio. concorsi, questi sconosciuti a Messina!!! vomito…

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