Il Pd si spacca sull’esito delle primarie, con fazioni anti o pro Calabrò

Il Pd si spacca sull’esito delle primarie, con fazioni anti o pro Calabrò

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Il Pd si spacca sull’esito delle primarie, con fazioni anti o pro Calabrò

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martedì 16 Aprile 2013 - 18:14

I renziani lanciano al vincitore messaggi distensivi e di collaborazione, “contrariato” invece il commento della Tarro Celi sul risultato di domenica

Il Pd si spacca sull’esito delle primarie. L’investitura popolare di Felice Calabrò a candidato sindaco del centro-sinistra sta facendo nascere all’interno del partito democratico due opposte fazioni, una pro e l’altra anti-Calabrò. La prima fazione è composta da quanti riconoscono all’attuale capogruppo consiliare competenza, conoscenza della macchina ammnistrativa, impegno politico e soprattutto la vittoria dei numeri, scaturita da 4878 preferenze ; l’altra fazione è composta da coloro i quali ritengono che Calabrò abbia vinto solo perché ha pesato l’apparato del partito democratico che – condizionato dalla volontà di Genovese – avrebbe fatto convergere i voti sull’avvocato 40 enne a danno dell’altro candidato piddino Giuseppe Grioli.

I due diversi punti di vista portano, ovviamente, a conclusioni diametralmente opposte. Esempio ne sono i due comunicati giunti in redazione, uno a firma dei renziani messinesi e l’altro di Lucia Tarro Celi.

Dai primi arriva un messaggio distensivo e di collaborazione, indirizzato al vincitore delle primarie.

Nel documento scrivono: “Esprimiamo apprezzamento per il risultato delle primarie “Obiettivo Messina 2013” del 14 aprile scorso, sia per l'affluenza molto consistente nonostante le difficoltà organizzative ed i tempi ridotti, sia per il sostegno degli elettori ad una candidatura, quella di Francesco Palano Quero, che si è caratterizzata per una discontinuità politica e programmatica tra i diversi candidati del centrosinistra.In particolare – continuano – ci soffermiamo sul dato numerico ottenuto dalla candidatura di Francesco Palano Quero che risulta essere la seconda assoluta per numero di voti nell'intero centro nord della città, con l'importante risultato di Piazza Cairoli, dove si attesta come la prima ex aequo con quella di Felice Calabrò: segni evidenti del riconoscimento del significativo rapporto coi territori e delle buone pratiche amministrative che sono state messe in atto in questi ultimi anni dalla squadra di uomini e di donne che hanno sostenuto con forza la nostra candidatura”.

“Riconosciamo inoltre – continuano i renziani – il successo di Felice Calabrò, augurandogli buon lavoro e di riuscire nel difficile compito di ricompattare il centrosinistra messinese e di portarlo alla vittoria contro una coalizione di centrodestra che ha governato negli ultimi cinque anni lasciando la città in uno stato di quasi dissesto finanziario e di abbandono politico e sociale; obiettivo che deve essere raggiunto senza farsi condizionare da equilibrismi e tatticismi politichesi tra le segreterie della coalizione, costruendo una squadra che basi solo sul merito, la competenza, la generazionalità, l'amore per la città e infine l'assoluta indipendenza intellettuale le sue uniche ragioni di essere. Su queste basi – concludono – saremo al fianco di Felice Calabrò nel comune obiettivo di far cambiare pagina alla città di Messina”.

Di tenore totalmente opposto è il documento sottoscritto dalla Tarro Celi

“La delusione e l'amarezza espresse da Peppe Grioli subito dopo i risultati delle primarie – scrive – sono condivisibili e aprono uno scenario ancor più chiaro rispetto all'esperienza delle primarie per le politiche. Fuori da ogni retorica e da sensi comuni consolidati, si sono ancora una volta misurate forme, modalità, esperienze che da una parte continuano a fornire la complessa e articolata trama del centro sinistra e del PD in particolare, dall'altra ne sgregano la forza infiacchendo la speranza di chi partecipa a questo strumento democratico nel tentativo di scrivere una pagina nuova e di sfidare scelte di vertice".

“Gli appelli all'unità da parte del neo-candidato a sindaco – continua l’esponente del Pd – sono giusti e legittimi ma non aiutano a rispondere alle attese di un presente che chiede per la città di Messina una svolta epocale, un governo forte e autorevole, in grado di fronteggiare le sfide drammatiche che ha di fronte. Solo un Pd riorganizzato al suo interno e non affidato all'idea di "figli" privilegiati può invocare l'unità del centro-sinistra per le prossime amministrative. Altrimenti – conclude la Tarro Celi – il rischio è che l'amarezza e la delusione espresse da Peppe Grioli finiranno per trasferirsi nel cuore e nella mente di quei tanti giovani che hanno dimostrato passione, competenza e voglia di segnare le tracce di un nuovo progetto etico-politico, in grado di rintracciare le ragioni dello stare insieme, anche nel vissuto di generazioni diverse”. (DLT)

13 commenti

  1. Io li vorrei tutti in un’unica squadra e c’è chi, invece di stringere le fila e remare insieme per il raggiungimento del bene comune di Messina, semina zizzania, servendo così su un piatto d’argento la vittoria alla destra.

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  2. ART.21 COSTITUZIONE. La candidatura di Felice CALABRO’, uomo politico di mestiere, che la CELI TARRO chiama FIGLIO PRIVILEGIATO, divide il CENTROSINISTRA e lo dividerà sempre di più, non ha l’avvocato le qualità umane per unire e quelle oratorie, alla CROCETTA, per appassionare le genti di Messina. A questo punto sarà il GOVERNATORE ad avere un ruolo importante, regalerà al CENTRO SINISTRA di riserva, un candidato/a forte, oppure presenterà una lista collegata, cui CALABRO’ dovra concedere molto nella formazione della giunta? Insomma la vecchia politica di sempre, tutto resterà come prima, anzi peggio di prima, perchè il PRE DISSESTO è alle porte. A proposito, ma della Urbs Messana e delle sue genti non parla più nessuno? Il Felice CALABRO, consigliere comunale, si vanta di conoscere Palazzo Zanca, forse lo pensa, per qualche intervento fatto in un’aula semideserta, quella di un Consiglio in cui è prevalso un silenzio assordante. Gli ricordo che pochissimi ( lui non è tra questi ) sappiano del funzionamento della macchina comunale (il nostro SAYA) il ragioniere generale COGLITORE, il segretario generale ALLIGO, il dirigente della gestione giuridica del personale CAMA e il capo di gabinetto SCIGLIO, gli altri hanno un’infarinatura.

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  3. dolcestilnuovo 16 Aprile 2013 20:33

    Chi è la Tarro Celi? Da dove viene? Che ha fatto in passato per questa città? Non la conosco e non capisco come possa dare per scontate certe affermazioni che non stanno ne in cielo ne in terra. Insomma, secondo la Tarro Celi, la regolarità del voto l’avremmo avuta solo se avesse vinto Grioli? E in quel caso, avremmo sentito qualche fans di Calabrò dire che “l’apparato” aveva supportato l’avversario a suo danno?
    Io, da osservatore, immagino, piuttosto, che Calabrò abbia vinto perché “supportato” dai colleghi consiglieri comunali che hanno preferito chi, assieme a loro, ha condotto (si fa per dire) tante battaglie, oltre all’UDC che, per la gran parte, ha fatto convergere i propri voti su di lui. Di contro, Grioli, ha potuto fare affidamento solo su alcuni consiglieri comunali e di quartiere che, evidentemente, “tirano” di meno. Ma chi ama la polemica la farà sempre, qualunque cosa accada! Ma la Tarro Celi, evidentemente è una “giovane” amante della polemica…

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  4. ART.21 COSTITUZIONE. Carissima FLAVIA, la squadra del CENTROSINISTRA è insufficiente per governare Messina, i problemi sono gravissimi e complicati da risolvere, vale ancora di più, oggi, il mio appello di Natale per un governo di UNITA’ MUNICIPALE. Quell’appello era esteso a RESET, ACCORINTI e MOVIMENTO 5 STELLE, insieme, i tre movimenti, hanno in comune la QUALITA’ di non essere compromessi con il vasto sistema d’interessi, incarnato dal PD e PDL, due facce della stessa moneta, ricordo ancora una volta, mai spesa per l’interesse generale dei messinesi. Parlai di autorevolezza di ACCORINTI, da contrapporre alla burocrazia comunale, conoscenze professionali di RESET dimostrate nella stesura del programma, unico fra tutti ad averlo prodotto, e di trasperanza di 5 STELLE, unici ad avere nel programma il TUTTO IN RETE, comprese le sedute del Consiglio e Commissioni, e la proposta geniale di un contatore di cassa di Palazzo Zanca, in diretta web, delle ENTRATE e delle SPESE, per sancire il diritto dei cittadini di conoscere TUTTO della casa in COMUNE. C’è una cosa che il PARTITO DEMOCRATICO sa fare benissimo, FAGOCITARE il prezioso VOTO di OPINIONE, come quello tuo.

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  5. dolcestilnuovo 17 Aprile 2013 07:54

    C’è già una squadra? è insufficiente? e da chi è composta?
    parole… parole… parole…

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  6. dolcestilnuovo 17 Aprile 2013 11:34

    🙂 Mi hai ferito…….. Se vuoi, lascio spazio a te…. che scrivi cose sensate…. 🙂 🙂 🙂
    Però non devi preoccuparti, ignorami! I lettori sanno valutare e prenderanno in alta considerazione quello che scrivi e criticheranno le mie idee. Ma anche questa è democrazia… (Ma forse tu non sai di cosa parliamo….)

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  7. Questo dolce (?) stile non nuovo ..che noia…

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  8. Ma come si spacca?? Non dovevano risultare tutti uniti in vista di obiettivi congiunti nel solo interesse della citta’visto l’attuale stato di degrado?? Mmmm..

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  9. dolcestilnuovo 17 Aprile 2013 13:19

    Insulti non ne vedo in nessun post, poca educazione si!

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  10. Fai domande..dichiari di non conoscere la persona…concludi poi in certezza che costei “è giovane amante della polemica”. Prima chiedi( chi è etc.) poi neghi ( non la conosco) ed infine assegni l’etichetta. Stile che non mi piace.

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  11. Io mi annoio democraticamente a leggerti..esprimo la mia noia democratica…non mi piace lo stile polemico senza proposta. E’ un mio commento come tanti altri e non insulto mai nessuno.

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  12. Ma che noia che barba che noia che barba avrebbe detto la simpatica Sandra Mondaini. Ma una analisi seria ed imparziale riuscirà mai a farla?
    Due sono le cose qui o lei è poco informata o è in mala fede. Io propendo più per la seconda.
    A presto cara

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  13. e se la città di Messina fosse stata assegnata a tavolino al Pdl? solo così si spigherebbe la candidatura di Garofalo e la rottura del Pd.

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