Da Bella ciao a #ciaone. Ecco perchè il voto in Sicilia non è stato un test nè la vittoria di Renzi

Da Bella ciao a #ciaone. Ecco perchè il voto in Sicilia non è stato un test nè la vittoria di Renzi

Rosaria Brancato

Da Bella ciao a #ciaone. Ecco perchè il voto in Sicilia non è stato un test nè la vittoria di Renzi

Tag:

lunedì 18 Aprile 2016 - 22:19

Il voto referendario in Sicilia non è stato un test per le amministrative. Non è una vittoria di Renzi nè un voto contro. Ma quel 28% di elettori che si è recato alle urne andrà verso il Pd che twetta #ciaone o verso i 5Stelle? Il centro-destra teme più i grillini dei renziani alle regionali 2017.

Sbaglia chi pensa che il risultato del referendum in Sicilia, che ha registrato una percentuale di affluenza tra le più basse del Paese, equivalga alla vittoria di Renzi e del Pd. Una simile interpretazione è errata a livello nazionale, ed infatti lo stesso premier se ne è ben guardato dal vantarsene, ma lo è ancor di più nella nostra isola. In Sicilia, che pure è terra di trivelle, l’affluenza è stata del 28,4%, almeno 3 punti di percentuale in meno rispetto al dato nazionale. A Messina addirittura siamo scesi al 24%, mentre in provincia si è superato il 26%.

Pensare che oltre il 70% dei siciliani non sia andato alle urne per “obbedienza” all’invito all’astensionismo di Renzi, o perché in linea con la posizione di parte del Pd, equivale a non conoscere i siciliani. Posto che nelle zone di Gela e Agrigento e Milazzo il peso di piattaforme e aziende che danno posti di lavoro molto più che nel settore turistico avvilito dall’incapacità della politica, ha spinto intere famiglie a non recarsi alle urne, la restante quota di astensionismo tutto è tranne che una vittoria del Pd. Anzi, visti i precedenti dei referendum in Italia (tranne quelli su temi fondanti come divorzio, aborto, sistema elettorale, acqua pubblica, finanziamenti ai partiti), l’aver superato il 30% portando oltre 14 milioni e mezzo di elettori a esprimersi su una norma è un miracolo ed un punto d’inizio. Sopratutto in vista delle prossime consultazioni. Perché quel 31% che è andato a votare è l’elettorato giovane, libero e non ancora disilluso o sdegnato dalla pessima gestione della politica. Il quesito era complesso, non d’immediata comprensione, quasi per addetti ai lavori. Il periodo intercorso tra l’ok alla consultazione e la data del voto è stato breve, con margini bassi per poter informare. Più che nei tradizionali canali di diffusione se ne è saputo di più dai social, e anche questo fa capire quali fasce di cittadini sono andate a votare. Chi non lo ha fatto è perché non aveva alcun interesse né verso la problematica né sul referendum in generale. Intere Regioni tra l’altro non hanno alcun coinvolgimento immediato alla questione.

La Sicilia non ha mai brillato per entusiastica partecipazione al voto, figuriamoci per un referendum che ai più è apparso ostico o sconosciuto. Ritenerlo un test rilevante in vista delle amministrative e pensare che basti una parola di Renzi affinché il popolo obbedisca sarebbe un autogol. Ai siciliani di votare per le trivelle o meno non importava. Molti anzi hanno pensato che tra un posto di lavoro certo con l’Eni ed un futuro incerto passato a combattere con la burocrazia, l’incapacità politica, il pizzo, le sanzioni, l’assenza d’infrastrutture per aprire un lido, un chiosco o avviare un’attività nel settore turistico, è meglio il pane sicuro.

Quella di domenica non è stata né un astensione pro Renzi né un mare di sì contro Renzi. L’esito deve far riflettere senza brindare in nessuno dei due fronti.

Il centro-destra, che si sta organizzando in Sicilia in vista delle prossime consultazioni non teme il Pd ma i 5Stelle, che sono quelli che hanno portato alle urne gran parte dei votanti del 17 aprile. Un conto è il referendum sulle trivelle un altro saranno le buche sotto casa, i posti di lavoro persi, le riforme mai decollate, una Sicilia indebitata e inginocchiata, ostaggio di un governo nazionale che dosa l’ossigeno e ha staccato la spina alle ex province. Forse quel 28% nell’isola dei pigri, dei gattopardi, del posto fisso, dell’assistenzialismo, non è solo rassegnazione ma timido segnale. Non ce li vedo i siciliani che disertano le urne dicendo: me l’ha detto Renzi e lo faccio. Chi è andato era profondamente convinto ed informato ed è da quella soglia che partirà quel che sarà sin da giugno, quando le amministrative diranno cosa pensano i siciliani sia dell’alleanza ormai vecchia e logora Pd-Udc-Sicilia Futura-Ncd, sia quelle finora latenti e cangianti (Forza Italia- Ncd-Udc-Musumeci, o Pd-Ncd-Udc) che serviranno da laboratorio per le regionali del 2017. Quel 28% che oggi il Pd snobba sarà linfa per i 5Stelle, e se quella percentuale è ritenuta irrisoria in un referendum sono invece elettori che pesano, eccome, alle Regionali o alle amministrative. Crocetta, solo per fare un esempio, è governatore con poco più del 30% e grazie ad un altissimo astensionismo. Dove andranno parte degli elettori di domenica? Verso il Pd renziano o verso una sinistra che non parla come Craxi nel ’91? O verso il centro-destra che si è ben guardato da invitare ad andare al mare?

Indispone il tweet di Ernesto Carbone, deputato nazionale, renziano di ferro e commissario del Pd messinese post-genovesiano che ad urne non ancora chiuse ha esultato: #ciaone scatenando reazioni da parte di quanti, politici ed elettori, si sono sentiti offesi. Non si irride al voto, se ne deve avere rispetto in nome del sangue che in ogni parte del mondo, compresa la nostra, il diritto all’esercizio del voto ha portato. E’ comprensibile che il parlamentare calabrese, nominato in una lista blindata e che alle Politiche 2018 sarà capolista blindato a Messina, non debba andare a cercarsi i voti tra la gente e pertanto non abbia in grande considerazione l’opinione dell’elettore. Ma parte di quei 14 milioni interessati al futuro dell’ambiente, sono elettori del Pd e rischiano di diventare “ex”. Sbeffeggiarli non è la migliore strategia comunicazionale. Anche perché a ottobre, per il referendum Costituzionale non è previsto alcun quorum ed allora magari, proprio alla luce del suo #ciaone saranno in tanti a pensare se è davvero sia il caso di lasciare in Parlamento la Casta dei nominati….. Magari ci penserebbero due volte prima di ridere su chi la pensa diversamente ed esercita un diritto costituzionalmente tutelato. Si chiama democrazia.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. Non dimentichiamo che i 13 milioni di italiani che hanno votato SI sono più di un terzo del 75% (circa) dei 50 milioni di aventi diritto che hanno votato alle ultime politiche. È impossibile disaggregare il voto referendario per appartenenza politica, il dato però rimane.
    Sarà importante il referendum sulle riforme costituzionali del prossimo autunno.

    0
    0
  2. Non dimentichiamo che i 13 milioni di italiani che hanno votato SI sono più di un terzo del 75% (circa) dei 50 milioni di aventi diritto che hanno votato alle ultime politiche. È impossibile disaggregare il voto referendario per appartenenza politica, il dato però rimane.
    Sarà importante il referendum sulle riforme costituzionali del prossimo autunno.

    0
    0
  3. Cara dott.ssa Brancato, a me dispiace doverla, ancora una volta, contraddire, ma è fuori luogo sostenere che “Chi è andato [a votare] era profondamente convinto ed informato ed è da quella soglia che partirà quel che sarà sin da giugno”. Il perché è presto detto: ieri sera, a Piazza Pulita (La7), è stato mostrato un sondaggio sulle motivazioni del voto. Ebbene, il 56% degli intervistati ha espresso un voto contro il Governo, il 21% per la “difesa dell’ambiente”, il 13% contro la modifica della condizione attuale, il 7% per regolamentare in modo corretto le trivellazioni (GLI UNICI INFORMATI, QUINDI) e il 3% ha risposto altro/non so/non risponde.
    Lei reputa gli italiani più intelligenti di quanto non siano in realtà. Cordialmente…

    0
    0
  4. Cara dott.ssa Brancato, a me dispiace doverla, ancora una volta, contraddire, ma è fuori luogo sostenere che “Chi è andato [a votare] era profondamente convinto ed informato ed è da quella soglia che partirà quel che sarà sin da giugno”. Il perché è presto detto: ieri sera, a Piazza Pulita (La7), è stato mostrato un sondaggio sulle motivazioni del voto. Ebbene, il 56% degli intervistati ha espresso un voto contro il Governo, il 21% per la “difesa dell’ambiente”, il 13% contro la modifica della condizione attuale, il 7% per regolamentare in modo corretto le trivellazioni (GLI UNICI INFORMATI, QUINDI) e il 3% ha risposto altro/non so/non risponde.
    Lei reputa gli italiani più intelligenti di quanto non siano in realtà. Cordialmente…

    0
    0
  5. Il problema sono questi politicanti da quattro soldi che abbiamo. Il quorum sui referendum esiste solo in Italia.
    Se vai a votare ( Si o NO non importa )esprimi il tuo pensiero, se non vai a votare stai zitto !!!!
    Non esiste al mondo che uno pseudo Presidente del Consiglio (non votato) ed un ex Presidente della Repubblica che invitano all’astensione. Questa non è democrazia !!!

    0
    0
  6. Il problema sono questi politicanti da quattro soldi che abbiamo. Il quorum sui referendum esiste solo in Italia.
    Se vai a votare ( Si o NO non importa )esprimi il tuo pensiero, se non vai a votare stai zitto !!!!
    Non esiste al mondo che uno pseudo Presidente del Consiglio (non votato) ed un ex Presidente della Repubblica che invitano all’astensione. Questa non è democrazia !!!

    0
    0
  7. Voglio ancora vedere l’accoglienza che sarà riservata al commissiario del PD messinese Carbone ( l’autista con la smart di Renzi) quando tornerà in città, dopo che ha insultato oltre 13.000.000 di italiani con il suo #ciaone .
    Il termine è coatto, grezzo e maleducato contraddistingue il personaggio.
    Spero che la mia città possa dirgli presto un semplice ciao, a mai più rivederci !

    0
    0
  8. Voglio ancora vedere l’accoglienza che sarà riservata al commissiario del PD messinese Carbone ( l’autista con la smart di Renzi) quando tornerà in città, dopo che ha insultato oltre 13.000.000 di italiani con il suo #ciaone .
    Il termine è coatto, grezzo e maleducato contraddistingue il personaggio.
    Spero che la mia città possa dirgli presto un semplice ciao, a mai più rivederci !

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007