Reggio. Alival, i sindacati "chiamano" la politica: i nostri parlamentari difendano i lavoratori

Reggio. Alival, i sindacati “chiamano” la politica: i nostri parlamentari difendano i lavoratori

mario meliado

Reggio. Alival, i sindacati “chiamano” la politica: i nostri parlamentari difendano i lavoratori

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sabato 30 Aprile 2022 - 19:00

Le parti sociali avvertono l'esigenza di un "salto di livello" circa la vertenza dello stabilimento di San Gregorio. E intanto fidano nel 'tavolo' al Mise

REGGIO CALABRIA – Ma come sta procedendo la vertenza Alival-Lactalis, sul fronte del dialogo tra parte datoriale e parti sociali?

Gregorio Pititto, segretario provinciale della Cgil

Gregorio Pititto, segretario provinciale della Cgil, è ben convinto che «esistano gli strumenti per poter aprire un’interlocuzione. La difficoltà, in questo momento, è che siamo davanti a un’azienda che dichiara la chiusura di uno stabilimento: quindi, in teoria almeno, non lascia spazi a questo dialogo. Chiaramente, i rappresentanti dei lavoratori hanno già fatto i propri passi con le segreterie nazionali per aprire un tavolo di mediazione al Mise, il Ministero dello Sviluppo economico, al quale l’azienda dovrà necessariamente sedersi e dialogare, per verificare se riusciamo a trovare un percorso condiviso. Va ricordato che in questi anni il sindacato ha dimostrato grande senso di responsabilità, applicando gli strumenti che consentissero all’impresa di contenere eventuali perdite nel ciclo produttivo». Riferimento chiaro al quadriennio in cui si sono applicati i – non indolori, per le maestranze – Contratti di solidarietà.

Come ai tempi della crisi Ansaldo Breda…

Torna, peraltro, il vecchio tandem Reggio Calabria-Pistoia (sono i due stabilimenti che entro il primo trimestre 2023 andrebbero a chiudere i battenti), un po’ come ai ‘vecchi tempi’ della veemente crisi dell’allora Ansaldo Breda. «Sì – ammette Pititto –, forse queste due città dovrebbero fare un gemellaggio… i problemi si riversano spesso in Toscana e qui. Ecco perché vorremmo anche capire se c’è sotto qualche volontà di colpire il territorio reggino».

«Fiore all’occhiello calabrese»: diventerà una “bomba sociale”?

Antonio Zavettieri, segretario confederale della Uil territoriale reggina

Ci sono in ballo 150 posti di lavoro, fra i due stabilimenti “presi di mira”. Ma era proprio inevitabile, da parte aziendale, procedere direttamente alla chiusura dei due siti produttivi?

«Come sindacato, noi crediamo di no – rileva Antonio Zavettieri, segretario confederale Uil territoriale di Reggio Calabria –, anzi riteniamo ci fossero tutti i presupposti per rilanciare i due siti e continuare a realizzare prodotti importanti e di qualità, come la mozzarella Stg che si produce a Reggio.

Ecco perché ci risulta del tutto incomprensibile questa scelta scellerata; e da queste parti perdere quasi 80 posti di lavoro è un fatto straordinariamente negativo, col rischio concreto di creare una “bomba sociale” in quello che in realtà è un “fiore all’occhiello” dell’economia reggina e calabrese».

«Ancor più che Alival, non capiamo Lactalis…»

Prosegue il sindacalista: «Non riusciamo a capire perché voglia far questo Alival, ma in particolare Lactalis: quando un paio d’anni fa ci fu l’acquisizione della Nuova Castelli da parte della multinazionale francese, pensavamo che a dispetto di qualche difficoltà pregressa adesso i lavoratori fossero in una “botte di ferro”. Invece la nostra sensazione davvero brutta è che la holding abbia voluto acquisire il gruppo per poter utilizzare alcuni marchi importanti in Italia come Grana Padano e abbandonare tutto il resto…».

Ma che fare, adesso? «Adesso, a nostro avviso occorre soprattutto che i parlamentari eletti in Calabria non “mollino la presa” ma, anzi, s’interessino attivamente della questione – così Zavettieri –. E che la vertenza venga “sposata” con grande attenzione e convinzione dai rappresentanti istituzionali locali, in testa il sindaco facente funzioni e l’omologo alla Città metropolitana».

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