Domani a Catanzaro le sentenze del processo 'Why Not'. Loiero: -Se mi condannano, ritiro la candidatura-

Domani a Catanzaro le sentenze del processo ‘Why Not’. Loiero: -Se mi condannano, ritiro la candidatura-

Domani a Catanzaro le sentenze del processo ‘Why Not’. Loiero: -Se mi condannano, ritiro la candidatura-

martedì 23 Febbraio 2010 - 21:17

Grande attesa per le sentenze soprattutto nei confronti di Loiero e dell'ex Governatore Chiaravalloti. Tra gli indagati dell'inchiesta c'erano anche Prodi e Mastella, le cui posizioni sono già state archiviate senza seguito

Giovedì a Catanzaro arriveranno le sentenze del processo ‘Why not’ che potrebero avere anche importanti risvolti politici. Loiero, ha assicurato che -Se dovessi essere condannato, non mi candiderò alle prossime elezioni regionali-.

L’inchiesta -Why not- su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici, fu avviata nel 2006 dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris, oggi europarlamentare dell’Italia dei Valori, e poi avocata dalla Procura generale di Catanzaro. L’inchiesta conquistò la ribalta delle cronache soprattutto per il coinvolgimento dell’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, la cui posizione è stata archiviata nell’aprile del 2008, e dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, per il quale l’Ufficio gip ha disposto l’archiviazione a fine novembre.

Adesso sarà il turno di Agazio Loiero e Giuseppe Chiaravalloti, rispettivamente Governatore ed ex Governatore della Regione Calabria per i quali i sostituti procuratori generali Massimo Lia ed Eugenio Facciolla hanno chiesto la condanna a un anno e mezzo di reclusione per Loiero e a due anni e due mesi per Chiaravalloti. In entrambi i casi le accuse per le quali è stata chiesta la condanna sono di -abuso d’ufficio-.

Ma i legali dei due politici sono convinti che -mancano completamente i presupposti per configurare le ipotesi di abuso d’ufficio contestate-.

Infatti l’avvocato Nicola Cantafora, difensore di Loiero, davanti al giudice dell’udienza preliminare Abigail Mellace ha spiegato che -non ci sono gli estremi per configurare tale reato dal momento che le delibere approvate, che fanno riferimento ai progetti contestati, sono state emesse nel solo interesse della Regione, e non nell’interesse di singoli, nè tantomeno nell’interesse del presidente. Non c’è alcun vantaggio per quest’ultimo, non c’è alcun danno per l’Ente-.

Quanto poi allo specifico episodio dell’incontro a casa di Loiero per discutere dell’esternalizzazione del progetto -Censimento del patrimonio immobiliare della Regione-, cui parteciparono tra gli altri anche Antonio Saladino – il principale indagato dell’inchiesta -, e Caterina Merante – la principale testimone di -Why not- -, la difesa ha prodotto una comunicazione ufficiale che fu fatta all’epoca dal prefetto di Catanzaro, il quale specificava che per motivi di ordine pubblico la questione andava decisa in tempi rapidi e con meno clamore possibile, data l’agitazione che si registrava in quei giorni nei lavoratori interessati. Ecco perchè, secondo la difesa di Loiero, quell’incontro avvenne in maniera informale e riservata, e comunque, ha aggiunto l’avvocato, la successiva delibera – la n. 107 – era solo di indirizzo, e cioè non vincolante, e dunque non poteva produrre alcun obbligo nè alcun danno.

Anche l’avvocato Francesco Scalzi, difensore di Chiaravalloti (assieme ad Armando Veneto), ha sostenuto che l’iniziale assunto accusatorio è stato modificato ma comunque per non approdare a nulla poichè, ha detto il legale, le ipotesi di abuso d’ufficio contestate all’ex Governatore sono prive degli elementi fondanti quel reato.

Ugualmente decise e convinte sono state le arringhe difensive tenute dagli avvocati Fabio Viglione e Ugo Celestino nell’interesse di Enza Bruno Bossio, imprenditrice e moglie dell’ex presidente della Regione Nicola Adamo, accusata fra l’altro di associazione a delinquere (i pm hanno chiesto per lei una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione). I due penalisti hanno parlato di -assoluta infondatezza delle accuse, rispetto alle quali non si capisce in cosa si sarebbe sostanziata l’attivita’ delittuosa-.

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