L'opposizione insorge, ma la manovra è votata da un centrodestra compatto
Al Consiglio comunale sono bastate poco meno di sei ore per approvare un bilancio di previsione di palazzo San Giorgio da 732 milioni di euro. Come annunciato, la manovra economica del Comune, considerati gli ampi numeri di una compatta maggioranza, ieri è stata facilmente approvata e senza che la scadenza del 30 giugno potesse diventare motivo di forte preoccupazione per il sindaco Giuseppe Raffa e la sua coalizione. Il Civico consesso si è riunito in tarda mattinata nell’aula delle adunanze di palazzo San Giorgio e si è aperto con un’eclatante gesto dell’opposizione: il centrosinistra ha issato sui propri scranni delle lenzuola bianche in segno di protesta contro il centrodestra. Poi, respinta una richiesta pregiudiziale di rinvio avanzata da Massimo Canale (Pdci-Fds), Demetrio Delfino (Prc-Fds) e Sebi Romeo (Pd), l’assemblea è entrata nel vivo. Davanti ad un documento contabile che prevede taglio di spese dell’11% e l’aumento di tributi (+25% della Tarsu, +33% del Canone idrico e + 35% per l’acquisto di loculi cimiteriali), il centrosinistra, già indispettito dalla minima discussione del documento contabile nell’apposita commissione, è insorto. «Sono stati dimezzati i contributi alloggiativi» e «non è stata prevista neppure una lira in bilancio per la depurazione e il turismo sostenibile» sono state rispettivamente le accuse di Gianni Minniti (Pd) e Massimo Canale. Sulla stessa linea, ma più coloriti, altri due esponenti dell’opposizione, ovvero Demetrio Martino (Pd), che ha parlato di «golpe all’amatriciana», e Nuccio Barillà (Gruppo misto), che ha paventato il rischio che Reggio si trasformi nella «città di Cetto La Qualunque». Accuse respinte al mittente dai banchi della giunta e del centrodestra. «È stato inevitabile procedere ad un adeguamento delle tariffe, anche perché, nonostante gli aumenti, si mantengono comunque molto basse e nello stesso tempo, però, proviamo a migliorare la qualità dei servizi» è stata la posizione espressa da un sindaco Raffa che ha evocato la figura del «buon padre di famiglia che sul far della sera si mette a fare i conti». Stesso tenore negli interventi dell’assessore alla finanze Rocco Lascala («Il bilancio è povero a causa della mancanza di liquidità, gli altri comuni calabresi non stanno meglio di noi) e del consigliere del Pdl Bruno Ferraro («C’è uno stato di crisi di liquidità generale che si è abbattuta su tutti i comuni italiani, basta vedere Chiamparino che a Torino è costretto ad aumentare le tasse»). Il bilancio di previsione passa grazie al sì schiacciante del centrodestra in Consiglio comunale, al quale si è aggiunta la sorprendente astensione dell’esponente dell’opposizione Domenico Meduri.
