L'incontro si svolgerà lunedì 3 luglio alle 18.30 alla scalinata monumentale del Waterfront di Reggio Calabria, un luogo simbolo della città
REGGIO CALABRIA – Gli effetti nefasti della riforma varata dal Governo che introduce l’autonomia differenziata, le condizioni di difficoltà vissute da vaste aree del Paese, in particolare concentrate nelle regioni del Sud, la difficoltà degli Enti territoriali nell’erogazione dei servizi essenziali dovute ai progressivi e generalizzati tagli dei trasferimenti statali, la necessità di invertire la tendenza in un percorso che rilanci le politiche perequative per una reale coesione territoriale, l’assenza di livelli uniformi di godimento dei diritti di cittadinanza, le fragilità del sistema della sanità e del mondo della scuola sui territori del Sud ed in Calabria. Questi gli argomenti al centro dell’iniziativa promossa dalle segreterie confederali di Cgil e Uil di Reggio Calabria.
Appuntamento lunedì 3 luglio alle 18.30 alla scalinata monumentale del Waterfront di Reggio Calabria, un luogo simbolo della Città, un’opera realizzata con quei fondi europei che per le Regioni del sud diventano sempre più un sostentamento sostitutivo, non più aggiuntivo, per come vorrebbe la normativa, per l’erogazione di servizi e la realizzazione di opere pubbliche.
La manifestazione, illustrata dai Segretario confederali Gregorio Pititto e Nuccio Azzarà, è stata presentata a Palazzo Alvaro . Entrambi lunedì sera saranno sul palco ad aprire l’iniziativa, insieme ai sindaci facenti funzioni della Città Metropolitana, Carmelo Versace, e del Comune, Paolo Brunetti. L’incontro, sarà concluso dagli interventi di Cristian Ferrari della Segreteria Nazionale della Cgil e dell’avvocato e scrittore Corrado Edoardo Mollica.
All’incontro sono stati invitati a partecipare sindaci ed amministratori, rappresentanti di categorie, associazioni e realtà politiche che operano sul territorio metropolitano, per un momento di confronto che punta ribadire la netta e chiara contrarietà del territorio reggino ad una riforma antimeridionalista, che rischia, come affermano gli stessi organizzatori, di continuare ad arricchire le aree più avanzate del Paese a discapito di quelle più in difficoltà, condannate ad un futuro di arretratezza e sottosviluppo.