Reggio / Terminata la "due giorni" di missione della Commissione Antimafia

Reggio / Terminata la “due giorni” di missione della Commissione Antimafia

mario meliado

Reggio / Terminata la “due giorni” di missione della Commissione Antimafia

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mercoledì 08 Dicembre 2021 - 06:55

Ieri, gragnuola di audizioni di magistrati. Morra: «Organici sguarniti, forse a Roma non c'è consapevolezza della tossicità del fenomeno-'ndrangheta»

REGGIO CALABRIA – Magistrati in audizione per l’intera giornata – dal procuratore capo di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ai suoi sostituti Giuseppe Lombardo e Gaetano Paci ai vertici di Tribunale e Corte d’appello – per la Commissione parlamentare antimafia, che ieri ha terminato la sua “due giorni” di missione reggina.

A consuntivo, ha evidenziato tra l’altro il presidente dell’Antimafia Nicola Morra che «la Direzione distrettuale antimafia di Reggio è uno degli uffici più dinamici, intraprendenti e diligenti che si possano annoverare tra le Distrettuali. Per noi, è stato un efficace momento di confronto con un’analisi sempre più profonda e sempre meno epidermico, superficiale del fenomeno ‘ndranghetistico e criminale in genere. Sono stati sicuramente superati certi vincoli angusti in base ai quali la ‘ndrangheta veniva perimetrata al solo territorio reggino – ha posto in rilievo il senatore Morra -. E abbiamo anche riflettuto, e tanto, sui nessi con le altre organizzazioni malavitose e con gli spunti forniti dai “pentiti” circa le aderenze esistenti con la massoneria deviata».

Apparsa evidente la determinazione e l’operatività della magistratura nella propria azione; ma anche, ha osservato Morra, «la consapevolezza dell’esistenza in Calabria di molti gravi problemi, perché se il cittadino in qualche modo “dà fiducia” alla ‘ndrangheta molto spesso è anche perché la ‘ndrangheta non ha concorrenza da parte dello Stato».

Analogie e differenze con la geografia criminale degli altri territori calabresi? «Già solo discutendo dei Mancuso di Limbadi, nel Vibonese, si osservava in queste ore – così il presidente della Commissione – di come siano riconducibili ai Piromalli di Gioia Tauro… C’è un’unitarietà e sistematicità dell’organizzazione criminale che fa sì che anche coloro i quali operano come ‘ndranghetisti in Canada o in SudAmerica debbano essere in qualche modo ricondotti al fenomeno criminale calabrese e reggino, fermo restando che ormai la ‘ndrangheta è un fenomeno internazionale e ci sono locali praticamente dappertutto. Mi spiace dirlo – ha aggiunto Morra, riferendosi a quanto riportato da più magistrati -, ma forse a Roma non c’è coscienza della tossicità del fenomeno, visto che tuttora in alcuni settori l’organizzazione della Giustizia è in difetto sostanziale, e io aggiungo sostanzioso, relativamente ad alcuni organici».

Tra i soggetti auditi, anche i rappresentanti di alcune fra le realtà produttive più significative dell’intera Calabria come Hitachi Rail e Medcenter container terminal. E proprio rispetto ai grandi soggetti imprenditivi, forse dai tempi dell’operazione Gatto persiano non ci sono aloni del pressing delle ‘ndrine. «Ci è sembrata forte la consapevolezza che al minimo dubbio… non si deve avere alcun dubbio, nel segnalare e denunciare e nel rendere partecipe l’Istituzione-Stato di quanto potrebbe avvenire – ha affermato il presidente Morra -. Se non ci dovesse essere, la cosa sarebbe imbarazzante… Poi sappiamo anche, come dice Nicola Gratteri, qui la ‘ndrangheta controlla anche il respiro».

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