Il Cda del Vittorio Emanuele risponde compatto alle accuse dei sindacati: solo «malevole, deprecabili ed ingenerose insinuazioni»

Il Cda del Vittorio Emanuele risponde compatto alle accuse dei sindacati: solo «malevole, deprecabili ed ingenerose insinuazioni»

Il Cda del Vittorio Emanuele risponde compatto alle accuse dei sindacati: solo «malevole, deprecabili ed ingenerose insinuazioni»

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giovedì 24 Novembre 2011 - 10:53

Il presidente Ordile, la vice presidente Faranda ed i consiglieri David, Ietto, Ricevuto e Rizzo respingono al mittente le accuse ed avvisano: «qualora dovessero protrarsi simili, ingiustificati e pregiudizievoli atteggiamenti di sterile critica nei confronti del nostro operato, valuteremo le consequenziali iniziative che ne dovessero scaturire»

Al teatro Vittorio Emanuele va in scena la replica, intesa non come ripetizione di un’opera teatrale, ma come risposta scritta e circoscritta. Quella del Cda dell’Ente alle accuse formulate solo qualche settimana fa dai sindacati SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM, che avevano denunciato il « caos totale» al Teatro Vittorio Emanuele e parlato di «dipendenti oltremodo esasperati» (VEDI ARTICOLO CORRELATO).

Il presidente Luciano Ordile; il vicepresidente Daniela Faranda; ed i consiglieri Carmela David ,Carmelo Ietto, Gustavo Ricevuto e Francesco Rizzo esprimono in un documento « notevole stupore, legittima amarezza e irrefrenabile indignazione» per «il comunicato stampa sottoscritto dalle organizzazioni sindacali SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM, il cui contenuto si appalesa integralmente intriso di pesanti insinuazioni e incredibili, ripetuti accenni a presunti atteggiamenti di irresponsabilità che vanno con assoluta fermezza rigettati»

«Il comunicato stampa di cui trattasi – scrivono- delinea una sorta di generalizzato atteggiamento d’indifferenza e d’inerzia da parte degli organi di gestione del Teatro nei confronti di problematiche che sono state affrontate, invece, fin dal nostro insediamento, con assoluto senso di responsabilità e con il nobile intento di definire, una volta per tutte, l’annosa vicenda dell’equiparazione normativa e della relativa pianta organica, la cui mancata soluzione comporta una serie di intuibili conseguenze di carattere psicologico e professionale che ne sono derivate.

Va da sé che i sottoscrittori del comunicato che si riscontra dimenticano – o fingono di dimenticare – i molteplici contatti intercorsi, subito dopo il nostro insediamento, nel solo intento di fare chiarezza sulle opportune procedure da intraprendere al fine di dare riscontro, per quanto possibile, alle aspettative dei dipendenti, le cui sorti ci stanno a cuore».

«I redattori del Comunicato – continuano i rappresentanti del Cda – hanno probabilmente dimenticato i suggerimenti propinati al C. d. A. dalle OO.SS. per le opportune iniziative da assumere a livello amministrativo, rivelatesi –però – destituite di fondamento, perché già oggetto di interventi da parte di precedenti gestioni, che non avevano potuto definirne un concludente percorso, che stiamo peraltro affrontando con l’immediatezza consentita dalle circostanze emerse.

Ne può accettarsi la generica accusa rivolta anche agli organi politici, perché corre l’obbligo di evidenziare che l’E.A.R. Teatro di Messina, tra tutti gli Enti regionali di pari natura, ha ottenuto la più ridotta decurtazione dei finanziamenti grazie all’impegno profuso dagli Assessori regionali al ramo, dal Governo regionale e indistintamente da tutti i parlamentari regionali messinesi, protesi verso un’ottica che finalmente non penalizzasse il territorio della nostra provincia, così come avvenuto spesso in passato. Parimenti censurabile appare l’ironico accenno ad una presunta reiterata attività di interlocuzione quotidiana con diversi studi legali da parte dei dipendenti, dei quali non viene messo in discussione lo spiccato spirito di servizio e l’apprezzato senso di collaborazione. E non appare fuori luogo, lungi da qualsiasi atteggiamento narcisistico, sottolineare che alla immagine dell’Ente contribuisce in maniera pregnante anche l’impegno e la spiccata sensibilità che il Consiglio di Amministrazione, nella sua interezza, profonde nell’espletamento del mandato conferitogli.Va rigettata poi l’allusione alla mancanza di legalità contrattuale, eccependosi al riguardo che tutti i dipendenti fruiscono di specifico contratto fin dall’emanazione della Legge Regionale istitutiva dell’Ente, senza poi trascurare la doverosa precisazione che nessuno di noi ha mai rivestito lo status di “feudatario”.

Già da sole le argomentazioni sopra esposte testimoniano l’inesistenza della presunta estromissione delle OO.SS. dal contesto di tutte le attività nelle quali è prevista la loro attribuzione, sempre consentita».

Lungi dall’apparire affetti da miopia, il nostro percorso personale e professionale, ad onta di tutti gli addebiti, ci consente di asserire quanto profondamente siano radicati in noi i valori della legalità e dell’onestà, tanto che non può risultare assolutamente compatibile l’accostamento all’ipotetico “… sfruttamento del lavoro e della dignità …”. Per quanto riguarda poi le gratuite accuse riferite sia alla incapacità progettuale che all’asserita tendenza a ricorrere ai prodotti confezionati, quasi che si volesse penalizzare il nostro territorio nell’ispirazione di un forsennata esterofilia, basta esaminare attentamente la programmazione delle stagioni teatrali varate per rendersi conto che, mai come nelle stagioni in corso, sono state privilegiate e valorizzate le realtà artistiche e lavorative messinesi.

Negli spettacoli in programma nella sede centrale e nella Sala Laudamo, in special modo nelle nostre produzioni, ben sei di rilevante interesse culturale e artistico, ci si sta avvalendo e ci si avvarrà di centinaia di risorse locali, considerando l’intero ventaglio dei soggetti di volta in volta coinvolti (registi, attori, orchestrali e maestranze di diversa professionalità), senza trascurare, oltre ad entrambi gli incarichi di direttori artistici e a quelli dei tre consulenti, tutti ricoperti da messinesi, anche il consistente indotto di profilo economico sul territorio».

«In buona sostanza – concludono Ordile Faranda, David, Ietto, Ricevuto e Rizzo- riteniamo che tutte le malevole, deprecabili ed ingenerose insinuazioni vanno respinte con ogni convinta energica reazione, non escludendo che, qualora dovessero protrarsi in avvenire simili, ingiustificati e pregiudizievoli atteggiamenti di sterile critica nei confronti del nostro operato, valuteremo le consequenziali iniziative che ne dovessero scaturire . Concludendo, non ci esimeremo dalle nostre responsabilità e dall’impegno che abbiamo assunto, che, seppur difficile, ci onora e ci gratifica».

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