Zafarana: "Io e De Luca deficienti, anche se onorevoli? Il sindaco è nervoso…"

Zafarana: “Io e De Luca deficienti, anche se onorevoli? Il sindaco è nervoso…”

Zafarana: “Io e De Luca deficienti, anche se onorevoli? Il sindaco è nervoso…”

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sabato 03 Novembre 2018 - 17:49

Con un lungo post su Fb, la deputata regionale del Movimento Cinque Stelle risponde alla dichiarazioni del sindaco Cateno De Luca in merito alla mancata dichiarazione dello stato d'emergenza. E lo fa in maniera ironica e pungente

A chi insulta, rispondo col sorriso.

Ieri in uno slancio di nervosismo, ma sempre con la classe che lo contraddistingue, il sindaco ha dato a me e ad Antonio De Luca dei "deficienti, anche se onorevoli", o qualcosa del genere. Non me la prendo, lo capisco.

Il sindaco è evidentemente nervoso, comincia a mancargli la terra sotto i piedi, e a sentire il peso delle tante baggianate dette in questi mesi, puntualmente smentite dai fatti.

D'altronde, ha detto che avrebbe tagliato i costi della politica, ed ha triplicato i CDA delle partecipate.

Ha messo mano all'ATM, e ha distrutto il servizio, spendendo decine di migliaia di euro per lasciare migliaia di messinesi a piedi.

Ha messo mano a Messina Servizi Bene Comune, e la città adesso è invasa dalla spazzatura.

Ha annunciato che entro il 31/10 avrebbe eliminato le baracche, e tutti sappiamo qual è la situazione attuale.

Ha minacciato tutti di dimettersi un giorno sì e l'altro pure perché c'erano interventi IM-PRO-RO-GA-BI-LI (cit.) da votare, e invece ha dovuto PRO-RO-GA-RE tutto, trovandosi a dover spacciare per propri successi gli alloggi assegnati dalla precedente amministrazione.

Ha detto di avere a disposizione centinaia di milioni di qua, stati di emergenza di là, deroghe da quell'altra parte, facendo finta di dimenticare che non decide lui, o qualcuno altro, ma la legge. E anziché verificare se ciò che chiedeva fosse reale o fattibile, l'ha dato per scontato, trovandosi puntualmente con un pugno di mosche in mano. E poi, la colpa sarebbe della Protezione Civile.

Ha presentato un documento chiamandolo "Salva Messina" in Consiglio Comunale, salvo poi stravolgerlo completamente dopo la sua, ridicola, approvazione (da noi si fa così: prima si approva, poi si concerta. Geniale). Ma la colpa è dei sindacati.

Ha parlato di sistema criminale che stabilizza precari facendoli passare per le cooperative, e ora sta mettendo su la "Messina Social City" che infatti… prenderà come personale i lavoratori delle cooperative. Ma la colpa è degli anziani che "approfittano" dei servizi comunali.

Ha annunciato di poter "salvare la città" col suo immaginifico piano di riequilibrio, e ora chiede soldi allo Stato perché altrimenti non ce la fa. Ma la colpa è di quelli che hanno fatto i debiti e, se non ci dà i soldi, dello Stato.

Ha urlato alla luna contro tutti quelli che c'erano prima però non ha portato avanti l'unico provvedimento che ne avrebbe accertato le responsabilità. Ma la colpa è del fato cinico e baro.

Insomma, dopo aver messo assieme tutta questa serie di figure, sempre per colpa di qualcun altro, voi non sareste nervosi?

E dai, un po' di comprensione, su.

Valentina Zafarana

4 commenti

  1. L’analisi di Valentina Zafarana, anche se ironica, non può che trovarci d’accordo. Quando i cittadini di Messina si accorgeranno della “tante baggianate dette in questi mesi” dal sindaco sarà troppo tardi ?!?

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  2. è facile parlare contro quando si è all’opposizione, comunque purtroppo non tutti si sono accorti che sei un PD travestita, non se ne sono accorti o forse tacciono, sono stato in molte feste del PD e c’era pure la sua presenza prima di diventare onorevole, quindi mi faccia il piacere……

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  3. dimenticavo non fai altro che prendere vecchi disegni di legge del PD nel dimenticatoio e le presenti all’Ars come fosse farina del tuo sacco

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  4. filippo lo conti 5 Novembre 2018 10:48

    Se a noi non toccasse di rivivere la farsa declinata in pantomima orwelliana e avviluppata in un miscugl fascio-peronista, ci sarebbe di che sorridere dinanzi a questa commedia dell’assurdo; se non fosse che alla fine dei giochi il conto (salatissimo) lo pagheremo noi tutti. E intanto ci tocca assistere alla tragedia di uomini ridicoli che giocano alla riVoluzione Siciliana o Siciliavera, trattandosi più che altro di cazzari a dimensione ‘social’ in lotta continua contro il principio di realtà, evidentemente incompatibile coi limiti della loro arena digitale di twittatori professionisti dalle aspirazioni totalitarie, tanta è la sete di potere.Ad essere melodrammatici, si potrebbe persino parlare di fascismo 2.0

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