L’emigrazione nella storia del Paese: ecco perché il Sud e la Sicilia non sono una «palla al piede»

L’emigrazione nella storia del Paese: ecco perché il Sud e la Sicilia non sono una «palla al piede»

L’emigrazione nella storia del Paese: ecco perché il Sud e la Sicilia non sono una «palla al piede»

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domenica 18 Dicembre 2011 - 11:20

I contenuti del convegno tenutosi ieri a Santa Lucia del Mela. Tra i presenti il presidente della Regione Lombardo, il capogruppo del Mpa alla Camera Lo Monte e l’assessore Centorrino

La storia dell’emigrazione e di un Sud “palla al piede” del Nord d’Italia deve essere riscritta. Per restituire dignità politica ed economica ai meridionali, e in particolare ai siciliani, contro una visione del Mezzogiorno che dal 1861 è definito il “fratello povero e assistito” del Settentrione. E’ stato l’argomento centrale del convegno “Il Contributo dell’Emigrazione allo Sviluppo del Mezzogiorno” che si è tenuto ieri pomeriggio al Comune di Santa Lucia del Mela organizzato dall’associazione “Comunità Siciliana nel Mondo” davanti a un pubblico numeroso e a decine di sindaci e amministratori locali. A moderare l’incontro il capogruppo alla Camera dei deputati del Mpa, Carmelo Lo Monte, che ha ribaltato il “dogma” di coloro che mantengono la definizione di un Meridione cresciuto grazie al Nord ed esclusivo Centro di sperpero delle risorse economiche nazionali. «C’è bisogno di una nuova consapevolezza dell’emigrazione – ha dichiarato Lo Monte – i media nazionali ci presentano come “palla al piede”, la stampa nazionale ha sempre battuto su questo tema per accusarci ma siamo un popolo che ha perso il suo orgoglio perché la storia dell’Unità d’Italia non fa giustizia di quanto invece abbiamo fatto». Il riferimento è agli emigranti meridionali, e in particolare ai siciliani, e alle rimesse economiche di ritorno. Alcuni esempi sono chiari. «Il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli sono stati depredati – ha proseguito Lo Monte – i nostri figli devono sapere che la maggior parte delle risorse economiche dal 1861 è stata accumulata e finita nelle casse dell’allora Banca Nazionale, oggi Banca d’Italia, grazie al patrimonio realizzato all’estero dai nostri nonni, dai nostri padri ma quei soldi sono serviti al governo nazionale per industrializzare il Nord».

Al ministero del Tesoro saranno richiesti i dati reali sulle rimesse economiche degli emigranti. Altro esempio: la maggior parte delle concessioni edilizie tra il 1960 e il 1970 portava il nome, nei Comuni siciliani, degli emigranti di ritorno; le esportazioni meridionali del settore agricolo avevano toccato picchi economici verso quei territori dove erano presenti in gran numero i nostri emigranti. Lo Monte ha parlato anche del presente sottolineando che a Roma la politica non esiste più e che contano oggi, solo i numeri. Al presidente Lombardo, il capogruppo alla Camera del Mpa ha detto: «Dobbiamo riscoprire l’orgoglio meridionale altrimenti di secessione ne dobbiamo parlare noi perché l’aria che si respira in Parlamento è quella di un rigetto a priori delle nostre richieste, e oggi molti parlamentari hanno pure vergogna di difendere la loro terra; non è solo “ascarismo”, portiamo fino alle estreme conseguenze le nostre azioni altrimenti sarà la fine della nostra terra».

Lombardo ha ricordato come la Sicilia ha oggi una legge sull’identità che sta portando alla sperimentazione delle nostre radici nelle scuole ed evidenziato le riforme e i provvedimenti del governo regionale sulla Sanità, il Credito alle imprese, i rifiuti, le aree industriali, il lavoro, per far sì che il divario economico non si aumenti e che chi ha lasciato questa terra possa tornare a investire saperi e risorse economiche. Il presidente della Comunità Siciliana nel Mondo, Filippo Ricciardi, sindaco di Limina, ha ricordato le iniziative portate avanti all’estero dell’associazione che a oggi conta su di una sessantina di comuni siciliani. A intervenire nel corso del convegno i docenti universitari Sebastiano Mario Cicciò, Giorgio Scichilone che prendendo spunto dallo Statuto siciliano ha evidenziato i ritardi della classe dirigente dell’Isola a programmare una legislazione di sviluppo economico e potenziamento delle infrastrutture in sintonia con la legislazione della classe dirigente nazionale, Andrea Cirà ha rimarcato come lo sviluppo italiano del boom economico è stato “pareggiato” nei bilanci dalle rimesse economiche degli emigranti mentre oggi c’è una forte discesa degli investimenti siciliani dall’estero, Marcello Saija precisato che l’emigrazione di massa è stata tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e non prima per via dell’ascesa delle compagnie di navigazione che promuovevano già allora il Sogno Americano mentre gli Agenti dell’Immigrazione attraverso i boss del lavoro americani “consentivano” le partenze in cambio delle “trattenute” nelle buste paghe statunitensi fino al rimborso totale del viaggio.

L’assessore regionale Mario Centorrino ha richiesto un minuto di raccoglimento per i fatti di Torino e Firenze e ha attaccato la Lega Nord e la politica antimeridionalista. «Il debito pubblico italiano lo ha provocato la Sicilia? – si è chiesto Centorrino – assolutamente no, e non è vero che lo Stato negli anni ci ha dato troppi soldi, a noi è toccata la quota che ci spettava; l’evasione fiscale la sta facendo la Sicilia? Pensiamo invece che la maggior parte delle pensioni viene erogata al Nord dove c’è stata da sempre più occupazione». Nel corso del dibattito sono intervenuti il sindaco di Monforte San Giorgio, Romanzo, di Castroreale, Leto, di Trabia, Pollina, di Motta Camastra, Scarpignato, di Fondachelli Fantina, Pettinato, di Graniti, D’Amore; Giampaolo Piccolo dei Giovani Mpa di Milazzo e il deputato regionale Bartolotta. Il sindaco di Santa Lucia del Mela, Nino Campo, ha introdotto e chiuso con i saluti l’incontro. Al termine del convegno il presidente Lombardo e l’on. Lo Monte hanno incontrato le famiglie di Santa Lucia del Mela colpite dall’alluvione dello scorso mese. Dopo Santa Lucia del Mela una nuova iniziativa culturale è prevista nelle prossime settimane a Mistretta.

Un commento

  1. andiamo avanti più duri e più vicini alla gente ,vedi lega nord, creiamo anche speranze per i più deboli

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