Giunti a Paradiso e trasferiti al molo Marconi 237 migranti, compresi 9 neonati. LE FOTO

Giunti a Paradiso e trasferiti al molo Marconi 237 migranti, compresi 9 neonati. LE FOTO

Eleonora Corace

Giunti a Paradiso e trasferiti al molo Marconi 237 migranti, compresi 9 neonati. LE FOTO

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mercoledì 15 Aprile 2015 - 09:22

A largo di Paradiso, i mezzi della Guardia Costiera questa mattina sono impegnati nelle operazioni di sbarco di 233 migranti eritrei giunti a bordo di una petroliera e trasferiti al molo Marconi. I minori e 50 persone si fermeranno a Messina, gli altri saranno direttamente trasferiti altrove. Sono già oltre 8mila persone recuperate in 72 ore e già 500 morti in mare da Gennaio alle quali si aggiunge la notizia di una nuova strage: 400 persone naufragate a largo della Libia. LA FOTOGALLERY di SERENA CAPPARELLI

E’ il secondo sbarco del 2015, dopo soli tre giorni da quello di domenica scorsa. 233 migranti eritrei sono giunti a Messina a bordo di una petroliera, che li ha recuperati qualche giorno fa nel canale di Sicilia. A causa della mole della nave, le operazioni di sbarco questa volta non si sono svolte direttamente al molo Colapesce, ma a Paradiso, prima del trasferimento al molo Marconi. La nave è rimasta a largo e a traghettare i migranti sono state le motonavi della Guardia Costiera. La nave si è affacciata ai moli della città dello Stretto alle 6 del mattino, ma le operazioni di sbarco sono iniziate solo verso le 10 e si sono rivelate particolarmente problematiche dal momento che lo scafo della petroliera, essendo la nave vuota, si staglia molto in alto sul mare. Questo rende difficoltose le operazioni di trasbordo dalla grande nave alle motovedette incaricate di sbarcare le persone a bordo.

Delle persone sbarcate questa mattina dopo le consuete operazioni di controllo sanitario, solo 50 rimarranno a Messina, sistemate nella tendopoli del PalaNebiolo, le altre verranno trasferite in altri centri. Il PalaNebiolo, infatti, non offre al momento la disponibilità di più posti, essendo gli altri già occupati dai migranti trasferiti domenica sera da Trapani, quelli per i quali la tendopoli era stata prenotata giorni prima dello sbarco di domenica, che, infatti, ha visto rimanere a Messina solo i minori. Le nazionalità interessate dal trasferimento di domenica si riferivano alla Siria e ai paesi del Corno d’Africa – Somalia ed Eritrea –. C’erano anche molte donne con bambini piccoli e ragazzine. Tutti loro hanno già lasciato il campo che è però, nuovamente pieno dopo il trasferimento avvenuto lunedì notte di 200 persone giunte in Sicilia da uno sbarco a Porto Empedocle. Tutti esauriti, al momento, anche i posti del secondo centro cittadino istituito nei plessi dell’ex Caserma di Bisconte. Lì, infatti, questa notte sono stati trasferiti 90 migranti.

Attesi, dallo sbarco di questa mattina, circa una trentina di minori, che andranno a raggiungere i circa 150 che dimorano all’ex Ipab Scandurra. In occasione dell’ultimo sbarco, domenica scorsa, un ragazzino del Burkina Faso ha ritrovato proprio a Messina l’amico che aveva perso dopo aver lasciato il Niger, durante la prima parte della terribile traversata del deserto. Lo racconta con un sorriso Clelia Marano, l’assistente sociale che continua a seguire i minori, nonostante non sia più investita dall’incarico di esperta del Comune di Messina.

Sono stati 17 nel 2014 gli sbarchi avvenuti a Messina a partire dal 9 aprile – data del primo sbarco diretto sui moli di Messina – a cui vanno aggiunti questi ultimi due che inaugurano il 2015. Nel 2014 solo dagli sbarchi diretti sono transitate a Messina oltre 12mila persone – dati della Questura di Messina. Adesso, con l’aiuto della bella stagione, il flusso riprende e Messina ricomincia ad affiancare Trapani e Porto Empedocle nelle operazioni di smistamento dei migranti recuperati nel Canale di Sicilia o a largo della Libia.

Se nel 2014 circa 4mila persone hanno perso la vita nelle traversate del Mediterraneo, i primi mesi del 2015 non forniscono un bilancio più rassicurante: l’Unhcr – l’alto commissariato dell’Onu per i diritti dei rifugiati – ha recentemente dichiarato che il numero delle morti in mare è aumentato di 30 volte rispetto allo scorso anno. Sono state 500 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo in questi primi quattro mesi del 2015 – da gennaio ad aprile – mentre nello stesso periodo del 2014 i decessi si attestavano a 17. È da notare che i 4mila morti dello scorso anno e i 500 di quest’anno si riferiscono solo a decessi accertati. Nei fatti, dunque, le persone che hanno perso la vita sono in numero drammaticamente maggiore. A questo dato va aggiunto quello di altre 400 persone che sarebbero morte in un naufragio a largo della Libia, raccontato dai profughi giunti in Italia, la cui dinamica è ancora da verificare. Mentre ad essere recuperate in mare sono state ben 8,500 persone in 72 ore. L’Unhcr chiede interventi immediati e risolutivi per fermare le stragi.

(Eleonora Corace)

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