Palazzo Zanca sarà rappresentato dall’avv. Arturo Merlo che chiederà intanto la sospensiva del provvedimento. E la sospensiva potrebbe essere ottenuta in forza di una sentenza della Corte Costituzionale, la 178 dell’11 luglio scorso, con la quale è stato escluso che lo Stato - con semplice legge ordinaria - possa imporre alle autonomie speciali, regole che incidono sul loro ordinamento finanziario
Si svolgerà dopodomani la prima udienza per il ricorso presentato dal Comune di Messina contro la sanzione di 7 milioni di euro per lo sforamento del patto di stabilità del 2011. Palazzo Zanca sarà rappresentato dall’avv. Arturo Merlo che chiederà intanto la sospensiva del provvedimento. E la sospensiva potrebbe essere ottenuta in forza di una sentenza della Corte Costituzionale, la 178 dell’11 luglio scorso, con la quale è stato escluso che lo Stato – con semplice legge ordinaria – possa imporre alle autonomie speciali, regole che incidono sul loro ordinamento finanziario. In base a questo pronunciamento dell’organo costituzionale, sarebbero inapplicabili per la Regione Siciliana e le altre Regioni a statuto speciali e province autonome, i vincoli imposti dalla legge sul patto di stabilità.
Ottenere la sospensiva rappresenterebbe una bella boccata d’ossigeno per palazzo Zanca, che potrebbe contare su 7 milioni di euro in più di trasferimenti statali. Viceversa si paleseranno gli effetti disastrosi derivanti dallo sforamento del patto di stabilità, in base a quanto previsto dal decreto legge n°149 del 6 settembre 2011: l’impossibilità di contrarre nuovi mutui ; la riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo ; l’impossibilità ad impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio; l’impossibilità di ricorrere all’indebitamento per gli investimenti; l’impossibilità a procedere ad assunzioni di personale, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto.