"Andremo a sciare sull'inceneritore del Mela". Analogie e differenze tra industriali e ambientalisti

“Andremo a sciare sull’inceneritore del Mela”. Analogie e differenze tra industriali e ambientalisti

Giovanni Passalacqua

“Andremo a sciare sull’inceneritore del Mela”. Analogie e differenze tra industriali e ambientalisti

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venerdì 01 Luglio 2016 - 15:59

Per i vertici di A2A termovalorizzazione e differenziata sono due facce della stessa medaglia; decisamente in disaccordo le associazioni ambientaliste della valle del Mela. Ma dall'azienda arriva un messaggio chiaro per il governo regionale: "O la Sicilia accetta l'investimento o andremo altrove"

“Da chimico la mia opinione sui termovalorizzatori è chiara; ma sono qui in veste di assessore regionale, e dunque mi adeguo alle posizioni espresse dal presidente Crocetta”. Maurizio Croce, assessore allo sviluppo economico in Sicilia, è intervenuto così all’inaugurazione del Polo Energetico Integrato, primo passo del progetto di riconversione della centrale di San Filippo del Mela presentato da A2A, che prevede anche un impianto di termovalorizzazione del CSS. E le sue parole sintetizzano lo scontro fra due mondi lontani: quello degli industriali, e quello degli ambientalisti. Almeno nella valle del Mela.

“In Sicilia i rifiuti sono un tabù” – continua Croce – “ma nella nostra Regione il problema è la strategia del governo regionale. Dobbiamo capire dove andiamo, in che direzione vogliamo rivedere lo smaltimento dei nostri rifiuti”. Una questione politica, dunque, che vede l’assessore “con idee differenti rispetto al governo regionale”. Posizione sottolineata a margine dell’evento, quando Croce ha chiesto ad A2A dove avrebbe trovato il CSS necessario a far funzionare l’inceneritore, viste le scarse percentuali della raccolta differenziata in Sicilia. “È evidente il miglioramento delle emissioni che il nuovo impianto produrrebbe rispetto alla vecchia centrale termoelettrica” – ha dichiarato l’assessore – “però bisogna uscire da ogni equivoco: il nostro ciclo dei rifiuti non si può chiudere perché non è nemmeno aperto; come si sosterrà la produzione della centrale?”. A2A ha risposto spiegando che il combustibile solido secondario proverrà da un raggio di 200 kilometri intorno all’impianto, e che un’altra parte verrà prodotta fornendo alle discariche il necessario sostegno tecnico.

La distanza tra ambientalisti e imprenditori emerge ancor più nelle parole dell’amministratore delegato di A2A, Valerio Camerano: “Tutte le nazioni che noi consideriamo all’avanguardia utilizzano i termovalorizzatori per riutilizzare la frazione non riciclabile dei rifiuti, evitando di smaltirli in discarica. Non esiste nessun paese al mondo che è riuscito a risolvere il problema dei rifiuti senza fare ricorso alla termovalorizzazione. Gli impianti moderni sono all’avanguardia, e talmente poco inquinanti che ci si possono costruire sopra le piste da sci, come è stato fatto a Copenhagen, in Danimarca. Tutti i dati che dimostrano quel che sto dicendo sono pubblici e consultabili; e su questi la politica dovrebbe discutere”.

Anche per Camerano, dunque, il problema è ideologico. E politico. “O la Sicilia accetta gli investimenti che A2A sta offrendo per riconvertire una centrale ormai inutile, o andremo altrove” – attacca il presidente di A2A, Giovanni Valotti – “bisogna ragionare sul piano scientifico. Il mio obiettivo è venire qui in Sicilia a sciare sul tetto del termovalorizzatore di San Filippo del Mela”. Una dichiarazione dura, in polemica diretta con il governo Crocetta.

“Non si capisce, nelle dichiarazioni di Valotti, perché si voglia condizionare la realizzazione di questi impianti ed i relativi investimenti all’inceneritore” – scrive Beniamino Ginatempo, di Zero Waste Sicilia – “né si può affermare che chi è contrario all’inceneritore (per motivi scientifici, economici e di buon senso, cioè niente affatto ideologici) è contrario ad un polo di energie rinnovabili. Al di là del tono, c’è una grande assente nella affermazione: la popolazione. È inaccettabile lo sprezzo della volontà popolare, che è stata ed è assolutamente contraria alla realizzazione dell’inceneritore, perché il prezzo già pagato in termini di vivibilità, salute e financo vite umane è enormemente più grande di quanto A2A voglia o possa investire”.

In ogni dichiarazione traspare una concezione diversa di fatti che dovrebbero essere per natura oggettivi. Così da un lato ci sono coloro che vorrebbero sciare sui tetti dell’inceneritore del Mela; dall’altro, ci sono quelli che, dopo anni di emissioni provenienti dal polo industriale, non sono entusiasti all’idea di un nuovo agente inquinante ancora assente in questo periodo: la diossina. “Le percentuali prodotte dal termovalorizzatore progettato da A2A sarebbero ampiamente sotto i limiti di legge” – spiegava a Tempostretto.it il professor Giacomo Dugo, autore di uno studio preliminare sull’impatto ambientale dell’inceneritore. “Gli studi dimostrano che percentuali anche minime di diossina hanno conseguenze sulla salute umana, soprattutto a lungo termine” – rispondono le associazioni ambientaliste.

Mentre si consuma lo scontro, un punto mette però tutti d’accordo: la realizzazione dell’impianto STEM solare termodinamico. Che ha fornito alle associazioni un appiglio per chiedere una decisa virata verso investimenti sulle energie rinnovabili piuttosto che sull’incenerimento. “A2A non speri di utilizzare l’inaugurazione dell’impianto di solare termodinamico per fare propaganda all’inceneritore, come se fossero due cose connesse” – si legge in un comunicato di ADASC, Cittadini contro l’inceneritore e Comitato ambientale Milazzo-Valle del Mela – “la gente non è stupida e capisce bene che il solare termodinamico e l’inceneritore sono due cose antitetiche: il solare termodinamico è energia pulita, mentre gli inceneritori nuocciono gravemente alla salute, come dimostrato da decine di studi epidemiologici”.

Le aspettative sono però destinate a rimanere deluse, visto che l’impianto STEM è ancora in fase sperimentale – al momento potrebbe alimentare al massimo un centinaio di utenze – ed è destinato a essere spostato entro qualche anno, a causa di un vincolo archeologico della Soprintendenza ai Beni Culturali sul terreno sul quale è costruito. Inoltre, nelle parole degli amministratori di A2A il termovalorizzatore è un’avanguardia dell’energia pulita tanto quanto lo STEM, oltre ad essere il progetto di punta in termini di redditività. Un concetto di sviluppo, quello dell’azienda, diverso anche da quello indicato nel Piano Paesaggistico dell’Ambito 9.

Al TAR pende infatti un ricorso di A2A contro il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali sul progetto di inceneritore, viste le prescrizioni del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, approvato e vigente in regime di salvaguardia, ma non ancora adottato dall’assessorato regionale. “Varie associazioni e diverse amministrazioni comunali si apprestano ad intervenire in giudizio contro tale ricorso” – scrivono ancora gli ambientalisti – “all’assessore regionale ai beni culturali Carlo Vermiglio chiediamo con forza, come già fatto da diverse amministrazioni del comprensorio, di approvare al più presto il Piano Paesaggistico, vigente in regime di salvaguardia da più di 6 anni. Esso rappresenta infatti la via maestra per una riconversione sostenibile dell’intero polo industriale e il definitivo stop ad ulteriori insediamenti insalubri”.

Insomma, le posizioni sembrano inconciliabili; ne è ben consapevole il presidente Crocetta, che ha cercato un compromesso nella proposta di tanti piccoli inceneritori diffusi, invece che due più grandi, come inizialmente previsto dal governo Renzi. La proposta, però, ha scontentato tanto gli ambientalisti – che accusano Crocetta di essersi rimangiato l’ennesima promessa – quanto A2A, viste le dichiarazioni dei vertici aziendali. La volontà degli interessi in campo è stata ribadita da incontri, manifestazioni, referendum, confronti e battaglie legali; toccherà alla politica regionale trovare una difficile sintesi.

Giovanni Passalacqua

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