Il Museo del Fango alla 68° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia

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lunedì 22 Agosto 2011 - 08:18

Polemici gli organizzatori nei confronti di enti e istituzioni locali: nessun supporto e tante promesse. Si cercano finanziamenti che possono trovare risposte nel Fondo Sociale Europeo

Si avvicina, ineludibile, il secondo anniversario della tragedia che I° ottobre 2009 ha devastato il territorio di Messina Sud. Il Museo del Fango, fin da subito, ha lavorato per spazzar via quel fango immateriale che ben prima dei tragici eventi ha avvilito e continua a sporcare ogni forma di crescita culturale ed economica non solo in Sicilia ma nell’intero Paese Italia. Il Museo è stato immaginato come un laboratorio a disposizione dei cittadini che, nella loro componente migliore (giovani, ordini professionali, artisti, movimenti e gruppi culturali) hanno accolto le proposte e le hanno supportate con grande partecipazione. Il Genio Civile di Messina, con a capo l’ingegnere Gaetano Sciacca, non solo ha garantito il suo apporto operativo ma, cogliendo l’impellenza di una sede, è giunto ad ospitare nei suoi locali, pur in maniera provvisoria, l’intera struttura trasformandosi esso stesso in Museo d’Arte, in un’eccezionale unicità nazionale. Lo stesso Museo della Permanente di Milano, codiretto da Cannaò, ha supportato economicamente tutto il percorso espositivo del Museo del Fango e dei numerosi eventi realizzati nel corso degli ultimi due anni.

Adesso il Museo del Fango è presente alla 68° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con il film di Marco Dentici (garante e membro del Museo). «Le amministrazioni siciliane, al contrario, a braccia conserte, tacciono, quando non hanno opposto resistenza attiva – commentano gli organizzatori della mostra -. Il Comune di Messina, che non ha neppure un Assessore alla Cultura, ha ignorato qualunque appuntamento e qualsivoglia confronto con il progetto del Museo del Fango limitandosi a promettere qua e là una sede che, ovviamente, non è mai giunta. L’Assessorato alla Cultura della Provincia Regionale di Messina e la sua Commissione Cultura, con dichiarazioni pubbliche dei loro rispettivi massimi rappresentanti, sempre pronti a cavalcare, hanno annunciato a luglio dello scorso anno un contributo economico di 50.000 euro che, qualche giorno fa, è stato ritirato perché non speso (ammettendo così che i quattrini ci sarebbero… ma vanno elargiti solo agli amici degli amici): nessuna motivazione seria accompagna la deliberazione. Ma forse il motivo di tanta accanita determinazione è da ricercare nell’assoluta impossibilità da parte di qualche amministratore locale di affondare le grinfie politiche su un progetto, quello del Museo del Fango, che – se opportunamente spremuto e manipolato – poteva diventare cassa di risonanza di carriere asfittiche, più che mai bisognose di sangue fresco. Ma il Museo è una realtà destinata alla gente, ai giovani, agli artisti, agli intellettuali, non ai vampiri di turno. Abbiamo imparato a intrecciare collane di agli fin dal 4 ottobre 2009, data in cui l’idea del museo ha preso corpo. E con l’esperienza che abbiamo maturato sul campo, sarà difficile scambiare qualche vampirello stempiato per un benefattore dell’arte».

È per questo che gli organizzatori, per rendere operativo il Museo, non si sono rivolti alle “povere casse” delle amministrazioni locali, bensì messo a punto una serie di progetti che rispondono a direttive europee e che quindi possono trovare risposte economiche nel Fondo Sociale Europeo. Un nostro progetto infatti è in dirittura d’arrivo per un finanziamento che consentirà di porre le sue prime basi di un Museo internazionale. «Il problema, come sempre, sono gli uomini-cavaliere, perché se da una parte c’è l’ottimo Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, che ha più volte dato il suo appoggio pubblico al Museo del Fango e dichiarato la sua adesione al progetto, dall’altro c’è il suo assessore ai Beni Culturali e (udite!) all’Identità Culturale, che, da esperto fantino di brocchi, non trova il tempo di apporre la firma necessaria all’avvio del progetto poiché ha altre priorità. Non si sa quali – continuano Michele Cannaò -. E intanto il tempo incalza: se il progetto non verrà avviato entro breve data, i soldi già stanziati dal Fondo Sociale Europeo dovranno tornare a essere disponibili per altri progetti fuori della Sicilia. E quindi ancora una volta il Museo del Fango dovrà arroccarsi in stand-by. Domanda: Tutto questo a che pro? Forse ad asservire ancora di più i Siciliani alla logica delle prebende? Seconda e ultima domanda: la logica del ricatto, della sottomissione, del servaggio a chi serve?».

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