"Paolo vive", vent'anni dopo la strage di via D'Amelio, commemorazioni anche a Messina

“Paolo vive”, vent’anni dopo la strage di via D’Amelio, commemorazioni anche a Messina

“Paolo vive”, vent’anni dopo la strage di via D’Amelio, commemorazioni anche a Messina

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giovedì 19 Luglio 2012 - 13:45

Oggi ricorre il ventesimo anniversario dalla strage di via D'Amelio, dove il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta il 19 luglio del 1992 persero tragicamente la vita in un attentato di Cosa Nostra. Anche a Messina sono stati organizzati momenti di riflessione e commemorazione.

“Vorrei ascoltare il silenzio delle parole. Fingono gli uomini la verità per non essere veri”. Queste le parole che hanno accolto chi si è recato stamattina nella piazza Pugliatti, antistante l’Università centrale di Messina, a ricordare Paolo Borsellino a venti anni dalla sua uccisione, a mantenere vivo il ricordo da quel 19 luglio 1992, di un magistrato che aveva intrapreso una strada nella vita e non la mollava,nonostante paure, minacce, pericoli. La strada della verità ad ogni costo. Ma il prezzo della verità è caro sempre, tanto quando tocca i potenti, troppo quando tocca i prepotenti.
E a quest’ultimi appartiene la mafia, quella mafia che Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, ucciso anch’egli da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 nella strage di Capaci, stavano con caparbietà e coraggio scovando, annidata tra ragnatele tessute finemente nei palazzi del potere, invisibili solo all’occhio che non vuol vedere. Solo la forza della memoria può oggi restituire il giusto significato ai due eroi siciliani, non dimenticando prima di ogni altra cosa e portando avanti quella rivoluzione culturale che Borsellino e Falcone avevano intrapreso. Loro avevano capito che la mafia andava combattuta non solo nelle aule di giustizia, ma con i giovani in prima linea.

“Borsellino stava scomodo a molti perché aveva fatto proprio il pensiero che la mafia sia una battaglia culturale– ha detto Piero Adamo del circolo “Quo usque tandem” -. Ecco perché siamo nella piazza dell’Università e non in una piazza qualunque, perché è qui che si formano le nuove generazioni”.
Vicino all’albero di ulivo che l’associazione Atreju ha piantato il 19 luglio del 2007 e alla targa in memoria del giudice siciliano che recita “Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente misteriosa mafia svanirà come un incubo”, ragazzi e ragazze hanno letto alcune frasi del libro “Paolo Borsellino. Silenzi e Voci”, realizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati, sezione di Palermo. Una corona di fiori è stata deposta sulla targa dal sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca.
“Vogliamo sapere la verità”, dicono i ragazzi. Ed è una frase che rimbomba nelle orecchie, anche se sussurrata, mentre passano davanti agli occhi i fatti giudiziari che in questi giorni stanno riguardando la Procura di Palermo.
“La sensazione è che ci sia stata questa trattativa tra pezzi dello Stato e pezzi della criminalità organizzata”, continua Piero Adamo. Solo che la sensazione non è una sensazione, è la verità. E a dirlo nei giorni scorsi è stato il Procuratore di Palermo, Francesco Messineo: “Non mi sembra di poter concordare con quelli che parlano di presunta trattativa”.

Nella piazza dell’Università le persone non sono molte, i ragazzi si danno appuntamento per la fiaccolata che si terrà questa sera a Palermo e che partirà da piazza Vittorio Veneto per terminare in via D’Amelio, mentre la rivoluzione culturale si sposta tra le pareti chiuse della Corte di Appello del Tribunale, perché questo è un giorno importante e le istituzioni ci tengono a leggere il discorso che hanno preparato.
Tra i discorsi retorici, spunta il ricordo di quel giorno filtrato dalle parole dell’allora presidente della regione Giuseppe Campione e dell’appello rivolto alla Sicilia all’indomani della strage: “Ognuno di noi è chiamato a collaborare perché sia reso gentile il destino della nostra terra, della nostra vita, della vita dei nostri cari e dei nostri amici. I nostri poveri morti ammazzati si onorano soprattutto con un vero e proprio risorgimento siciliano, occasione storica, perché la nostra splendida terra, ricca di intelligenza e di affetti, sappia infine concepire e vedere all’orizzonte il bene civile della libertà”. Oggi come venti anni fa. Ma con due eroi in meno, eroi che così non ne nascono più.
(Giusy Briguglio) foto Dino Sturiale

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