Caos Tari, inutile assaltare l'Ufficio Tributi. Riflettori su Pace e sui mezzi acquistati da Messinambiente

Caos Tari, inutile assaltare l’Ufficio Tributi. Riflettori su Pace e sui mezzi acquistati da Messinambiente

Francesca Stornante

Caos Tari, inutile assaltare l’Ufficio Tributi. Riflettori su Pace e sui mezzi acquistati da Messinambiente

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martedì 28 Ottobre 2014 - 23:48

Continuano a registrarsi lunghe code presso gli uffici di viale San Martino, ecco qualche consiglio per evitare viaggi a vuoto. Il consigliere Burrascano pone la lente di ingrandimento sull'acquisto degli automezzi da parte di Messinambiente, piattaforma di Pace in V commissione consiliare.

Domani scade il termine per pagare la prima rata della Tari, la tassa sui rifiuti, e come al solito è super caos al Dipartimento Tributi. Gli uffici di viale San Martino ogni giorno vengono presi d’assalto da centinaia di cittadini in cerca di chiarimenti, già all’apertura degli sportelli le code sono lunghissime e per il personale diretto dal Dirigente Romolo Dell’Acqua è praticamente impossibile riuscire a smaltire la mole di gente che si riversa al Dipartimento. Le perplessità sono tante, ma in molti casi mettersi in fila e attendere ore è superfluo e si potrebbe evitare solo prestando un po’ di attenzione. Ecco dunque qualche consiglio utile per evitare di trascorrere una mattinata in attesa.

La distribuzione degli avvisi di pagamento non si è ancora conclusa e chi non ha ricevuto il bollettino può tranquillamente attendere per qualche giorno. Perché è vero che la prima rata scade domani, ma è anche vero che ci saranno alcuni giorni di tolleranza per chi pagherà in ritardo. Il Dirigente assicura che almeno per le prime due settimane di novembre ci sarà tempo per pagare la tassa sui rifiuti, ovviamente ciò non significa che chiunque può sentirsi autorizzato a ritardare ma chi non ha ancora ricevuto l’avviso può attendere ancora qualche giorno senza precipitarsi all’Ufficio Tributi. Chi invece ritiene di aver ravvisato un errore nel conteggio della sua tassa può naturalmente chiedere chiarimenti.

Altra nota dolente sono poi le esenzioni e le riduzioni che tanti cittadini aspettano per pagare una Tari alleggerita. Sono tantissimi i cittadini che si rivolgono agli uffici di viale San Martino solo per sapere se hanno diritto allo sconto, se devono pagare e come devono eventualmente comportarsi. Anche in questo caso però è inutile rivolgersi all’Ufficio Tributi perché sarebbe un viaggio a vuoto. Perché è vero che l’amministrazione Accorinti ha definito criteri e modalità per le esenzioni e riduzioni destinate a chi vive in condizioni di disagio economico e sociale, ma è anche vero che il provvedimento deve passare in Consiglio comunale e fino a quando ciò non avverrà non sarà ufficiale alcuna decisione. In questo momento, stando alla decisione della Giunta comunale, i criteri sono esattamente gli stessi dello scorso anno. Potranno fare richiesta di sconto le famiglie con reddito ISEE, riferito all'anno 2013, fino a 5.000,00 euro e gli anziani ultrasettantenni, unico componente del nucleo familiare, con invalidità del 100 per cento e un ISEE, riferito all'anno 2013, fino a 10.000 euro. Attenzione però: in questo momento non si può ancora presentare alcuna domanda né avere la certezza di rientrare in questi benefici. Inutile chiedere risposte all’Ufficio Tributi, né tantomeno al Dipartimento Servizi Sociali. Se non prima si esprimerà il Consiglio comunale non potrà iniziare la fase di presentazione delle istanze e redazione delle graduatorie.

In città però la Tari non è l’unico motivo per cui si discute di rifiuti. La V Commissione consiliare presieduta dalla consigliera Dr Rita La Paglia ha convocato ieri pomeriggio l’assessore Daniele Ialacqua e Messinambiente per discutere un tema scottante: la piattaforma di Pace. Dopo gli interrogativi posti pochi giorni fa dai consiglieri di Forza Italia e soprattutto la nuova durissima relazione di Asp, Arpa e Provincia (vedi articolo correlato), la commissione Ambiente ha deciso di volerci vedere chiaro. In base a quanto messo nero su bianco dai tre enti dopo un sopralluogo del 7 ottobre, il sito presenta ancora gravissime carenze. Oggi la commissione ha chiesto chiarimenti sia all’assessore Ialacqua che ai dirigenti di Messinambiente Roberto Lisi e Natale Cucè, presenti alla seduta. Ialacqua ha ancora una volta provato a far comprendere l’importanza di questo sito e della sua regolamentazione in base a quanto definito proprio dall’amministrazione Accorinti, da Messinambiente invece alcune spiegazioni tecniche sul perché dei rilievi mossi da Asp, Arpa e Provincia. Lisi e Cucè, che in questi mesi hanno seguito direttamente gli interventi di adeguamento dell’impianto per rispondere alle prescrizioni dettate dagli enti di controllo, hanno spiegato che a creare maggiori difficoltà è sempre il famoso nastro trasportatore su cui vengono caricati i rifiuti, nuovamente guasto. Un problema che a quanto pare si è riproposto spesso e che Messinambiente sta pensando di risolvere rinunciando totalmente all’uso del nastro per passare al trasbordo dei rifiuti attraverso la pala meccanica. In questo momento si sta procedendo a sistemare l’impianto secondo queste indicazioni, la commissione consiliare però vuole toccare con mano la situazione a Pace. Per questo motivo la presidente Rita La Paglia ha annunciato che nei prossimi giorni ci sarà un sopralluogo presso la piattaforma.

Riflettori su Messinambiente anche da parte del consigliere del Megafono Angelo Burrascano che, dopo un’attività ispettiva presso gli uffici di via Dogali, chiede chiarimenti sulle operazioni che hanno portato all’acquisto di mezzi e cassonetti per un valore di circa 400 mila euro. Burrascano ha scritto all’amministrazione comunale, a Messinambiente e ha spedito tutto alla Corte dei Conti, per sapere in primis quali analisi economiche, finanziarie e patrimoniali siano state condotte prima di procedere all'acquisto degli autocompattatori e dove sono stati reperiti i fondi necessari all’acquisto. Interrogativi anche su quali indagini tecniche siano state compiute, dal momento che la maggior parte dei mezzi acquistati hanno bisogno di notevoli interventi di riparazione per essere utilizzabili e se sono state previste penali nel contratto di acquisto, per l’eventuale non corrispondenza dei mezzi all’uso cui dovevano essere destinati. Burrascano chiede anche per quale motivo non è stato indetto un bando di gara e con quali motivazioni sono stati scelti proprio i mezzi della Società “Adamoli S.r.l.s.” con sede in Goito (MN) e “Cosmari” con sede in Tolentino (MC) nonché presso la Ditta “Gullotta Giuseppe” con sede in Trappitello (ME) e non altri mezzi provenienti da Società Municipalizzate, come ha fatto l’Atm. Domande a cui il consigliere spera presto di trovare risposta.

Francesca Stornante

6 commenti

  1. Parole, parole, parole, soltanto parole.
    La soluzione rimane una soltanto, ed è la somma di tre fattori fondamentali: Rifiuti > Energia > Utenza = Risparmio collettivo.
    Per sviluppare tutto ciò bisogna prima cacciare via il fantasioso Beniamino Ginatempo e il suo rifiuto zero, costoso e improduttivo, per passare successivamente alla fase della valorizzazione del rifiuto, come avviene in Svezia e Paesi industrializzati, così da avere energia a basso costo utilizzando combustibile pronto a costo zero, risparmiando ulteriormente il costoso olio combustibile utilizzato in centrale Enel per la produzione attuale dell’energia elettrica.
    O forse tutto ciò a qualcuno non conviene ?

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  2. Parole, parole, parole, soltanto parole.
    La soluzione rimane una soltanto, ed è la somma di tre fattori fondamentali: Rifiuti > Energia > Utenza = Risparmio collettivo.
    Per sviluppare tutto ciò bisogna prima cacciare via il fantasioso Beniamino Ginatempo e il suo rifiuto zero, costoso e improduttivo, per passare successivamente alla fase della valorizzazione del rifiuto, come avviene in Svezia e Paesi industrializzati, così da avere energia a basso costo utilizzando combustibile pronto a costo zero, risparmiando ulteriormente il costoso olio combustibile utilizzato in centrale Enel per la produzione attuale dell’energia elettrica.
    O forse tutto ciò a qualcuno non conviene ?

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  3. MISSINISI MALAPAGATURI. Cara Francesca STORNANTE ho analizzato di CATANIA,MESSINA e VERONA le entrate tributarie,sottraendo a queste il FONDO DI RIEQUILIBRIO COMUNALE,è un trasferimento dello Stato pur essendo inserito nei tributi,insomma non sono soldi versati direttamente dai cittadini.Il mio obiettivo è calcolare il valore dell’AUTONOMIA IMPOSITIVA,cioè quanta parte delle entrate correnti,diverse dai trasferimenti e dalle extratributarie,siano entrate proprie,cioè tributi versati dai messinesi.Inoltre ho calcolato un dato % poco utilizzato in finanza locale,ma a mio avviso molto significato per comprendere quanto TUTTI i cittadini residenti versano direttamente come tributi rispetto al totale di tutte le entrate,anche perchè nei prossimi anni sarà sempre più complicato ricorrere alle anticipazioni di cassa.ABITANTI:CATANIA 290.678.MESSINA 242.267.VERONA 253.409.Dal primo gennaio ad oggi il totale di tutte le entrate è: CT €822.329.558.ME €322.178.009.VR €250.145.223. ENTRATE TRIBUTARIE(senza il fondo) CT €134.100.553,il 16,3% del totale entrate.ME €71.819.888,il 22,3%.VR €112.587.809,il 45%.Adesso il dato più atteso dell’AUTONOMIA IMPOSITIVA,risponde alla domanda:SEMU MALAPAGATURI? CT €461/per catanese.ME €296/per messinese.VR €444/per veronese.Vi do anche quanto in % valgono le entrate tributarie(senza il fondo) rispetto a tutte le entrate correnti,cioè la somma dei titoli 1+2+3. CT il 60,5%.ME il 48,6%.VR il 55%.Tre risposte.1)SEMU MALAPAGATURI.2)Siamo ultimi in quanto a finanziare la spesa corrente con soldi nostri,incredibilmente Catania è prima.3)CI SUNNU MESSINISI SCATTRI.

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  4. MISSINISI MALAPAGATURI. Cara Francesca STORNANTE ho analizzato di CATANIA,MESSINA e VERONA le entrate tributarie,sottraendo a queste il FONDO DI RIEQUILIBRIO COMUNALE,è un trasferimento dello Stato pur essendo inserito nei tributi,insomma non sono soldi versati direttamente dai cittadini.Il mio obiettivo è calcolare il valore dell’AUTONOMIA IMPOSITIVA,cioè quanta parte delle entrate correnti,diverse dai trasferimenti e dalle extratributarie,siano entrate proprie,cioè tributi versati dai messinesi.Inoltre ho calcolato un dato % poco utilizzato in finanza locale,ma a mio avviso molto significato per comprendere quanto TUTTI i cittadini residenti versano direttamente come tributi rispetto al totale di tutte le entrate,anche perchè nei prossimi anni sarà sempre più complicato ricorrere alle anticipazioni di cassa.ABITANTI:CATANIA 290.678.MESSINA 242.267.VERONA 253.409.Dal primo gennaio ad oggi il totale di tutte le entrate è: CT €822.329.558.ME €322.178.009.VR €250.145.223. ENTRATE TRIBUTARIE(senza il fondo) CT €134.100.553,il 16,3% del totale entrate.ME €71.819.888,il 22,3%.VR €112.587.809,il 45%.Adesso il dato più atteso dell’AUTONOMIA IMPOSITIVA,risponde alla domanda:SEMU MALAPAGATURI? CT €461/per catanese.ME €296/per messinese.VR €444/per veronese.Vi do anche quanto in % valgono le entrate tributarie(senza il fondo) rispetto a tutte le entrate correnti,cioè la somma dei titoli 1+2+3. CT il 60,5%.ME il 48,6%.VR il 55%.Tre risposte.1)SEMU MALAPAGATURI.2)Siamo ultimi in quanto a finanziare la spesa corrente con soldi nostri,incredibilmente Catania è prima.3)CI SUNNU MESSINISI SCATTRI.

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  5. Cara Francesca STORNANTE le cifre del precedente commento pongono alcuni interrogativi. Tra Catania e Messina ci sono 48.411 abitanti di differenza, mentre la differenza tra i totali delle entrate ad oggi è di €500.151.550. In percentuale la differenza tra abitanti è pari al 16.6% mentre quella fra i totali delle entrate è del 60,8%, non giustica differenze delle entrate così alte. Il divario più consistente in valore assoluto è nei tributi, la differenza tra i due comuni è pari a €62.280.665. Nel dettaglio noi messinesi versiamo un IMU di €21.046.292, mentre i catanesi €42.411.360, sicuramente hanno meno evasione e rendite catastali aggiornate, quindi più alte delle nostre. I versamenti TARES delle due città sono identici, un pò oltre i TRENTASETTE milioni, invece sono i tributi con la voce ALTRE IMPOSTE, codice SIOPE 1199, incredibilmente differenti, Catania incassa €40.856.877, Messina €45.599. Cosa sono le ALTRE IMPOSTE è complicato sapere, forse Catania ha codificato la TASI, ma è improbabile che abbiano già versato un’importo così alto, oppure si. SEMU MALAPAGATURI o CI SUNNU MISSINISI SCATTRI?

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  6. Cara Francesca STORNANTE le cifre del precedente commento pongono alcuni interrogativi. Tra Catania e Messina ci sono 48.411 abitanti di differenza, mentre la differenza tra i totali delle entrate ad oggi è di €500.151.550. In percentuale la differenza tra abitanti è pari al 16.6% mentre quella fra i totali delle entrate è del 60,8%, non giustica differenze delle entrate così alte. Il divario più consistente in valore assoluto è nei tributi, la differenza tra i due comuni è pari a €62.280.665. Nel dettaglio noi messinesi versiamo un IMU di €21.046.292, mentre i catanesi €42.411.360, sicuramente hanno meno evasione e rendite catastali aggiornate, quindi più alte delle nostre. I versamenti TARES delle due città sono identici, un pò oltre i TRENTASETTE milioni, invece sono i tributi con la voce ALTRE IMPOSTE, codice SIOPE 1199, incredibilmente differenti, Catania incassa €40.856.877, Messina €45.599. Cosa sono le ALTRE IMPOSTE è complicato sapere, forse Catania ha codificato la TASI, ma è improbabile che abbiano già versato un’importo così alto, oppure si. SEMU MALAPAGATURI o CI SUNNU MISSINISI SCATTRI?

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