Un lettore: "A proposito di razzismo, migranti e verità variabili"

Un lettore: “A proposito di razzismo, migranti e verità variabili”

Un lettore: “A proposito di razzismo, migranti e verità variabili”

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domenica 10 Dicembre 2017 - 06:13

Da Antonino Marino, lettore di Tempostretto, riceviamo e pubblichiamo la seguente riflessione su tematiche di grande attualità

La parola “razzista” è oramai entrata nel vocabolario giornaliero dell’italiano medio e c’è molta confusione a proposito del reale significato del termine, pertanto nella norma, quando ti rendi conto di non avere argomenti, e decideresti per un bel “mavaffa…” ti adegui alla moda, sparandoti un bel ” razzista” e guadagnandoti il consenso di chi del significato di tale termine non ha la più pallida idea. E se poi, prendi qualche iniziativa appena “sopra le righe”, tipo quella di segnalare all’Autorità Municipale preposta, che all’interno di un parco pubblico stazionano stabilmente notte e giorno, clochard, immigrati, senzatetto e varia povertà, riducendo la struttura una puzzolente latrina, e di fatto precludendo la possibilità legittima di usufruirne a chi avrebbe il sacrosanto diritto di poterci portare i propri bambini, allora si scatena l’inferno e la squadra del politicamente corretto, salta sul carro degli antirazzisti di professione che non avendo argomenti si limitano a distribuire palate di “razzista”. Basta deplorare il comportamento di chi – italiani, rom, sinti, clandestini o chi volete voi – occupa stabili interi o l’appartamento di chi si è assentato per andare al supermercato o all’Ambulatorio Medico, e subito intervengono i paggetti dell’accoglienza senza se e senza ma. Sono venuto casualmente a conoscenza di quanto capitato a un cinquantenne la cui figlia diciottenne aveva preso a frequentare un giovane dall’aspetto inaffidabile e discutibili comportamenti. Insospettito, ha assunto delle informazioni (e chi non l’avrebbe fatto) così scoprendo che il “giovanotto” si “guadagnava” da vivere facendo il “PizzOiolo" addetto al servizio riscossione per incarico del “mandamento di Mangialupi ”. Ovviamente la figlia non l’ha voluto più incontrare e il giovanotto ha preso a tempestarla di telefonate, al punto che il padre, ha chiarito direttamente con l’interessato, sempre per telefono, le intenzioni della figlia e si è beccato per risposta un: “tu sei un razzista”. E ancora. Se all’incrocio un’auto condotta da un soggetto di colore rischia di travolgere un pedone sulle strisce pedonali, e quando si ferma viene redarguito da alcuni astanti, immediatamente interviene il solito soldato del plotone de: “Gli immigrati sono una risorsa” e scarica una litania di razzista a destra e a manca. Insomma, se non siamo al “u putrisinu ogni minestra”, poco ci manca. Certo, razzista puro, quanto omofobo e fuori di testa a tutto “tonto”, è stato sicuramente quel tale del: Affittasii appartamento. Non voglio gay, non voglio immigrati non voglio meridionali“. Un comportamento che sottende segregazione, intolleranza e diversità. Nella sostanza dovrebbe valere il concetto che ciascuno nella sua proprietà ci deve poter mettere chi vuole, senza per questo affiggere cartelli certamente razzisti. Nell’occasione, l’avanguardia antirazzista senza se e senza ma, è andata in brodo di giuggiole, tuffandosi senza salvagente e regalando all’incauto locatore “razzista puro” uno spot pubblicitario inimmaginabile. La verità è che molti italiani proprietari d’immobili, non espongono cartelli con scritte di quel tipo, ma fanno silenziosamente attenzione a selezionare gli aspiranti inquilini, perché la proprietà è spesso una conquista tanto sudata quanto massacrata dalla tassazione e dunque mi pare più che normale, il poterne selezionare il soggetto a cui affidarla in uso. A New York – non in Tanzania – in molte strutture abitative, proprietario e acquirente oppure aspirante affittuario, per perfezionare il contratto, devono ottenere il placet certificato degli altri inquilini. In pratica, Il non volere avere a che fare con persone che ci stanno sulle scatole, bianche, nere o gialle, omo o etero che siano, è solo un problema di opportunità legata a vari fattori, non ultima la certezza di avere affidato la proprietà a persone per bene e il razzismo non c’entra un fico secco. C’entra invece eccome, il rischio che l’inquilino insolvente costringa il locatore a notificargli lo sfratto che, visti tempi della Giustizia e le tutele garantite agli affittuari morosi a fronte delle timide leggi favorevoli ai proprietari, si possa risolvere alle calende greche. Altro aspetto – e chiudo – è il razzismo applicato alla religione perché: “Se dichiari la tua sul Vaticano, sulla Chiesa Cattolica, sui Papa, sulla Madonna, su Gesù, sui Santi, non ti succede nulla. Ma se fai lo stesso con l’Islam, col Corano, con Maometto, coi figli di Allah, diventi razzista e xenofobo, blasfemo e compi una discriminazione razziale.”(1). Insomma, mi pare di avere esposto a modo mio una serie di “verità variabili”.

(1)Da “La forza della ragione”. Oriana Fallaci

Antonino Marino

Un commento

  1. MessineseAttenta 10 Dicembre 2017 13:14

    Una volta, quando non si sapeva cosa dire, alla gente che ragiona come te (e come me…) ci dicevano che eravamo populisti.
    Adesso ci dicono razzisti.
    Ma quelli di allora e quelli di oggi rimangono sempre poveri idioti.

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