La maratona di Crocetta, tra Bilancio, Finanziaria e riforma delle Province

La maratona di Crocetta, tra Bilancio, Finanziaria e riforma delle Province

Rosaria Brancato

La maratona di Crocetta, tra Bilancio, Finanziaria e riforma delle Province

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martedì 07 Gennaio 2014 - 18:58

E' iniziata all'Ars la maratona su Bilancio, Finanziaria e riforma province. Tempi strettissimi con l'incognita della tenuta della maggioranza per Crocetta, messa a rischio dopo lo stop alla proroga dei commissari e dai venticelli che sussurrano di un "allargamento al Nuovo centro destra".

E’ iniziato per la giunta regionale il percorso ad ostacoli rappresentato da Bilancio, Finanziaria, riforma Province. Ogni tappa è strettamente legata alle altre perché se si spezza un anello finirà con il travolgere l’intera catena ed anche la tenuta della maggioranza (termine ormai piuttosto vago perché lo stesso Crocetta non ha le idee chiare su quali siano i suoi alleati di oggi e soprattutto di domani) dipende dalle singole mosse. Governatore e assessore Bianchi hanno detto chiaro e tondo alla maggioranza che sostiene la giunta di dare un taglio agli emendamenti di spesa e di fare un passo indietro sulle eccessive richieste. Superato nelle prossime ore lo scoglio di un Bilancio che traballa si dovrà far fronte ad una finanziaria appesa al filo delle proteste di precari e forestali, ma su tutto aleggia lo spettro della riforma delle province, diventata una sorta di “leggenda” e che se non verrà varata entro un mese o poco più, comporterà il ritorno al voto per gli Enti locali intermedi soppressi “verbalmente” lo scorso giugno. Il timore fondato di Crocetta è che all’Ars nessuno, tranne i grillini, abbia davvero voglia di abolire definitivamente le Province per far spazio ai Liberi Consorzi tra Comuni.

Il governo regionale è uscito malconcio dall’ultimo voto di dicembre che ha sancito il no dell’Aula alla proroga per i commissari, aprendo le porte alla possibilità di un ritorno al voto in caso di mancata approvazione della riforma, ancora in alto mare.

Con queste premesse l’appello di Crocetta oggi all’Ars è stato un invito all’unità.

“La Sicilia non può permettersi il lusso di perder tempo- ha detto- Eredita troppi problemi dal passato e oggi finalmente si comincia a realizzare quella svolta che può avviare una nuova stagione di lavoro e sviluppo. I risultati sull'utilizzo dei fondi europei, riconosciuti dal governo nazionale e dalla Commissione europea, pongono tutte le basi per la crescita nel 2014. Per questo abbiamo la necessità di varare immediatamente la finanziaria per affrontare la questione della programmazione 2014/2019, che potranno accelerare il processo di crescita della Regione. A tutte le forze politiche chiedo atti concreti di responsabilità, e siamo disponibili a concordare anche con le opposizioni misure che le stesse ritenessero fondamentali".

Quanto alla possibilità di allargare la maggioranza, tema che tiene banco da giorni con l’occhio rivolto alle truppe del Nuovo Centro Destra il governatore ha chiarito che l’argomento non è all’ordine del giorno. Se ne potrà parlare dopo la Finanziaria e la riforma delle province.

“ E' chiaro che il governo apre su questi temi a tutte le forze politiche- ha sottolineato- La questione della composizione del governo non può essere una valutazione autonoma del presidente della Regione, ma va fatta insieme alle forze che hanno sostenuto l'elezione del presidente".

Il Presidente quindi vuol valutare il comportamento del Ncd su bilancio e finanziaria prima di aprire la strada a nuove forme di “Modello Sicilia” anche perché, un eventuale ingresso di nuovi assessori alfaniani al momento ha incontrato lo stop del Pd di Lupo.

Ma a sparare a zero sui alcune stranezze del Bilancio è il M5S :La Casta non rinnega mai i suoi figli prediletti e torna a battere la strada dello sbocco nella pubblica amministrazione degli ex dipendenti Spo” scrive il parlamentare Riccardo Nuti, con riferimento agli 80 ex lavoratori della società satellite Gesip per i quali già nel 2011 il consiglio comunale di Palermo aveva tentato l’esternalizzazione con una delibera votata in modo trasversale “In quell’occasione presentammo un esposto alla Corte dei conti. Al libro paga della Spo c’erano figli e parenti di politici. A distanza di anni si ripete il tentativo di piazzare nella pubblica amministrazione lavoratori, parenti e non, senza concorso alla faccia della meritocrazia e della riduzione degli sprechi. Si è arrivati al paradosso di protestare, accampando inesistenti diritti alla fine di percorsi a tappe costruiti a tavolino: prima, per chiamata diretta, si approda nella pubblica amministrazione per qualche anno”.

Ma nel mirino dei grillini, che voteranno contro quello che definiscono “un bilancio blindato” è finita anche la telenovela province, perché la Commissione fissata per oggi per affrontare la patata bollente è andata deserta, all'appello hanno risposto solo in cinque: il presidente Cracolici (Pd), Siragusa e Cappello per il Movimento 5 Stelle, Figuccia ed Anselmo.

"E' evidente – affermano Cappello e Siragusa– che questa riforma 'non s'ha da fare'. Noi lo denunciamo da tempo e le assenze di oggi ne sono la controprova. Siamo alla farsa con il governo che presenta un emendamento di riscrittura totale della legge e non si presenta neanche in commissione a spiegare come si intende procedere. ”

Nelle ultime ore proprio Crocetta aveva lanciato un altro appello: "Il governo va avanti e proporro' un gruppo di lavoro misto formato dai deputati e dall'esecutivo. Le province dovremo sopprimerle. O si fa o ci ridera' dietro l'Italia".

Non si è accorto che sulla barzelletta delle Province, abolite a giugno senza che sia stata varata in 6 mesi quella riforma che adesso si dovrebbe fare in poco più di un mese, sta già facendo ridere tutta l’Italia.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. mah?! che pochezza di politicanti ma in fondo abbiamo quello che ci meritiamo. alla regione crocetta, al comune accorinti. adesso chi ci tirerà fuori da queste paludi???

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  2. Checchè se ne dica, gli unici che stanno davvero operando per il bene della regione, fra cui l’abolizione delle provincie, è il movimento 5 stelle. E’ assurdo come solo il M5S sia presente il giorno in cui si debba decidere sulla legge per l’abolizione delle provincie largamente pubblicizzata a livello nazionale; tutti gli altri di tutte le altre sigle sono latitanti quando si parla di modifiche radicali e strutturali atte a variare l’attuale assetto istituzionale (nullafacenti e spreconi inclusi) a favore di un sistema più snello è molto meno oneroso (si parla di milioni e milioni di euro che altrimenti vanno recuperati dai soliti tagli alla sanità ecc.).
    Tutti parlano, il M5S sembra essere concreto.

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