L'indagine sulle spese pazze all'Ars provoca nuovi screzi tra Crocetta e il Pd

L’indagine sulle spese pazze all’Ars provoca nuovi screzi tra Crocetta e il Pd

Rosaria Brancato

L’indagine sulle spese pazze all’Ars provoca nuovi screzi tra Crocetta e il Pd

Tag:

domenica 19 Gennaio 2014 - 07:58

L'indagine sulle spese dei gruppi parlamentari si ripercuote sui rapporti, già fragili, tra Crocetta ed il Pd. A creare la nuova rottura sono state le dichiarazioni del governatore: "Nessun deputato indagato entrerà in giunta". Immediate le repliche dei Pd: "Non si strumentalizzi l'inchiesta". Il renziano Faraone avverte: "O si cambia o si torna al voto". Martedì incontro tra le parti.

L’inchiesta sui fondi per i gruppi parlamentari regionali con ben 83 indagati (tra ex deputati e riconfermati) è finita come un masso nei rapporti tra il governatore Crocetta e la sua maggioranza, ed in particolare con il suo partito, il Pd.

Era stato proprio Cracolici, nel bel mezzo dei lavori d’approvazione della Finanziaria ad annunciare, nel suo intervento, di essere indagato nell’ambito dell’inchiesta avviata sui fondi che le Regioni stanziano ai singoli gruppi parlamentari e relativamente all’anno 2012.

Tra gli 83 figurano tutti i capigruppo dei partiti dell’Ars nel 2012, che gestivano appunto i fondi, nonché deputati riconfermati alle elezioni di ottobre 2012 o rimasti solo “ex”. In pieno terremoto comunque la Finanziaria è stata approvata, ma il macigno giudiziario che ha coinvolto due terzi dell’Aula è finito nel mezzo dei rapporti tra Crocetta e i suoi alleati, facendo saltare quel rimpasto, più volte annunciato di malavoglia dal governatore,e che avrebbe dovuto essere avviato dopo il voto sulla Finanziaria.

A dare lo stop è stato proprio il governatore che ha tuonato: “Nella mia giunta non ci saranno indagati”, lanciando frecciate non solo ai papabili per un posto in giunta come Cracolici e Lupo, ma anche al numero 1 di Renzi in Sicilia,il parlamentare Davide Faraone, che a suo dire avrebbe dovuto dimettersi dalla direzione nazionale del partito, poiché indagato. Il clima in poche ore è diventato torrido con il Pd che ha rispedito ogni illazione al mittente e Faraone che ha stilato un cronoprogramma di 10 punti, chiarendo la sua posizione non ai fini del rimpasto, ma del congresso regionale del Pd del 16 febbraio, e il messaggio va al cuore del governo Crocetta: “Fino ad oggi niente rivoluzione, solo tanta continuità con un passato che non ci piace. O si cambia o in Sicilia meglio tornare al voto, questo galleggiamento non serve a nessuno”. Quanto poi alle richieste, dirette o indirette, di dimissioni dal suo ruolo nel partito, Faraone ha aggiunto: “Sulle spese pazze aspettiamo serenamente che si chiudano le indagini della magistratura, sapremo chi erano i pazzi e chi no. Massima fiducia, se qualcuno ha rubato è giusto che paghi. La cattiveria degli sciacalli è pari alla cattiveria dei mafiosi, noi siamo diversi da loro. “o si cambia o si torna al voto”.

Il Presidente non ha mai voluto fare quel rimpasto che i più gli chiedono, sia nel suo partito che tra gli altri alleati come Art.4 e Drs, e non ha mai nascosto l’insofferenza per i deputati-assessori. Il Pd, d’altro canto, non ci sta più al ruolo di stampella che viene chiamato a rapporto quando si tratta di votare in Aula, salvo poi diventare “figlio minore” quando si tratta di una giunta che Crocetta vorrebbe solo a sua immagine e somiglianza. Così l’attuale segretario regionale e deputato Giuseppe Lupo avverte: “Nessuno strumentalizzi l’inchiesta della magistratura”.

Martedì è fissato l’incontro tra Crocetta e il gruppo Pd all’Ars, nel frattempo il governatore spiega la sua posizione: “Ciò che sta avvenendo in questi giorni sembra un gioco quasi surreale. Emerge una indagine che interessa diversi parlamentari della vecchia legislatura e, in un gioco che ha dell’incredibile, si attacca il presidente della Regione che non c’entra nulla. Le indagini della magistratura vanno sempre rispettate. Il presidente non deve esprimere né giudizi di assoluzione nè di condanna, non ho il ruolo per farlo. Sono convinto che la posizione dei parlamentari coinvolti nelle indagini cambi da persona a persona e in uno stato di diritto le responsabilità siano individuali. C’è chi viene accusato di avere comprato un'auto per sé e ci sono persone alle quali vengono contestate fatturazioni per l’organizzazione di un convegno. Dal punto di vista morale e politico mi sembrano cose diverse, dal punto di vista giudiziario gli unici a poter dare un giudizio, sono i magistrati. Si è sollevato un polverone su alcune mie dichiarazioni. Nel corso della conferenza stampa sulla finanziaria mi venne chiesto se si poteva parlare di rimpasto mentre scoppiava il caso dei rimborsi all'Ars. Ho risposto che non mi sembrava opportuno politicamente. Non ho mai sostenuto che chi fosse indagato si dovesse dimettere da qualcosa, poichè un avviso di garanzia non rappresenta un giudizio di colpevolezza, e che bisogna serenamente attendere il responso dei magistrati. La questione politica è tutt’ altro”.

Crocetta si dice certo che ci sono diversi deputati che potranno dimostrare la loro estraneità ad ogni addebito, e ribadisce l’aspetto politico della vicenda: “Può fare parte del governo attuale chi ritiene che l’ abolizione delle partecipate non sia una priorità? Chi non ritiene che la soppressione delle province sia necessaria? La composizione del governo deve essere coerente con il programma concordato con i partiti e con gli elettori”. Il presidente ricorda poi quanto fatto sul piano della maxi rotazione dei dirigenti, sui Fondi europei, sulla Formazione.

“Voglio ricordare che il doppio voto di genere ha cambiato la Sicilia, e voglio ancora ricordare che da quando questo governo è in carica, il Pd è sempre andato avanti in ogni consultazione elettorale, trovandosi ad amministrare città grandi e piccole, in alcune delle quali non aveva mai governato. Voglio insistere sull’ultima finanziaria, approvata grazie alla collaborazione dell’ intero parlamento, abbiamo abolito i consorzi di bonifica, che da 11 diventano 2, le partecipate da 33 sono diventate 10. L’unità politica del PD ha bisogno della mia testa? io sono pronto, la sfida che io ho intrapreso non è contro il PD ma persino per rinnovare e rafforzare tale partito. Una sfida per una Sicilia che si liberi da consorterie, mafia e malaffare. Sul welfare, la Sicilia ha introdotto per le coppie di fatto principi che non sono mai stati portati avanti dai governi di centro sinistra e ha introdotto misure di sostegno al reddito per i poveri. Quest’anno il bilancio della regione tende a disavanzo 0, fatto storico. Voglio ricordare che dopo 25 anni per i precari siciliani potranno partire le procedure di stabilizzazione. Per la prima volta dal 2005 questa Regione ha un bilancio definitivo approvato a gennaio, mentre prima si andava avanti in esercizio provvisorio. Qualcuno gioca a scassare? io ho la coscienza a posto e non rifiuto il dialogo. I rafforzamenti nella giunta di governo non sono stati mai un tabù, però a condizione che questi diventino uno strumento per rafforzare il governo e non per seppellirlo”.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Ben detto Crocetta:” nella mia giunta non ci saranno indagati…”.
    Ma il segretario Renzi ha fatto entrare nella sede del PD un noto pregiudicato in attesa di espiare la pena (già ridotta…e in gran parte prescritta).
    = = = V E R G O G N A !!! = = =

    0
    0
  2. Una volta anch’io confondevo gli indagati con i delinquenti finchè un bel giorno da vittima passai a denunciato. Una violazione di proprietà che provai a denunciare in diverse sedi senza riuscirci finchè uno degli aggressori riuscì a denunciare me esattamente dove poco prima avevano respinto il mio esposto! La motivazione era più o meno che mentre subivo la violazione di proprietà ero stato maleducato procurando persino dei danni evidentemente fittizi di cui mi si chiedeva risarcimento; ragion per cui mi viene da pensare se tutti questi indagati consiglieri non facciano parte di una di quelle partitelle tra guardie e ladri solo per un gioco politico.

    0
    0
  3. Caro Crocetta, la cattive abitudini sono dure a morire;e sono trasversali

    0
    0
  4. COSTITUIAMOCI TUTTI PARTE CIVILE IN QUESTO PROCESSO…….

    0
    0
  5. CONCORDO e CONDIVIDO.

    0
    0
  6. Renzi ha sul groppone una condanna della corte dei conti per il periodo in cui è stato presidente della provincia di firenze. Quindi da chi è abituato a sguazzare in certe situazioni, che cosa ci si può aspettare? Questo è il PD.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007