Sul sito del Miur un “referendum” sull’abolizione del valore legale del titolo di studio. Per l’Andu «consultazione-farsa»

Sul sito del Miur un “referendum” sull’abolizione del valore legale del titolo di studio. Per l’Andu «consultazione-farsa»

Danila La Torre

Sul sito del Miur un “referendum” sull’abolizione del valore legale del titolo di studio. Per l’Andu «consultazione-farsa»

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venerdì 23 Marzo 2012 - 08:57

L’Associazione Nazionale Docenti Universitari annuncia una grande mobilitazione. Anche l’assessore regionale Centorrino critica l’iniziativa governativa ed invita «la società siciliana in tutte le sue componenti» a reagire

La laurea ha lo stesso valore indipendente dall’ Università in cui è stata conseguita? In linea di principio, sino ad oggi, la riposta è affermativa ma la situazione potrebbe presto cambiare. Il 27 gennaio scorso, al termine del Consiglio dei Ministri, il presidente Mario Monti ha annunciato di voler sottoporre a consultazione pubblica il tema del valore legale del titolo di studio, affidandone la gestione al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. E proprio sul sito del Miur (http://www.istruzione.it/web/ministero/consultazione-pubblica ) in questi giorni è apparso un questionario on line, rivolto a «tutti i soggetti interessati» direttamente o indirettamente al tema. «Gli interlocutori privilegiati – si legge nel portale del Ministero – sono quindi i singoli cittadini che operano nei settori dell’istruzione, della formazione, delle professioni e, più in generale, nel mondo del lavoro, pubblico e privato». «L’idea di fondo -spiegano ancora dal Miur – è quella di trasformare la consultazione in un percorso, un elemento portante dell’azione di Governo che, prima di decidere, si ferma ad ascoltare la voce dei destinatari delle decisioni: i cittadini». In parole povere, se rivoluzione ci sarà, deve essere il più possibile condivisa . La consultazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della si concentra su due aspetti connessi al “valore legale del titolo di studio”: l’accesso alle professioni e il pubblico impiego. Un’apposita Sezione (Tematica III del Questionario) è infatti dedicata al tema della valutazione dei titoli di studio, sia con riferimento all’accesso alle professioni regolamentate che con riferimento all’accesso e alla progressione in carriera nel pubblico impiego. Il ministero consulta in pratica i cittadini per sapere se secondo loro serva uno specifico titolo di studio per esercitare una determinata professione o entrare nella Pubblica amministrazione ed avanzare di carriera nelle PA. L’ultima Sezione (Tematica IV del Questionario) è volta a favorire il più possibile il dialogo aperto sulle Tematiche oggetto di discussione, in linea con l’intento partecipativo a cui si ispira la procedura. Come espressamente specificato nel sito, il termine ultimo per partecipare alla consultazione è il prossimo 24 aprile. Un mese di tempo, dunque, per esprimere la propria opinione su un provvedimento che potrebbe modificare per sempre il valore del titolo conseguito a termine del proprio percorso di studi. Ma sul “referendum” on line lanciato dal Miur e soprattutto sull’intenzione dell’attuale Governo di abolire il valore legale del titolo di studio si registrano le prime “agguerrite” reazioni. Ad esempio , quella dell’assessore regionale alla formazione, Mario Centorrino, docente universitario recentemente andato in pensione. Secondo l’esponente della giunta Lombardo, nel caso in cui i risultati della consultazione si dimostrassero favorevoli all'abolizione del valore legale del titolo di studio «si potrebbero emarginare l'offerta di alta formazione in Sicilia o quanto meno temperare l'efficacia del titolo sulla base di una valutazione (non sempre rispettosa di specificità territoriali), relativa alle università e agli istituti superiori che lo hanno rilasciato». Per Centorrino questo provocherebbe un’unica conseguenza: «la nascita di nuove forme di classismo culturale, destinate ad aumentare i divari regionali nel paese». L’assessore non solo si esprime in maniera negativa sull’eventuale provvedimento ma invita al contempo «la società siciliana in tutte le sue componenti voglia esprimere un'opinione al riguardo, tenendo conto degli effetti che la proposta avrebbe sul sistema universitario della Regione». Altrettanto dura la posizione dell’Associazione Nazionale Docenti Universitari. Secondo l’ ANDU, la campagna accademico-mediatica mira non tanto , per il momento , ad abolire il valore legale del titolo, ma ad azzerare da subito il valore del VOTO della laurea e sostituirlo con il valore dell'Università che rilascia il titolo. L’orientamento del Governo sarebbe, quindi, il “declassamento” di alcuni Atenei a vantaggio di altri. «E' questa – scrivono i docenti in un comunicato – la via 'dettata' dalla Confindustria e, sostanzialmente, sostenuta dalla CRUI e, quindi, da tutti i partiti. L'obiettivo è quello di differenziare gli Atenei arrivando a 'selezionarne' (chi e come?) non più di 20 di serie A (che svolgeranno didattica e ricerca), dove accentrare i finanziamenti pubblici, lasciando a tutti gli altri il compito di rilasciare titoli senza o con poco valore». L’associazione docenti definisce la consultazione del Ministero «una consultazione-farsa per evitare un vero confronto con chi studia e opera nell'Università » e sottolinea «che il valore legale del titolo di studio rappresenta un elemento di certezza democratica indispensabile nel nostro Paese e una funzione di garanzia dello Stato sull’equità e sulla correttezza dei rapporti tra i cittadini». L’Andu ribadisce inoltre che «il valore legale delle lauree è garanzia della qualità minima di conoscenza e di uguaglianza nell'accesso alle professioni e nella pubblica amministrazione. Non può essere il “mercato” a dare il giudizio necessario per una adeguata e corretta selezione». L’Associazione Nazionale Docenti Universitari annuncia, quindi, una grande mobilitazione di studenti e docenti a difesa dell' Università statale, per difendere il diritto allo studio e la libertà di insegnamento e di ricerca. (Danila La Torre)

2 commenti

  1. liliana parisi 24 Marzo 2012 11:33

    La preparazione di un laureato solo in parte è determinata dalla “qualità”dell’ateneo dove ha conseguito la laurea, in quanto giocano un ruolo fondamentale le capacità e l’impegno personali. Lo dimostrano i risultati conseguiti nel proseguimento di studi presso altre istituzioni nazionali e internazionali o in concorsi,da chi ha studiato “vicino casa”, perchè non voleva abbandonare la propria città o non aveva i mezzi per farlo. Quindi queste persone non devono essere discriminate in base all’università di provenienza.Al limite è accettabile che la laurea sia richiesta come titolo di accesso senza che si dia una valutazione in base al punteggio conseguito,ma questo deve valere per tutti gli atenei.Il Sud è stufo di essere discriminato, mentre ha fornito e continua a fornire a tutt’Italia magistrati, notai, forze dell’ordine e altri dipendenti pubblici,tutti selezionati in concorsi nazionali!

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  2. Il prof. Mario CENTORRINO,scienziato dell’Economia,accademico con la passione della politica,fino al punto di preferirla alla didattica,sembra avere la coda di paglia,come docente della nostra Università,teme,che l’abolizione del valore LEGALE del titolo di studio,possa accellerare l’abbandono dei giovani messinesi,a favore di Atenei più efficaci nella produzione di quella didattica,a misura di studente e del suo percorso di studi.Il prof.CENTORRINO, non dice,che si abolisce quello LEGALE,di valore,ma non quello REALE,della preparazione di nostri studenti,che è quello interessante per aziende pubbliche e private. Il prof.CENTORRINO,non dice che si è costruita,negli ultimi decenni,una Università a misura di docente,Messina primeggia in questo,dove gli studenti sono solo numeri e niente di più,tranne qualche ” eroico e solitario” dipartimento.Mai dal prof.CENTORRINO,è venuta una proposta,di totale incompatibilità,del mestiere di docente con le professioni.Un accademico è uno studioso e un artefice della didattica,le professioni impoveriscono questi caratteri.
    Prof.CENTORRINO,facciamo esprimere i suoi studenti su questo aspetto?

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