“Caso” tasse, l’Università risponde alle accuse degli specializzandi

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martedì 13 Maggio 2014 - 19:49

Riceviamo e pubblichiamo il documento firmato dal Prorettore con Delega alla Gestione delle Risorse umane, prof. Carlo Mazzù, , che risponde punto per punto alle obiezioni sollevate da un gruppo si laureati in Giurisprudenza iscritti alla Scuola di specializzazione per le professioni legali. In allegato la VERSIONE INTEGRALE

Un Gruppo di specializzandi iscritti alla Scuola di specializzazione per le professioni legali ha reso pubblico un documento nel quale fornisce una propria interpretazione della normativa vigente in materia di esonero dal pagamento delle tasse si iscrizione; inoltre, si lamenta la mancata risposta da parte dell’Ateneo ad un’istanza presentata a tal fine, contenente anche la richiesta di accesso agli atti.

L’Università di Messina ha affrontato con la dovuta attenzione il problema, investendo della questione, a tale scopo, l’Avvocatura dello Stato, che ha fornito gli elementi necessari alla corretta ricostruzione della disciplina sull’erogazione delle borse di studio da parte dell’ERSU e/o dell’Università ed in tema di esonero dal pagamento delle tasse. Si sottolinea che questo organo consultivo ha anche funzione defensionale e rappresenta per legge anche l’ERSU, sicché esso assume una posizione non di parte, ma orientata a definire i termini di un corretto rapporto tra enti pubblici parimenti assistiti.

Nel corso degli anni, fin dal 2004-2005, l’Ateneo ha regolato con proprie delibere questa materia, senza mai fare riferimento a regole dettate dall’ERSU. Altrettanto è avvenuto con i singoli bandi per la Scuola di specializzazione per le professioni legali, nel quale non si parla mai di esonero dalle tasse, sicché nessuno dei partecipanti ammessi può vantare alcuna aspettativa nei confronti dell’Università.

La disciplina regionale e quella statale in materia di borse di studio fanno sempre riferimento alla limitazione del diritto alla borsa di studio e all’esonero, contenuti nell’ambito delle risorse disponibili. Pertanto, il diritto all’esonero o al rimborso della tassa già pagata non è assoluto, bensì condizionato all’effettiva disponibilità in bilancio delle somme necessarie, che non può essere definita da un ente diverso (l’ERSU, che è un ente regionale), ma dalla stessa Università, in virtù di apposito stanziamento statale o di destinazione di risorse proprie, ove esistano.

Per quanto attiene all’effettiva compartecipazione dell’Università di Messina all’attuazione del diritto allo studio, si segnala che essa destina risorse economiche già previste in bilancio e un enorme patrimonio immobiliare, concesso all’ERSU da circa venticinque anni in comodato gratuito, consistente nella Casa dello studente con annessa mensa in località Annunziata, la mensa della Facoltà di Scienze a Papardo e la mensa del Policlinico: basta capitalizzare il valore locativo annuo di questi immobili, per verificare quanto sia cospicuo il concorso dell’Università all’attuazione del diritto allo studio.

Non risponde al vero che l’Ateneo abbia mantenuto il silenzio sull’argomento, in quanto i rappresentanti degli specializzandi nella scorsa settimana hanno avuto un lungo ed ampio confronto di idee col Direttore della Scuola di specializzazione per le professioni forensi, delegato dal Rettore ad approfondire le questioni poste dagli specializzandi, ai quali sono state anticipate sia la piena disponibilità a consentire l’accesso ai documenti ostensibili che le ragioni di diritto a sostegno della scelta dell’Ateneo, nelle more della risposta ufficiale nei termini definiti dalle delibere del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione.

Prof. Carlo Mazzu’

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