D'Aquino: "Niente di personale contro Buzzanca, ho soltanto difeso la legalità"

D’Aquino: “Niente di personale contro Buzzanca, ho soltanto difeso la legalità”

Rosaria Brancato

D’Aquino: “Niente di personale contro Buzzanca, ho soltanto difeso la legalità”

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domenica 15 Luglio 2012 - 06:46

Antonio D'Aquino, dopo due anni di ricorsi contro il doppio incarico di Buzzanca, lo scorso 26 giugno è tornato all'Ars come deputato. Primo dei non eletti nella lista del Pdl con oltre 9 mila voti racconta "In questi anni ho capito chi mi era davvero amico e chi no. Ma non ho rancori, solo voglia di ricominciare a fare politica". Transitato nelle file dell'Mpa l'ex assessore regionale all'Industria è pronto alla campagna elettorale "Messina è stata amministrata male".

Quando è entrato all’Ars, il pomeriggio del 26 giugno, è stata un’emozione fortissima, ma tornando in quell’Aula, tra colleghi che conosce da anni, volti nuovi, e qualcuno che non c’è più, ha rivissuto in un attimo i mesi trascorsi lontano dalla “politica attiva”, perché l’altra, la politica che gli scorre nel sangue, quella non si è mai fermata.
“Tornare all’Ars è stato traumatico e non soltanto per la mia vicenda personale, quanto per come ho visto le cose cambiate rispetto alle passate stagioni. E’ cambiato soprattutto l’approccio ai problemi, è peggiorato”.
Antonio D’Aquino, 46 anni, figlio d’arte (papà Saverio è stato parlamentare Pli e più volte sottosegretario), sin dal ’96 gli ultimi anni li ha passati alla Regione, da deputato, da assessore agli Enti Locali e all’Industria, 3 legislature (2 delle quali piene), poi una pausa dal 2008 infine questo scorcio finale di un governo iniziato con un’alleanza di centro destra di ferro e finito con una diametralmente opposta.
Strano il suo destino, primo dei non eletti nella lista del Pdl nel 2008, con 9.732 preferenze, a distanza di 4 anni è tornato all’Ars per sostituire l’uno dopo l’altro i due coordinatori provinciali del Pdl, Corona e Buzzanca (il primo a gennaio ed il secondo a giugno), proprio lui, transitato nel frattempo nelle fila dell’Mpa, il partito del peggior nemico del centro destra.
“La mia non è stata una battaglia personale contro Buzzanca, tutt’altro, e lo dimostra il fatto che io non mi sono mosso fino a quando non sono arrivate le prime sentenze della Corte Costituzionale, ed allora è diventato l’unico modo per difendere la legalità”.

Ed in effetti l’ex assessore regionale non ha fatto nulla fino al luglio del 2010, quando, in seguito alla prima sentenza della Corte Costituzionale, emessa ad aprile, che sanciva l’incompatibilità tra le cariche di deputato e sindaco e dopo aver visto uno ad uno gli amministratori coinvolti optare per una delle due poltrone, tranne Buzzanca, si è rivolto alla Commissione verifica poteri dell’Ars.
“Avevano optato tutti, anche i deputati messinesi, tranne Buzzanca, così ho presentato il primo ricorso alla Commissione. Penso che da questa vicenda lui politicamente non ne sia uscito bene. Anche per pudore, con il passare dei mesi e delle sentenze, avrebbe dovuto scegliere”.
Quello del luglio 2010 è il primo ricorso, perché poi, trascorsi altri due anni e 18 sedute della Commissione verifica poteri senza che niente si muovesse ha dato incarico all’avvocato Catalioto di rivolgersi al Tar, che ad aprile di quest’anno ha ribadito l’incompatibilità tra le due cariche ed ha imposto all’Ars di decidere, cosa che l’Assemblea ha fatto il 12 giugno con il voto che ha portato alla decadenza di Buzzanca.

Nel frattempo, quando nel novembre 2011 la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza che sanciva l’incostituzionalità della leggina regionale del 2009 che consentiva ai “detentori” del doppio incarico di tenerselo fino alla Cassazione, D’Aquino si è rivolto al Tribunale di Palermo, che a marzo ha ribadito l’incompatibilità per Buzzanca. Venerdì si è discusso il ricorso presentato dal sindaco in appello, la sentenza è prevista per settembre. Intanto dopo il voto del 12 giugno dell’Assemblea il 26 giugno D’Aquino è tornato deputato. Un primo brevissimo rientro lo aveva avuto da “supplente” il 24 gennaio quando l’allora coordinatore provinciale del Pdl Roberto Corona, arrestato per un’inchiesta sull’emissione di false fidejussioni, era stato sospeso.

“In questi anni ho capito molte cose, perché è nei momenti difficili che comprendi chi hai davvero vicino. Son tornato a fare il medico, a stare con la mia famiglia, con la mia bambina di 5 anni e ho visto da fuori questo periodo difficilissimo. Per la verità non pensavo di voler ritornare a far politica”.
Mentre qualcuno spariva c’è stato anche chi lo ha sempre cercato, come l’assessore Pistorio, con il quale sono stati colleghi di giunta regionale “ Già Lombardo mi aveva contattato nel 2008, ma non volevo allontanarmi da Miccichè, con il quale ho condiviso anni ed anni di vita politica. Poi, lo scorso anno Pistorio è venuto a trovarmi a casa e mi ha detto di non mollare e mi ha chiesto di continuare a far politica. Ed eccomi qui. Non so ancora se è un bene o un male, ma è arrivato il momento di ricominciare”.
Il giudizio sull’amministrazione comunale è severo, così come sui rapporti tra le istituzioni locali e Lombardo. “Per qualsiasi problema il Comune è andato allo scontro con la Regione invece di cercare il dialogo, è stato sempre un muro contro muro che ha penalizzato Messina. Chi rappresentava la città a Palermo non ha evidentemente avuto il peso e la capacità di farsi valere.Da cittadino posso dire che non sono contento della gestione dell’amministrazione. Dobbiamo impegnarci per rilanciare Messina. Lombardo ha operato tra mille tagli e difficoltà ed altri ne saranno richiesti, ma ha fatto la riforma della sanità ed il piano rifiuti e quella riforma della formazione che quando ero assessore, ho sempre sostenuto dovesse cambiare”.
Non c’è rancore nelle parole di un “azzurro” da sempre costretto a cambiar casa, solo amarezza e consapevolezza d’aver capito chi sono gli amici e chi un po’ meno. D’Aquino ha lasciato la panchina giusto in tempo per scaldarsi e scendere di nuovo in campo per le elezioni.
Adesso dovrà giocare proprio contro i suoi ex compagni di squadra e qualche sassolino preso dalla scarpa lo ha conservato lungo la strada.
Rosaria Brancato

5 commenti

  1. I soliti noti… in questa città, sempre gli stessi cognomi… Ora anche il signor D’Aquino si beccherà le sue 20 mila euro al mese di stipendio,la stessa cifra che un messinese medio riesce a vedere in 2 anni, se è fortunato. Questa è la realtà, tutto il resto sono chiacchiere e… inchiostro.

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  2. Lombardo per Messina ha fatto solo tagli…imponendo una dittatura fatta di commissariamenti ed enti sotto il diretto controllo regionale.
    Spero che D’Aquino non appoggi la politica antimessinese di Lombardo…..Altrimenti Messina ha un nemico in più all’Ars.

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  3. Caro Gitano, la prossima volta che andrete a votare pensateci bene, molto bene sulle persone che vi dovranno rappresentare e accogliete com’è giusto che sia chi vi cercherà i voti per essere RI-eletto…a buon intenditor…

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  4. CARO D’AQUINO JUNIOR…
    Ho letto la Sua intervista << In questi anni ho capito molte cose, perché è nei momenti difficili che comprendi chi hai davvero vicino. Son tornato a fare il medico, a stare con la mia famiglia, con la mia bambina di 5 anni e ho visto da fuori questo periodo difficilissimo. Per la verità non pensavo di voler ritornare a far politica...>>. Volevo mi spiegasse una cosa: a Suo avviso per fare politica occorre per forza una nomina alla regione siciliana? Io pensavo che fare politica significasse avere idee, proporre progetti, portare avanti battaglie per e tra la gente, proporre leggi o mozioni, avere ideali…etc. Le propongo una domanda che nasce dalla lettura della sua intervista: un grande cantante indipendentemente dai concerti ( esempio Mina) se ha una bella voce viene considerata brava lo stesso, un politico per essere considerato bravo deve essere per forza munito di poltrona ? La prego esca fuori la grinta ( suo padre ne aveva tanta) lasci perdere Michichè e tutti gli altri, approfitti del poco tempo alla Regione per dire no alle ingiustizie, no alle nomine di colore politico, no ai furbi e furbetti, proponga una legge che non consenta a chi è inquisito di candidarsi alla Regione, si faccia promotore del cambio della legge elettorale, forse non avrà più occasione per avere un altro scranno e non avendo niente da perdere si muova come un eroe greco solo contro tutti…

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  5. caro Osservatore, la gente che voto io non ha mai vinto, tanto per farti capire le mie idee politiche. A buon intenditor…

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