L'Ars rispedisce a Crocetta il Patto per la Sicilia: "Troppi favoritismi. Riscrivilo". E a Messina...

L’Ars rispedisce a Crocetta il Patto per la Sicilia: “Troppi favoritismi. Riscrivilo”. E a Messina…

Rosaria Brancato

L’Ars rispedisce a Crocetta il Patto per la Sicilia: “Troppi favoritismi. Riscrivilo”. E a Messina…

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domenica 31 Gennaio 2016 - 23:04

I deputati rispediscono al governo Crocetta il Patto per la Sicilia. "Troppi progetti per Gela... Riscrivilo". Mentre l'Ars si riprende il ruolo politico, a Messina, poichè la Città Metropolitana non esiste, i progetti per il Masterplan non sono passati neanche da una riunione di giunta. Ma 8 consiglieri comunali chiedono che la vicenda "Pilone" venga trattata in Aula.

L’Ars rispedisce al mittente il Patto per la Sicilia e invita il presidente Crocetta a “riscrivere” la delibera da 2 miliardi e mezzo, magari prestando maggiore attenzione a tutti i Comuni e un po’ meno a Gela.

A storcere il naso sui progetti che sono stati presentati a Roma nell’ambito del Masterplan come Patto per la Sicilia sono tutte le forze politiche, soprattutto in casa del governatore, quel Pd che per primo ha suonato l’allarme nel leggere l’elenco degli interventi che saranno finanziati. Se a novembre ne risultavano 129, ma a dicembre ne sono stati aggiunti 20, dei quali 15 a favore del territorio di Gela (già presente nel documento originario). Lo scontro è scoppiato in Commissione bilancio, e si è concluso con un durissimo documento sui criteri d’inserimento e di distribuzione delle risorse nel Patto per la Sicilia firmato da tutte e forze politiche, con in testa il presidente Vinciullo (Ncd), Riccardo Savona (Forza Italia), Claudia La Rocca e Giancarlo Cancelleri (M5S), Santi Formica (Lista Musumeci), Roberto Clemente (Cantiere popolare), Giovanni Di Giacinto (Pse), Mimmo Turano (capogruppo Udc), Giovanni Panepinto, Mario Alloro e Luca Sammartino (Pd) Michele Cimino (Sicilia Futura).

La protesta è corale, sia perché non si conoscono i criteri d’inserimento, sia perché all’esame del provvedimento sono risultati errori, sia perché, a fronte di ingenti risorse destinati ad alcuni Comuni, ne risultano altri, come Enna e Trapani, quasi del tutto assenti. Infine, è stato sottolineato nel documento, la delibera di programmazione doveva passare dal vaglio dell’Assemblea. Ad accendere i riflettori sono stati proprio i deputati Pd, Alloro e Sammartino, quando hanno scoperto che erano stati integrati 20 interventi (per 97 milioni di euro) alla lista iniziale. Di questi 20 progetti, che richiedono un’integrazione di 97 milioni di euro, ben 15 riguardano Gela: la costruzione di una piscina coperta nella “zona sportiva” (17 milioni), la riqualificazione urbana di undici strade (19 milioni), il progetto per l'ingresso pedonale dell'ospedale con annessa villetta e area giochi, quello per gli ex granai del Palazzo Ducale, mentre tra gli interventi previsti sin da novembre c’erano i 250 mila euro per la creazione di un'area verde attrezzata “per cani con percorso agility” nella contrada Macchitella. Il Pd Mario Alloro ha definito il provvedimento “una vergogna, un negoziato politico”, mentre Sammartano ha alzato le barricate chiedendo interventi per Catania e il capogruppo Udc Turano ha ricordato che Trapani è stata esclusa dai finanziamenti.

Per la verità, per la prima volta, Messina nel Patto per la Sicilia non ha fatto da Cenerentola, dal momento che il 70% degli interventi per fronteggiare il dissesto idrogeologico riguardano proprio il nostro territorio. Non sappiamo dopo la levata di scudi cosa accadrà di questi progetti, ma i deputati di Sicilia Futura Beppe Picciolo e Marcello hanno già avvisato il governo: "Auspichiamo che le risorse previste per far fronte ai disastri ambientali che incombono sulle comunità a rischio isolamento diventino motivo d’orgoglio e non di scontro. Il voto in commissione Bilancio sul “Patto per la Sicilia” è stato un momento di fraintendimento sui reali obiettivi dell'atto che intende dare priorità a quei Comuni che presentano oggettive e gravi criticità ambientali. La politica faccia un passo indietro e lasci ai tecnici la possibilità di individuare le reali criticità facendo chiarezza anche su quegli aspetti di ordine materiale, come la presenza di progetti duplicati o altre anomalie riscontrate”.

Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane anche perché val la pena ricordare che l’elenco è già stato presentato al governo Renzi a dicembre.

L’Ars quindi rispedisce indietro a Crocetta il Patto per la Sicilia, rivendicando un ruolo determinate anche nella scelta dei progetti e delle priorità.

In gioco ci sono 2 miliardi e mezzo di risorse da distribuire nei territori, in quelli che sono gli ultimi 18-20 mesi del mandato elettorale. Insomma il Masterplan diventerà un campo di battaglia per partiti e per singoli esponenti.

Se l’Ars riprende in mano il timone delle decisioni diverso il discorso per la Città Metropolitana di Messina, che a causa dell’incapacità regionale di legiferare “non esiste” come governance. La Città Metropolitana di Messina ha inviato un elenco di 12 progetti, a conclusione di un interessante “movimento dal basso” che ha visto i sindaci dei 108 comuni fare squadra. Progetti che non sono potuti passare da nessuna sede assembleare “ufficiale”. Anche i 3 progetti del Comune di Messina (Tremestieri, Fiera, Pilone) non sono passati da nessuna valutazione assembleare proprio per questo motivo. La città metropolitana non esiste. Per la verità non sono neanche passati dalla Giunta, come hanno spiegato gli assessori Ialacqua e Pino. Sono quindi frutto di una decisione del vicesindaco Signorino e dell’assessore De Cola.

L’inserimento dei progetti nel Masterplan, ed in particolare quello del Pilone, presentato dallo studio De Cola, sarà argomento di una seduta di Consiglio comunale richiesta da 8 consiglieri (Daniele Zuccarello, Benedetto Vaccarino, Donatella Sindoni, Francesco Pagano, Simona Contestabile, Giovanna Crifò, Fabrizio Sottile e Carmelina David).

La richiesta di dibattito riguarda sia la questione del progetto relativo al Pilone, e che porta la firma dello studio De Cola, che la vicenda dei bandi “sartoriali” di dicembre e l’arrivo dei super esperti.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. I 3 progetti per Messina andrebbero discussi in una assemblea cittadina consentendo a tutti di conoscerli in dettaglio e di poterne valutare le caratteristiche ed i benefici attesi!

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  2. I 3 progetti per Messina andrebbero discussi in una assemblea cittadina consentendo a tutti di conoscerli in dettaglio e di poterne valutare le caratteristiche ed i benefici attesi!

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