Roberta, da Messina a Miami e NY: la cucina di "Nonna Francesca" conquista gli Usa

Roberta, da Messina a Miami e NY: la cucina di “Nonna Francesca” conquista gli Usa

Giuseppe Fontana

Roberta, da Messina a Miami e NY: la cucina di “Nonna Francesca” conquista gli Usa

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domenica 26 Settembre 2021 - 07:15

Il progetto della messinese e del marito Francesco continua a riscuotere successi negli Stati Uniti: "Ai giovani dico di avere il coraggio di rischiare"

Può la cucina italiana, siciliana e messinese, superare i confini dello Stretto, nazionali ed europei, per approdare con successo negli Stati Uniti? Sì, e non solo può: l’ha già fatto. A portare i piatti tipici della nostra cucina in giro per il nord America, arrivando anche nelle ville di politici, attori, cantanti, giornalisti e volti noti dello spettacolo, ci ha pensato Roberta De Vincenzo, con il progetto “Nonna Francesca” ideato insieme al marito Francesco. Roberta è messinese e lo dice con orgoglio. Porta con sé le proprie origini, ricorda i sapori e gli odori delle domeniche in famiglia e, così, li fa conoscere al resto del mondo. Partendo da Miami, “Nonna Francesca” ora è sbarcata a New York, alla conquista degli Hamptons, dimostrando ancora una volta quanto l’idea coraggiosa di Roberta, lontana da Messina ormai da tempo, sia stata vincente.

Quando sei andata via da Messina e perché?

Mi sono trasferita a Milano per ragioni di studio: ho studiato giurisprudenza all’università Cattolica del Sacro Cuore e li sono rimasta anche dopo la laurea. Lavoravo, avevo la mia dimensione, ma sentivo che non era quella giusta: dovevo cambiare e così sono partita alla volta di Miami.

Come nasce il vostro progetto?

Io sono una di quelle persone che non ha problemi a lasciarsi alle spalle il passato, riempire una valigia e ricominciare altrove partendo da zero; ma il cordone ombelicale con il punto di partenza non si rompe. Le mie origini, la mia terra, la mia memoria fanno parte di me e le porto con me. Nonna Francesca ne è la dimostrazione. L’azienda porta il nome di mia mamma perché a lei è dedicata l’idea del nostro business ed è colei a cui mi sono sempre ispirata. Durante la primissima fase della pandemia, io e mio marito ci chiedevamo cosa mancasse alla gente e abbiamo banalmente pensato che potessero soffrire il non andare al ristorante; in Florida, dopo un iniziale lockdown durato un paio di mesi, le limitazioni c’erano ma non erano estremamente restrittive soprattutto negli spazi aperti come i giardini delle case di Miami. La gente poteva adunarsi all’aperto ma non poteva andare al ristorante con gruppi superiori a 6 persone. Così è nata l’idea di coprire quel vuoto offrendo un servizio di ristorazione in villa.

Nonna Francesca nasce dal desiderio di portare a Miami la cucina tradizionale della nonna, la classica nonna italiana delle polpette al sugo, della parmigiana e della lasagna domenicale. Ed è stata un’idea vincente. In pochissimo tempo, e con nostro grande stupore, questo concetto di “home cooking familiare” ha riscosso un incredibile successo, tanto da diventare, pur mantenendo la sua identità e le sue radici, un servizio molto più sofisticato e di nicchia. Molti nomi illustri del panorama americano ci hanno contattati per i loro party a tema o per eventi esclusivi. E così, con il passaparola di chi aveva già provato e subito apprezzato il nostro prodotto e il nostro modo di lavorare, Nonna Francesca è diventato un servizio con un’offerta più ampia e completa destinato ad un target di alto profilo. Curiamo ogni tipo di evento: dalle cene private ai party negli yacht ai matrimoni ai corporate events.

Qual è stato il momento più bello e quale quello più difficile?

Il momento più bello è quello che stiamo vivendo adesso. Ci stiamo espandendo a New York. Siamo arrivati qui da appena 4 mesi le richieste sono letteralmente decollate. La stagione degli Hamptons per noi è stata un debutto importante ed è risultato più soddisfacente di quanto non sperassimo. Adesso qui si apre la stagione elettorale e proprio qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di cucinare per Eric Adams, che è candidato alla poltrona di sindaco di New York. Stiamo lavorando con soddisfazione e stiamo entrando in contatto con clienti che sono persone davvero arricchenti con cui è piacevole relazionarsi. E in tanti hanno origini italiane, penso a Rosanna Scotto e Maria Bartiromo ad esempio, due famose giornaliste di Fox News per cui abbiamo cucinato di recente. Questa città è incredibile ed emana un’energia che ti spinge a superare i tuoi limiti e la tua stanchezza. Quello più difficile sicuramente la fase di start up. Come tutti gli inizi è sempre difficile inquadrare quelli che sono i reali bisogni. E hai mille preoccupazioni e la paura di sbagliare. L’importante è che non diventi paralizzante. Poi lavorandoci su, si capisce come impostare il sistema.

Cosa vi rende più orgogliosi?

Il fatto di poter essere ambasciatori della cucina italiana e soprattutto messinese, rappresentando con i nostri piatti le tradizioni più antiche della nostra terra.

Cosa ti manca di più di Messina e della Sicilia?

Tutto. Gli odori, le strade, i miei luoghi, la palestra di kick boxing in cui mi sono sempre allenata, la mia famiglia, i miei amici e il mio mare. Potrei vivere in qualsiasi punto del mondo ma quella resta casa mia. Le mie radici sono lì. Anche un po’ le radici di Nonna Francesca lo sono. Abbiamo creato un’identità aziendale partendo da zero e lo abbiamo fatto con il supporto di professionisti messinesi. Dal logo al posizionamento ai social, è tutto Made in Messina. Lo studio SUM communication&marketing ci ha seguito sin dall’inizio, ed è così ancora oggi.

Torneresti mai?

Sarei ipocrita se ti dicessi di sì. Certo, un progetto vincente che mi permettesse di passare parte del mio tempo nella mia città non mi dispiacerebbe. Non si può mai dire cosa ci riserverà il futuro. Il nostro presente è qui, adesso. E abbiamo avuto il privilegio di essere andati via per volontà e non necessità, tanto io quanto Francesco, mio marito. Siamo arrivati in momenti diversi, abbiamo fatto esperienze diverse e quando ci siamo conosciuti abbiamo unito le forze i sogni e i desideri. Ma tutti e due siamo arrivati negli USA per la voglia di guardare oltre con la consapevolezza che il mondo intero è potenzialmente casa. Specie se riesci a portare con te i mattoni di quella originaria. E per noi è stato così.

Cosa dite ai tanti ragazzi che partono e vanno via dalla città inseguendo i propri sogni?

Ascoltate solo i consigli di chi ci ha concretamente tentato a prescindere dal risultato ottenuto. Di chi ha maturato comunque un’esperienza, anche se negativa. Questi sono i consigli da prendere. Se volete combinare qualcosa di importante non fatevi condizionare e scoraggiare da coloro che ritengono che un vostro sogno o progetto sia impossibile, dalla loro negatività. Concentratevi sul vostro futuro che è l’unica dimensione che conta. Partite dai vostri punti di forza e costruite il futuro su quei punti. Abbiate il coraggio di rischiare. I sacrifici non mancheranno ma saranno ripagati. Specie se avrete la fortuna di trovare chi, al vostro fianco, saprà aiutarvi a rialzarvi.

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Un commento

  1. Giovanni Mastronardo 27 Settembre 2021 21:50

    BELLISSIMO ARTICOLO VERAMENTE INTERESSANTE E SCRITTO MOLTO BENE.

    FELICISSIMISSIMA SERATA

    SALUTI PER UTTI.

    Da MASTRONARDO GIOVANNI

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