Roccalumera. Processione avvelenata da polemiche, il parroco: "Nessun ferito, vi spiego cosa è successo"

Roccalumera. Processione avvelenata da polemiche, il parroco: “Nessun ferito, vi spiego cosa è successo”

Carmelo Caspanello

Roccalumera. Processione avvelenata da polemiche, il parroco: “Nessun ferito, vi spiego cosa è successo”

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lunedì 09 Settembre 2019 - 16:36

Tutto è nato dal percorso della processione, rinnovato in seguito alle disposizioni comunicate al sacerdote dalla Polizia locale, in virtù delle quali era impossibile il transito sul lungomare. L'amarezza di don Santino

Padre Santino Caminiti

ROCCALUMERA – “Non c’è stata nessuna tragedia sfiorata, nessun epilogo drammatico e nessun portatore è andato a sbattere sul muro”.

Padre Santino Caminiti è visibilmente amareggiato. Con un lungo discorso, nel giorno del ritorno sul trono dell’altare maggiore del venerato simulacro della Madonna della Catena, mette il sigillo a quella che qualcuno ha tentato di trasformare nella festa dei veleni. Delle polemiche. Di tensioni e feriti che non ci sono mai stati.

Tutto nasce dal percorso della processione, rinnovato in seguito alle disposizioni prefettizie comunicate al sacerdote dalla Polizia locale, in virtù delle quali era impossibile il transito sul lungomare. Una decisione saggia e doverosa in quanto si sarebbe dovuto chiudere la litoranea in entrambi i sensi di marcia e ciò non è possibile considerato che parliamo della principale via di transito cittadina.

Il parroco, da decenni alla guida della parrocchia roccalumerese dedicata alla Vergine della Catena, ha fatto chiarezza a 360 gradi su quanto accaduto. “Dal momento in cui abbiamo ricevuto la comunicazione da parte della Polizia locale – spiega il sacerdote – rimanevano tre possibilità. La prima: fare la processione escludendo le vie secondarie lato mare (Baglio, via Cardillo e via Casazza) come da tradizione. La seconda: percorrere soltanto la Statale e sarebbe stata la cosa migliore. La terza: passare per le strade secondarie lato mare in maniera inversa, con qualche sacrificio… Io e i miei collaboratori abbiamo fatto alcuni incontri, abbiamo discusso e considerato le varie criticità. E abbiamo optato per la terza scelta”.

Don Santino, quali sono stati i motivi di tale scelta?

“La motivazione, unica, è stata quella di essere vicini alla gente e alle persone anziane e ammalate e di rispettare la nostra tradizione. Immaginavamo che ciò avrebbe comportato un certo disagio per il corteo processionale in quanto, per motivi pratici, doveva attendere in qualche tratto la statua della Madonna mentre percorreva le stradine verso il mare. La gente in questo frangente poteva benissimo pregare e cantare, anziché parlare del più e del meno. E’ così che si dimostra la vera devozione mariana”.

In sostanza si trattava di un percorso sperimentale, dettato dalle nuove disposizioni?

“Proprio così. Vediamo come va quest’anno, abbiamo pensato. Miglioreremo il prossimo anno”.

Sotto il profilo tecnico vi eravate attrezzati per affrontare in modo agevole il percorso lungo le stradine perpendicolari alla Statale…

“Abbiamo progettato una vara nuova, più leggera e un carrello più maneggevole per scendere dalle scale in via Casazza e in via Cardillo. Mentre la gente viveva tranquilla l’estate, c’era chi lavorava con la mente e con le mani per la realizzazione della vara e del carrello in maniera del tutto gratuita, accorciando così di un’ora la processione. Tutto questo non è stato capito dalla gente e da coloro che sono vicini alla chiesa. Non da tutti naturalmente”.

Cosa è successo?

“Sono nate tante chiacchiere, sono state proferite parole disdicevoli che una persona di buonsenso e soprattutto i cristiani non dovrebbero né pensare, né dire. Le gente che si trovava nelle vie che sorgono tra la Statale e il lungomare era molto contenta, lodava la Vergine Maria al suo passaggio. E’ andata così, pazienza. Io e i miei collaboratori ci affidiamo alla Provvidenza di Dio e a Maria della Catena, con devozione vera e non folcloristica”.

Si era sparsa la voce del ferimento di un portatore…

“Non è vero, nessuno è andato a sbattere o è scivolato. C’è stata un po’ di confusione di fronte alla Torre dei saraceni in quanto si è fatta scendere la statua dalle scale accanto al corrimano (e non sopra) posto al centro dei gradini all’ingresso della strada che conduce al lungomare. La nuova vara è stata fatta per questo e l’obiettivo è stato raggiunto come ha dimostrato il transito agevole in via Cardillo”.

Si è parlato di un incontro con i fedeli ad alta tensione prima della festa…

“La riunione è stata pacifica e il clima è stato sereno e per nulla arroventato. Come tutti gli altri incontri che hanno preceduto i solenni festeggiamenti”.

I disagi maggiori, tornando alla processione, si sono registrati all’inizio, quando il simulacro ha percorso le viuzze interne del centro storico mentre i fedeli attendevano invia Umberto I. “Ma questo – chiosa il parroco – lo sapevano tutti. Ci stanno le critiche, tutto si può migliorare. Ma potevano essere fatte al momento opportuno, in altra sede. La processione non era certo il momento più consono. Bisognava pregare, cantare e lodare la Vergine piuttosto che straparlare”.

A mettere la parola fine alle polemiche lungo il percorso, nell’ultimo tratto della processione, ci ha pensato Qualcuno da… lassù. La pioggia battente ha disperso i fedeli. E diradato le controversie. Accanto alla Madonna sono rimasti solo i portatori i quali, dopo averla protetta con un telo di nylon, l’hanno riportata in chiesa. E’ l’immagine triste di una polemica sterile alla quale padre Santino ha messo la parola fine con parole accorate, mirate a fare chiarezza. Ad archiviare le diatribe e riportare la serenità.

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